Il titolare del ristorante Opera a Napoli ha sporto denuncia alla Procura dopo essere stato bersagliato da una tipica Shit Storm: la pagheranno. Ecco il mio comemnto sulla vicenda pubblicato oggi sul Mattino
di Luciano Pignataro
Dopo la burocrazia sono le recensioni su TripAdvisor la principale ossessione di chiunque abbia un locale pubblico. Soprattutto nelle grandi città essere ben posizionato su questo sito di recensioni on line vuol dire poter godere di una maggiore fetta di mercato, quella dei turisti, soprattutto stranieri, che si orientano proprio utilizzando questo strumento. Bisogna dunque capire il patròn del ristorante Opera che, bersagliato da una vera e propria shit storm, ha deciso di sporgere denuncia lamentando i danni subiti.
L’idea è semplice, come tutte quelle geniali che hanno fatto epoca: trasferire il passaparola sui locali in rete procedendo ad una vera e propria democratizzazione della critica gastronomica per cui, anche qui, “uno vale uno”. Ed è davvero curioso il parallelismo fra i fenomeni politici e quelli del cibo: anche in questo settore l’avvento di “uno vale uno” ha avuto prima la gestazione nei Forum di settore: bersaglio preferito la competenza della critica enologica e gastronomica, accusata, proprio come il ceto politico, di tutte le nefandezze possibili e immaginabili. Poi è arrivato Tripadvisor a cui prima i ristoratori e poi gli stessi giornalisti gastronomici hanno opposto una strenua quanto inutile resistenza.
Ma spesso il nuovo è peggio del vecchio: i critici, con tutte le loro presunte nefandezze e svendita dei giudizi in cambio di marchette, avevano comunque un nome e cognome. Gli autori delle recensioni su Tripadvisor sono per la maggior parte tutti anonimi e spesso, dopo alcune denunce, si è scoperto quello che si poteva immaginare. Ossia che i primi recensori negativi dei ristoranti sono i ristoratori concorrenti, per non parlare di società che in cambio di modiche cifre offrono un pacchetto di recensioni positive o negative contro il concorrente, per far salire e scendere il locale nella classifica.
Si tratta di un fenomeno tutto italiano perché all’estero Tripadvisor è molto affidabile anche sulla ristorazione oltre che sugli alberghi, nel senso che le recensioni il più delle volte sono vere. Del resto in hotel si lascia un documento di riconoscimento ed è facile dunque risalire a chi dice il falso.
Dal canto suo Tripadvisor non rimuove l’anonimato come da più parti è stato richiesto perché l’interesse delle piattaforme è il traffico che riescono a generare. Si sa che una delle regole d’oro che spinge a commentare è la critica negativa, la demolizione delle persone di successo. Sono note le rivelazione di ex dirigenti di Facebook su questo versante, ossia la radicalizzazione delle fake news che diventano divisive e quindi oggetto di scambi di insulti. I social sono protetti dalla legge, ossia non sono responsabili di quello che viene scritto, come dire che la radio e la televisione, intese come oggetti, non hanno alcuna colpa per quello che viene trasmesso. La legge, a questo proposito, colpisce per diffamazione e calunnia solo chi scrive o chi gestisce la pagina e non cancella i commenti incriminati.
Ecco dunque che più ci sono fake news più Tripadvisor fa visite e più ci guadagna, una vera e propria scorciatoia ad un metodo a cui ogni tanto viene data una aggiustatina quando la misura diventa colma.
I ristoratori sono praticamente indifesi, possono solo reagire commentando facendo così a loro volta il gioco di Tripadvisor. Una legge che regolamenti questa materia ci vorrebbe, ma non è così facile come sembra, perché basta fare base in un paese straniero per annullare ogni effetto. Non resta così che praticare il buon senso: leggere attentamente tutte le recensioni e tirare le somme, è chiaro che quando sono troppo negative come nel caso del ristorante Opera c’è qualcosa che non va.
C’è poi l’ultimo aspetto da sottolineare: i leoni della tastiera sono spesso gattini nella realtà, ma dietro lo schermo, senza il confronto fisico con l’interlocutore prendono coraggio e scrivono. Non a caso i social sono il Paradiso dei timidi. Ti hanno servito in ritardo? Il conto era troppo alto? Hai dovuto aspettare? Invece di protestare, si torna a casa e si fa la recensione negativa. Ecco dunque che TripAdvisor diventa una sorta di pistola fumante in mano al cliente timido e vigliacchetto.
Che dire allora? Meglio fidarsi di qualche specialista, anche quando si tratta di mangiare e bere. Perché uno non vale uno.
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