di Beatrice Crisci
Caserta città della Reggia e della pizza. La pizza è quella di Francesco Martucci. La sua pizzeria «I Masanielli» in viale Giulio Douhet si classifica per la quinta volta consecutiva come migliore in Italia nella graduatoria di 50 Top Pizza 2023. Condivide il gradino più alto del podio ex aequo con 10 Diego Vitagliano di Napoli.
Francesco,un’ulteriore conferma dell’impegno, della professionalità e serietà del tuo lavoro.
«Questo premio è il risultato di un duro lavoro costante mio e dei miei ragazzi. È semplicemente questo».
Te lo aspettavi?
«Chi mi conosce sa che sono uno stacanovista, non mi fermo mai. Sentivo di aver fatto un buon lavoro. Non me lo aspettavo, ma ero sereno».
Sei un pizzaiolo innamorato del suo lavoro, questo premio ti ripaga dei sacrifici?
«Mi ripaga tantissimo, perché investire in questa terra dove siamo lasciati soli dalle istituzioni non è facile. Nessuno ci ha chiamato. Caserta è una città che vive anche grazie ai Masanielli, una eccellenza di questo territorio, poco valorizzata da chi dovrebbe farlo. Ma è comunque il risultato di un grandissimo lavoro mio, della mia famiglia e dei miei ragazzi che sono anche la mia famiglia».
A conferma di ciò la dedica che immediatamente hai scritto sui tuoi profili social?
«Ai miei figli. Ai miei ragazzi. A chi mi vuole bene. Certo! Questa è stata sicuramente la vittoria più difficile. Sai, dopo quattro anni magari pensavano che mi sarei calmato. Ma a me piace sempre migliorarmi, mi piace riuscire a fare domani la pizza migliore di oggi».
Il tuo aspetto duro e severo è una copertura?
«Ho iniziato che avevo dieci anni “Al solito posto” con il maestro Franco Pagliaro, che era non severo, ma esigente. E questo mi è servito. Anch’io sono esigente sul lavoro. Sono leale, ma non severo. I rapporti umani sono tutto per me, sono costruttivi e ti fanno crescere».
Dopo questo ulteriore successo, l’obiettivo ora qual è?
«Sto lavorando a migliorare la pizzeria in generale per come dovrà essere concepita la pizzeria del futuro. Un discorso che ha già iniziato mio fratello Sasà, ma che vorrei costruire da capo. Vorrei farne un fiore all’occhiello per l’Italia e non solo per la provincia di Caserta. I Masanielli a Caserta fa rete, e non solo perché riempie alberghi o ristoranti quando qui abbiamo file, ma non possiamo affogare nella burocrazia. Bisogna agire ed essere attenti perché è un momento magico per Terra di Lavoro. Caserta è la mia città e mi piacerebbe portare avanti qui il mio progetto. Ci sono tutti i presupposti per creare turismo».
Quindi, un progetto c’è davvero?
«Sì, c’è, ci sto lavorando. Ma per il momento preferisco non dire nulla».
È un messaggio questo anche per i giovani, cui tu tieni molto?
«Certo. I giovani devono credere nella loro terra come abbiamo fatto noi. La nostra terra è stata sempre in passato dominata per il malaffare per colpa anche di chi si girava dall’altra parte. Ma questo tempo è finito. Le cose sono cambiate e questo mi riempie il cuore. Ma da soli non si va da nessuna parte. Questo è il senso di ciò che dico».
Ai giovani che iniziano quest’attività, quale consiglio ti senti di dare?
«Il pizzaiolo è un lavoro di sensibilità, ma bisogna lavorare molto per metterlo in pratica. Oggi ci si riempie troppo la bocca con questo termine. Il pizzaiolo non è una frase fatta».
E su tuo fratello Sasà, cui è andato il Premio speciale di Pizzaiolo dell’Anno?
«Sasà è un fuoriclasse».
Qual è la tua pizza preferita?
«Quella che farò domani».
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