Due settimane in Sicilia
di Tiziano Terracciano
Ebbene sì, finora non eravamo ancora stati in Sicilia! E tanto era il desiderio di andarci che alla fine ce la siamo girata tutta durante in 15 giorni del nostro viaggio di nozze! Senza programmare dove alloggiare, se non il giorno prima dell’arrivo in ognuna delle tappe scelte al momento e avendo come unico filo conduttore la costa percorsa in senso antiorario. Senza programmare dove mangiare, se non dopo aver chiesto dritte alla gente del posto. E ad accompagnarci un ottobre mite sia in termini meteorologici sia in termini di affollamento. Ed è così che ci siamo goduti alcuni tra i migliori Paesaggi e Assaggi della Sicilia!
Ci imbarchiamo con l’auto a Villa San Giovanni. Il biglietto di andata e ritorno, da sfruttare entro 3 mesi, costa 77 euro e oltre a permettere di attraccare sull’isola dopo circa 20 minuti di navigazione, permette anche di rilassarsi dopo il viaggio, coccolati dalla brezza marina e dal paesaggio offerto dai due lembi di terra che quasi si toccano.
L’ARANCINO MESSINESE
Tocchiamo terra a Messina verso le 15:00 e ci mettiamo subito alla ricerca di un Arancino (da questa parte della Sicilia si porta quello maschile, quello a forma conica) e visto l’orario l’ideale è recarsi dalle parti dell’Università dove la ROSTICCERIA DEI F.LLI FAMULARI non si permette mai di lasciare a digiuno qualcuno, anche negli orari più strani. I gusti sono tantissimi ma noi ci affidiamo ad un classico e ricco Ragù e ad un filante e ammaliante Pistacchio.
IL CANNOLO MESSINESE
Durante una chiacchierata, Marco Contursi ci ha elencato vari locali dove mangiare un Cannolo a Messina e quello che più ci ha incuriosito è stato quello più difficile da trovare, quello che offre la sua pasticceria in un piccolo bar di quartiere, quello davanti al quale un turista difficilmente ci passerà e seppure ci passasse difficilmente lo individuerebbe come un produttore di cannoli. Il Bar Pasticceria Pegaso non è sui social e, anche se si trova su una trafficata strada, il navigatore non riuscirà a portarvi con precisione al numero 45 di Viale Regina Margherita – Messina. Ed infatti solo chiamando il numero 090362490 riusciamo ad avere informazioni utili dal proprietario che ci aspetta addirittura in strada e ci indica l’ubicazione esatta alzando la mano. Chiunque entri mai direbbe che qui si vendono cannoli se non vedendo un piccolo cartello che ne indica il prezzo di 2,30 euro. Già, perché qui si rispetta la tradizione di riempire le cialde al momento, non come nelle località ultra-turistiche nelle quali si trovano cataste di cannoli pronti al consumo, tanto i turisti che si siedono ai tavoli non sentono il bisogno di accorgersi del “rito del riempimento”! Qui il Cannolo è over-size, bello da vedere nella sua forma che oseremmo definire a UFO e buonissimo da mangiare con la crema alla ricotta dalla corretta dose di zucchero che non appesantisce e non fa venire sete. Uno dei migliori assaggiati tanto che alla fine del viaggio non abbiamo esitato a ritornare per fare incetta di “Kit da trasporto” per farli gustare belli croccanti a casa anche dopo svariate ore di viaggio.
DORMIRE TRA LE EOLIE E I NEBRODI
Ci dirigiamo verso Patti e dopo aver valutato dove soggiornare decidiamo di prenotare presso una struttura in collina da dove è possibile godere di una fantastica e nitida vista sulle isole Eolie che disegnano una quadro naturale che non si finirebbe mai di contemplare.
VILLA RICA a Patti è una grande dimora rurale che ospita un agriturismo con piscina e ristorante. Ad accoglierci troviamo Tancredi, detto “il principe”, che ci offre una birra siciliana mentre parla appassionatamente della sua terra e del desiderio di venire quanto prima a Napoli, e Francesco seguito come una gioiosa ombra dal cane da caccia che ha accolto nella tenuta (Francesco voleva chiamarlo semplicemente “Cane” , Tancredi premeva per almeno un nome comune, e quindi è stato battezzato “Billy Dog-Dog”). La nostra spaziosa camera affaccia direttamente sulla vallata, sul mare e sulle Eolie.
MANGIARE TRA LE EOLIE E I NEBRODI
A pochi minuti di macchina c’è la frazione Tindari dove è possibile visitare il famoso Santuario ed ammirare dall’alto i Laghi di Marinello con la lingua di spiaggia formatasi, secondo la leggenda, per mettere al riparo dall’acqua del mare una bimba caduta dal costone e salvata miracolosamente dalla Madonna Nera la cui effige è conservata nel Santuario.
E proprio di fronte alla salita che si imbocca per giungere al Santuario di Tindari troviamo la TRATTORIA PANE E VINO che prende vita in antichi locali un tempo adibiti a cantina.
Quando ci sediamo scopriamo che qui non si ha possibilità di scelta, c’è un mega-antipasto, una mega-braciata, dolcini e bibite ad un prezzo fisso di 20 euro a persona. I prodotti serviti sono prevalentemente locali e di produzione propria, così per assaporarli al meglio chiediamo subito di evitare di portare a tavola quei complementi un po’ più commerciali (tipo i finghi champignon da barattolo) e di origine extra-siciliana (tipo le fette di Mortadella).
Quindi già a partire dai salumi chiediamo solo quelli provenienti dai Nebrodi e veniamo accontentati con una bella fellata di soppressata e di prosciutto crudo di Sant’Angelo di Brolo accompagnati dalla meravigliosa selezione di formaggi locali (tipo il cacioricotta avvolto nella cenere o la provola dei Nebrodi) e dall’ottimo Nero d’Avola di produzione propria.
Le melanzane alla brace ed il carpaccio di maiale al pepe fanno il resto. Non disdegnamo l’assaggio delle olive (quelle locali verdi e un po’ amarognole), del pomodoro secco e della capresina con i pomodori locali. Per il secondo ci intrufoliamo dietro la brace a carboni e chiediamo di assaggiare le carni più paesane che ci sono e qualche specialità locale. Quindi ci portano uno spiedino di Involtini alla Messinese fatti però con il carpaccio di maiale dei propri allevamenti al posto del tradizionale bovino e due succulente fette di capocollo sempre dei propri maiali.
Per finire giusto qualche dolcino artigianale tra i quali spicca sicuramente il Tutù Fantasia accompagnato dalla Malvasia delle Eolie.
Mangiamo più di quello che avremmo voluto ma meno di quello che offriva il menù completo che noi abbiamo limitato. Alla fine, poichè non ci siamo fatti portare tutto quello che prevedeva il menù e poichè non ce l’abbiamo fatta a finire tutto quello che ci hanno portato (la mancanza più grave che abbiamo fatto è stata quella di non avercela fatta a provare la provola dei Nebrodi al tegamino!), alla fine, ci hanno fatto pagare 15 euro a persona e ci hanno regalato una bottiglia del proprio Nero d’Avola!
E si può solo aggiungere che sarebbe una vera e propria eresia passare da queste parti e non fare visita a questa trattoria!
LA GRANITA COME BRUNCH
Il secondo giorno ci dirigiamo verso la bella e ultra-turistica Cefalù facendo però prima una sosta, dietro consiglio de “il principe”, a Gioiosa Marea dove al BAR SPORT – BRACCO si mangia una delle migliori granite siciliane. Quindi riempiamo prima e inzuppiamo poi le nostre brioche nelle granite al Pistacchio&Nocciola e Gelsi&Mandorle con un immancabile top di panna.
Alloggiamo a VILLA MAGARA’, in un appartamentino a cui una rinfrescatina non guasterebbe, ma dal cui giardino a terrazza è possibile ammirare uno splendido scorcio di Cefalù e del mare che la circonda in compagnia delle tante caprette libere di girovagare indisturbate nella enorme tenuta.
La sera ci consigliano un locale sfizioso sotto alcuni aspetti ma deludente sotto altri.
Appena seduti fanno indossare una bavetta a tutti gli ospiti e offrono un uovo sodo e un bicchierino di Zibibbo (un vino liquoroso tipico siciliano).
Logicamente l’uovo, come la maggior parte delle persone, lo lasciamo. Nel menù c’è la pasta con le sarde ma qui la fanno rossa con l’aggiunta di concentrato di pomodoro, al che chiediamo di domandare allo chef se ce la fa senza concentrato di pomodoro ma ci viene risposto che i sughi sono pronti e non si possono fare modifiche! Poichè qui la maggior parte dei primi è fatto con l’aggiunta di questa “insostituibile” amalgama di pomodoro richiediamo i soli due che ne fanno a meno: la pasta con i ricci di mare e la pasta con zucchine e gamberi di Mazara.
Stendiamo un velo pietoso sulla pasta con i ricci che viene presentata come “il mare in bocca” e non sa perfettamente di niente tanto che anche la ragazza al tavolo vicino, per dare un po’ di sapore alla pasta, non so quanto sale ci ha messo sopra! Finiamo il decente Nero d’Avola della casa e andiamo via!
Dopotutto, domani è un altro giorno!
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