di Chiara Giorleo
Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.
Oggi lo chiediamo a Silvia Tadiello
Silvia Tadiello, la Signora del Groppello. Originaria dal Polesine si trasferisce in Trentino Alto-Adige per amore. Diplomata all’Istituto Agrario, oggi è un tecnico vitivinicolo, una grande appassionata del mondo del vino e madre di due figlie.
Con il marito Pietro gestisce l’azienda agricola di famiglia dove si occupa principalmente di accoglienza, di marketing, di grafica e di strategie aziendali.
LasteRosse Cantina LasteRosse in Val di Non – Trentino è il nome della loro piccola cantina. Coltivano solo 1 ettaro di vigna tra i monti della Val di Non a 750 metri di altezza dove la viticoltura diventa eroica. Sono custodi di un raro vitigno autoctono che si chiama Groppello di Revò e Silvia in questi ultimi anni si è dedicata personalmente alla salvaguardia e alla valorizzazione di questo autoctono, da questo progetto viene identificata come la Signora del Groppello.
Quando e come hai iniziato a fare vino?
Non ho una data di entrata nel fare vino ma da questo mondo non ne sono mai uscita.
Sono nata e cresciuta in campagna, da una famiglia di contadini dove le tipologie di vino conosciute erano solo Merlot o Malvasia. Il vino si faceva per casa ed i ricordi d’infanzia risalgono ai profumi e ai colori della vendemmia di settembre. A mio nonno che alla sera mangiava il pan biscotto pucciato nel vino rosso.
Diplomata all’Istituto Agrario, ho sempre lavorato come tecnico agricolo e tutt’oggi è ancora così, sono una determinata tecnico donna.
Dal 2009 entro in LasteRosse, una piccola azienda agricola con cantina che produce vini e spumanti di montagna davvero preziosi e rari. E qui sviluppo la mia creatività e la mia passione per il vino. Formazione ed attitudine mi portano poi ad occuparmi di diverse mansioni, ed è un dato certo che chi lavora in micro-cantine come la mia non veste solo un ruolo.
Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?
Sono affascinata dai vini con una forte identità territoriale. Mi piacciono i territori estremi delle isole, l’Alta Langa e la Valtellina.
All’estero amo l’eleganza dei vini di Borgogna e penso che dalla Francia ci sia ancora tanto da imparare in termini di marketing e comunicazione.
Credi che lo stile produttivo possa cambiare tra uomo e donna?
Non credo che lo stile produttivo dipenda dal genere uomo o donna. Penso che la differenza sia data dalla persona che lo produce, della sua filosofia e dalle sue scelte produttive.
Personalmente auguro successo a chi è coerente con le proprie scelte, chi resiste con coraggio e chi ci mette personalità.
Qual è la tua firma stilistica?
La mia firma è responsabile e sincera. Abbiamo scelto la purezza del vitigno autoctono, il vino pulito e diretto. Abbiamo scelto di raccontare le nostre montagne attraverso la verticalità, la mineralità e l’acidità. Abbiamo scelto il terroir e la nostra creatività.
Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?
Le difficoltà nel fare vino oggi riguardano la produzione di uva ed il mercato.
Mi ritengo fortunata perché noi coltiviamo le vigne tra le montagne, sembra ancora ben protetti, ma il cambiamento climatico si sente, si vede, è repentino e potente. È un argomento che riguarda tutti. Sento il bisogno di una maggiore attenzione verso la cura ed il rispetto di noi e della terra.
L’altra necessità è il saper dare il giusto valore ad ogni vino e saperlo vendere.
I vantaggi invece vengono dalle diversità. Avere tanti vitigni autoctoni, avere territori bellissimi e così diversi in poco spazio per me significa avere delle opportunità.
In che direzione sta andando il vino italiano secondo te?
Il vino come i prodotti “Made in Italy” è un patrimonio da tutelare. L’enogastronomia italiana è fatta di alta qualità, di storia e di tradizioni e dovrebbe avere il giusto valore. La direzione della valorizzazione è una sfida di mercato che condivido.
Poi mi piace anche l’informazione. Fornire tutte le informazioni, vere e precise permette di essere credibili, audaci e di educare nelle scelte.
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe
Dai un'occhiata anche a:
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione : 023 Il Rito condivisioni di gusto, a Carate Brianza la felicità a spicchi
- Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 012 Le Macine a Marina di Ascea
- Oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne
- L’uomo cucina, la donna nutre 8 – Maria Rina, la Signora del Cilento
- Il mondo del vino al femminile: le figure italiane coinvolte nel settore 13| Cinzia Benzi
- Il mondo del vino al femminile: le figure italiane coinvolte nel settore 15 | Laura Donadoni
- Gli indirizzi per mangiare la pizza con le cozze