di Francesca Pace
Ricollegandomi all’interessante articolo sulla questione cilentana, pubblicato da Marco Contursi qualche giorno fa, che potete leggere qui, non posso che confermare che il Cilento Dream sta in alcuni casi diventando un incubo. Me tapina che continuo a dar fiducia ad alcuni localini belli ma che non ballano.
Per un Hugo Spritz di dubbia qualità e delle noccioline rancide ho pagato 15 euro.
E che vuoi, sei al mare, è giusto.
È giusto pagare il giusto ma questo giusto deve essere anche buono.
La vista mare la voglio assolutamente includere nel prezzo, per carità, ma a questo punto lo faccio da me un cocktail. Non conviene uscire di casa, tanto il mare lo vedo lo stesso.
Ma siccome sono una combattente, che tra piatti sontuosi e pizze fumanti sceglie l’aperitivo rinforzato, bicicliettata dopo biciclettata, intossico qui, mai più lì, ho trovato una perla in questo mare di collane da bijouotteria.
Per chi giunge da Agropoli, il The wine experience 2.0 si trova sulle curve che portano a Santa Maria. SS 267. Altezza pista di pattinaggio, per intenderci, e per chi frequenta la zona, quindi se avete figli ma volete concedervi una bollicina o una bevuta come si deve potete unire l’utile al dilettevole.
Ad accogliervi c’è Simone, che al contrario di molti esercenti locali che sembrano ti stiano facendo un favore (ho scritto molti, non tutti) ha sempre il sorriso sulle labbra, insomma si vede che ha piacere della visita.
Conviene sempre prenotare, perché ha pochi tavoli, ma conviene sempre andare, consigliato il posto sotto l’albero grande che fa da cappello. Con una spesa pari a 15 euro cocktail e sfizi che soddisfano occhi e palato sono assicurati.
Nel suo secondo locale (il 2.0 è stato scelto per quello) a scaffale si possono trovare più di 500 etichette provenienti da tutto il mondo, senza trascurare ovviamente quelle che sono le aziende cilentane prima e campane poi.
La proposta di Simone è assolutamente paragonabile a una cena. Io, almeno mi sazio. Ma avendo il polso di tutti gli amici che vengono con me, vi posso garantire che nessuno mai si è lamentato. Anzi. Appuntamento fisso è diventato.
Con qualche euro in più si può godere anche di degustazioni di ottime etichette.
Simone versa, chiacchiera, spiega e porta da mangiare di continuo.
“Vuoi assaggiare anche questo? Ho preparato anche questo, te lo porto? Conservati un posticino per il dolce, mi raccomando.
Ah però prima ho il blu di capra, ti piacerà. Anche quello ti porto”.
Sì avete inteso bene, Simone prepara anche i dolci. Altro che noccioline e patatine.
In genere sono Gin Tonic addicted. Rinfrescante e dissetante. Qui poi mi piace particolarmente perché Simone serve una provetta con il gin portoghese Adamus (scelta tecnica, coerente e centrata che dopo vi spiegherò) e la tonica da parte. Questa magia che si rinnova mi stuzzica ogni volta.
L’obiettivo di Simone è quello di creare una vineria specializzata, per combattere una serie di locali amorfi e che non hanno una identità ben precisa. Selettività e specializzazione sono le due parole fondamentali su cui ruota la sua attività.
Proprio per questo anche nei cocktail si ritrovano principi vinosi. Vi ricordate il Gin? Ecco nelle botaniche dell’Adamus si ritrova anche il Baga di Bairrada , vitigno iconico. Tutto ciò che non ha un incipit vinoso in questo locale non lo trovi.
(Ci sono però due o tre proposte analcoliche hand made per chi non può o non vuole bere alcolici).
Ottima è anche la selezione di grappe, cognac e armagnac, ma se andate, chiedete sottovoce di farvi assaggiare un bicchierino di distillato alle foglie di ulivo.
A dispetto poi delle mode del momento, Simone ama proporre i vini magari poco piacioni ma che conservano il carattere originale. Bisogna in qualche modo educare il cliente, dice. La sua funzione e quindi di chi ha una enoteca è proprio questa: aiutare nella scelta.
Chi ha un palato più esperto qui può trovare una Sassicaia o una Barone Pizzini, solo per citarne due.
Se si fosse fermato però alle sole bottiglie avrebbe rinunciato a una fetta di mercato importante ed è per questo che si è aperto alla formula aperi-cena, in modo da accontentare tutti in un sol colpo. E che colpo! In cucina la mamma, che prepara torte rustiche, stuzzichini, zeppole, pizze, tartine, pani ripieni di ogni tipo. E se siete fortunati trovate anche le alici ripiene.
Del resto l’aspetto ludico dell’experince è fondamentale. Siamo pur sempre gente in vacanza che spesso e volentieri non vuole stare ai fornelli.
Contrada San Gennaro
Castellabate
3662567827
Aperto tutto l’anno
Chiuso il giovedi
Orario di apertura 18.00
Orario estivo 19.30
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