di Enrico Malgi
La famiglia Di Marzo ed il Greco di Tufo, un binomio indissolubile perché Maria Concetta, Stefano e Federica insieme rappresentano la passione vera e l’amore che li vincola alla propria terra. E per esprimere ancora di più questo stretto legame hanno scelto di connotare l’azienda col nome di Torricino, che ricorda sia l’antica torre medievale che sovrasta l’azienda e sia la località nel comune di Tufo.
Pochi gli ettari vitati, per una ridotta ma qualitativa ed apprezzata produzione, in cui spicca naturalmente il Greco di Tufo diventato ormai simbolicamente identitario del territorio irpino, ma anche di questa azienda e di cui ho avuto l’occasione di degustare le due etichette prodotte.
Greco di Tufo Docg 2016. Quattro mesi di affinamento sulle fecce fini ed un mese di elevazione in bottiglia. Gradazione alcolica di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 12,00 euro, molto conveniente.
Ccolore giallo paglierino luminoso, con riverberi verdolini. Impatto olfattivo esuberante ed esplosivo, caratterizzato da interessanti e ricchi spunti di mineralità, di zolfo, di albicocca, di pesca, di nocciola, di mela, di pera, di ginestra e di timo. La bocca accoglie un sorso ampio ed avvolgente, la pungente acidità, come la lama di un coltello, che fa salivare tutto il cavo orale. Timbro elegante, seducente, sapido, succoso, stimolante e vibrante di energia. Chiusura abbondante e persistente. Fra qualche anno sarà ancora migliore. Piatti di mare, latticini e carne bianca in abbinamento.
Greco di Tufo Raone Docg 2015. Maturazione in acciaio per sei mesi sulle fecce fini ed affinamento in vetro per altri sei mesi. Tasso alcolico di tredici e mezzo. In enoteca si vende sui 18,00 euro, ben spesi.
Le uve raccolte leggermente in ritardo ed un anno passato a maturare hanno fatto sicuramente molto bene a questo vino, che già nel colore esibisce un paglierino molto carico e lucente. Al naso il vino vuole raccontare tutta la sua infinita storia, svelando segreti che non sono affatto segreti, ma soltanto veraci confidenze. E così gli odori ricordano subito la frutta fresca, come la pesca gialla, l’albicocca, il pompelmo e la mela cotogna. In appresso risaltano lievi essenze floreali di caprifoglio e di gelsomino, unite a sussurri vegetali. Si aspirano poi anche sfumate folate speziate di zenzero, di cannella e di chiodi di garofano e di crediti sulfurei. Sulla lingua impatta un sorso subito fresco, ma anche opulento per grassezza, struttura, potenza e vitalità, tanto da sembrare un rosso camuffato da bianco. Ma il vino vuole stupire ad ogni costo e così regala anche sensazioni tattili improntate all’eleganza ed alla finezza. Finale lungo e godibile. Anche qui il tempo sarà giudice e spettatore di un sicuro miglioramento. Lo vedo molto bene su un piatto di spaghetti alle vongole, una bella frittura di pesce, una zuppa di legumi ed una mozzarella di bufala. Volendo osare, può andare bene anche su qualche piatto a base di carne, senza pomodoro ovviamente.
Sede a Tufo (Av) – Via Nazionale – Località Torricino, 5
Tel. e fax 0825 998119 – info@torricino.it – www.torricino.it
Enologo: Stefano Di Marzo
Ettari vitati: 11 – Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: aglianico, greco, fiano e falanghina
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