E’ ormai tradizione per me inziiare il Vinitaly dagli assaggi della doc Roma, una scommessa iniziata 11 anni fa che si sta rivelando vincente non solo grazie al nome ma anche alla direzione presa dai produttori: vini bianchi freschi soprattutto da Malvasia Puntinata (ma su cui si può scommettere per un tempo un po’ più lungo) e rossi bevibili, eleganti e altrettanto freschi da diverse uve.
In questo Vinitaly ho fatto due assaggi che vi descrivo brevemente. Intanto uno sguardo alla cartina.
CAPIZUCCHI WINERY
Azienda nuova, nata nel 2014 attorno ad un ettaro che vede i fratelli Dario e Serena Diano e dall’ex ministro Renato Brunetta. Oggi è una realtà consolidata con 25 ettari in produzione, 16 che entreranno in produzione quest’anno e altri 21 appena piantati per un totale di quasi 60 a sud della Capitale proprio nei pressi del Santuario del Divino Amore. Seguita enologicamente da Lorenzo Costantini di Villa Simone, oggi la produzione è attestata sulle 190mila bottiglie e produce in regime biologico certificato. Vini ben eseguiti, senza grilli per la testa, in ottimo rapporto fra qualità e prezzo.
Mater Divini Amoris 2023 Roma doc bianco
Bianco da Malvasia Puntinata lavorato in acciaio. Il campione da vasca ha ancora aromi citrici di fermentazioni, si presenta con un buona acidità, bei sentori floreali , mela verde, accenno di miele. al palato è di buon corpo. Orrimo bicchiere di entrata, perfetto sulla cucina di mare e di buone prospettive di crescita. Sugli 8 euro allo scaffale.
Mater Divini Amoris 2022 Roma doc Rosso
Montepulciano al 55& e saldo di Cabernet Sauvignon, fa sei mesi in acciaio e sei in barrique di secondo passaggio. Il vino regala una beva godibile, elegante, immediata con i sentori di frutta rossa che si ritrovano piacevolmente croccanti al palato.
Una rosso per ogni occasione, piatti di mare compresi se un po’ strutturati. Sugli 8 euro allo scaffale.
Ab Urbe Condida 753 Ac Brut
Metodo charmata da Malvasia puntinata realizatto con Alfredo Sollazzo. Freschissimo, minerale, piaceole e ottimo da aperitivo. Sugi 8 euro allo scaffale.
www.capizucchi.it
TORRE IN PIETRA
Storica azienda a due passi dal litorale romano con 50 ettari vitati, 20 di oliveti, 20 di seminativo e tanto bosco per mantenere un equilibri. Le circa 200mila bottiglie prodotte ogni anno sono curate dall’enologoa Arianna Colaiocco. La lavorazione aviene in regime biologico.
Roma doc 2023 Bianco
Bel bianco con un colore giallo paglierino carico da Malvasia Puntinata lavorata esclusivamente in acciaio. Ottim ocorpo, note agrumata di arancia e balsamiche al naso. Anche macchia mediterranea. Una passeggiata in riva al mare insomma, al palato secco, con finale lungo e preciso. Perfetto da abbinamento. Circa 15mila bottiglie, a 10 euro allo scaffale.
Roma doc 2021 Rosso
Metà montepulciano, il resto diviso fra sangiovese e cesanese. Mi aspettavo una bomba, invece la lavorazione in acciaio e una sosta sulle buccia regala un vini piacevolmente fruttato e balsamico al nasi, al palato i tannini sono setosi al punto da renderlo adatto anche alla cucina di orto e di mare purchè un po’ pomodorosa. Grande e appagante finale. Sui 10 euro.
Roma doc 2020 Riserva rosso
Qui il Cabernet prende il posto del Sangiovese, il protocollo prevede la fermentazione in acciaio, sosta in tonneaux e ulteriore affinamento in cemento. Tanta ciliegia al naso e note di violetta, al palato è fresco, con tannini presenti ma ben levigati. Molto fine ed elegante, ha buone prospettive di ulteriore evoluzione nei prossimi anni. Sui 15 euro.
castelloditorreinpietra.com
Dai un'occhiata anche a:
- L’essenza di Nestarec e l’alienazione di Kafka
- Magis 2016 Aglianico Irpinia doc, Antico Castello
- Vini Fontanavecchia – Nuove annate
- Brunello di Montalcino 2001 docg, Biondi Santi
- A confronto il Fiano di Avellino di Lapio e lo Chardonnay di Chablis
- Pighin, l’azienda che da 60 anni ci racconta il vino del Friuli
- I luoghi di Suavia
- Brunello di Montalcino 1986 di Lisini: l’immortalità fatta vino