Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane. Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.
Oggi lo chiediamo a Albiera Antinori – Presidente di Marchesi Antinori
Nata il 21 Dicembre 1966 a Losanna (Svizzera) e residente a Firenze. Consegue il diploma di liceo classico a Firenze nel 1985, nel 1988 ottiene il Master IPSOA in Comunicazione d’Impresa e segue corsi di formazione finalizzati alla gestione d’impresa. Nel 1986 inizia a lavorare nell’azienda di famiglia Marchesi Antinori Srl esplorando i settori produttivi, commerciali e di marketing. Nel 1995 le viene affidata la responsabilità di Prunotto S.r.l., azienda storica del Piemonte di cui tutt’oggi mantiene la carica di Presidente dal 1998. Nel 2001 diventa responsabile della Comunicazione e Marketing di Marchesi Antinori S.r.l. e delle altre aziende di proprietà di famiglia. Dal 2006 si occupa della parte immobiliare dell’azienda, in particolare ha seguito la costruzione delle nuove cantine tra cui la cantina Antinori nel Chianti Classico (2012). Nel 2014 assume la carica di Vice Presidente di Marchesi Antinori S.p.a. e Consigliere in altre società del gruppo; successivamente, nel Luglio del 2016 viene nominata Presidente. Oltre all’attività nell’azienda di famiglia, riveste altre cariche nell’ambito di società e di associazioni di categoria, quali: Presidente del Consorzio DOC Bolgheri dal 2019; Membro del Consiglio di Federvini dal 2014 e Presidente del Gruppo Vini dal 2021; Membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Provinciale degli Agricoltori di Firenze dal 2013; Consigliere dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità – Grandi Marchi dal 2018.
Quando e come hai iniziato a fare vino?
Non c’è stato un momento preciso in cui ho iniziato. Dopo la mia prima vendemmia al Castello della Sala nel 1986 ho iniziato ad appassionarmi e capire il mondo del vino in maniera naturale e graduale, passo dopo passo. È nel DNA della nostra famiglia da secoli e ne sono stata subito attratta. Conoscere tutte le fasi della produzione poi è stato fondamentale per comprendere a fondo tutti gli aspetti dell’azienda.
Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?
Per quel che riguarda l’Italia, la Toscana non può che rappresentare una zona di riferimento, ma anche di ispirazione in quanto credo che ci sia ancora molto da scoprire, sperimentare e magari anche migliorare. Per quel che riguarda l’estero, il mio lavoro mi dà la possibilità di viaggiare in molte aree vinicole del mondo, entrando in contatto con realtà e culture anche molto diverse. La costa ovest degli Stati Uniti e la Maipo Valley in Cile sono le prime due zone vinicole che mi vengono in mente per ovvie ragioni. In generale credo che ogni zona possa essere fonte di grande ispirazione. Personalmente, quello che più mi affascina è la possibilità di entrare in contatto, conoscere e avere l’opportunità di lavorare con un territorio e con le persone di quel territorio, approcciandosi sempre con rispetto e con il desiderio di fare esperienza.
Qual è la tua firma stilistica?
Pragmatismo, caparbietà, equilibrio.
Come ti muovi in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?
L’essere eco-sostenibile, l’attaccamento alla terra, la sua salvaguardia e il rispetto dei suoi frutti sono valori che nella nostra famiglia si tramandano da 26 generazioni. In una realtà multigenerazionale come la nostra, l’attenzione alla sostenibilità e la responsabilità di lasciare alla generazione futura una situazione migliore rispetto a quella ricevuta è un obiettivo prioritario. Per questo la nostra conduzione in vigna non può che essere orientata alla sostenibilità, di cui gli elementi fondamentali sono il rispetto del territorio e degli equilibri naturali che lo compongono, e l’attenzione al mantenimento di tali equilibri. Tutto ciò gestito con un approccio artigianale che, partendo dalla vigna, si riflette in tutte le fasi di produzione del vino. I nostri collaboratori poi sono l’anima della nostra azienda. Molti di loro iniziano a lavorare da giovani per poi restare con noi tutta la loro vita lavorativa. Garantire loro il miglior ambiente lavorativo possibile è il minimo che possiamo fare.
Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide?
Forse una maggiore attenzione all’equilibrio, sia esso ambientale o sociale, in quanto orientate a ottenere armonia in tutte le cose.
Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?
Quanto ho iniziato a lavorare in azienda le donne coinvolte in questo settore erano effettivamente poche e in quasi 40 anni le cose sono molto cambiate. Già oggi si vedono molti esempi di donne che ricoprono ruoli di prim’ordine nel nostro settore e sempre di più ce ne saranno in futuro. Questo sia perché i nostri figli vengono educati diversamente ma anche perché oggi una donna è consapevole di avere tutte le capacità e gli strumenti che le servono per poter ambire a un ruolo importante, che non si limitano al mero fatto di essere donna.
Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?
Se da una parte abbiamo la troppa burocrazia a frenarci, dall’altra abbiamo un patrimonio vinicolo tra i più belli, eterogenei e invidiati al mondo. Caratteristiche che ci mettono nelle condizioni di poter esprimere eccellenze in diverse aree vinicole del nostro Paese.
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello
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