Il passaggio più difficile, anche per l’enologo più affermato, è l’incontro con la tradizione monumentale. In Italia, per la verità, cantine capaci di evocare la storia sono ben poche, essendo la viticoltura moderna iniziata sostanzialmente dopo la crisi del metanolo, ma Leone de Castris è sicuramente una di queste. Da un anno l’incontro con Riccardo Cotarella, uno dei pochi winemaker da esportazione di cui il Paese può fare vanto, chiamato a fare i conti nientepopodimeno che con il mitico Five Roses e con il Salice Salentino rosso doc, due classici a cui si è inchinato anche il restyling grafico delle etichette presentate in un incontro a Lecce con la stampa specializzata. Abbiamo apprezzato la decisione strategica di non cedere alla Sirena chiamata Fiano su cui molte aziende pugliesi si stanno buttando come negli anni ’90 fecero con lo Chardonnay, a grande rischio banalizzazione dell’uva soprattutto in considerazione dei vertici espressivi molto alti raggiunti in Irpinia. Ecco allora Verdeca con il Massapia Salento igt 2008, ma soprattutto la Malvasia Bianca per il Donna Lisa Salento igt elevato in barrique e con grandi ambizioni di invecchiamento: uscirà infatti per la fine dell’anno se non dopo. Svecchiamento anche per il Five Roses nella sua duplice versione, in entrambe la mineralità è sostanziata dal frutto e da sentori opulenti di lampone e fragola e due rossi: il Salice Salentino 50a vendemmia riserva 2005 e il Donna Lisa, Salice Salentino rosso riserva doc 2004, entrambi da uva negroamaro con una percentuale del 10 per cento di malvasia nera di Lecce. Un rosso che si rivela anzitutto per la sua eleganza, i ricordi di frutta cotta, di selvatico o di cuoio sono un lontano ricordo, resta però intatta l’intonazione dolce del vitigno anche nella sua vinificazione in secco. Il Donna Lisa si presenta così svecchiato ed efficace, capace di farsi comprendere fuori dal Salento ma senza per questo rinunciare al carattere e alla forza del vitigno, su cui resta un solo dubbio irrisolto: la capacità di invecchiamento. Molto minerale, da impianto di circa 70 anni ad alberello con ben 7000 ceppi per ettaro e una resa di circa 50 quintali, il Donna Lisa conferma l’ambizione da top wine ad un prezzo assolutamente accessibile, parliamo in uscita della fascia tra 15 e 20 euro e il ritmo già individuato nel rapporto tra un grande professionista e una delle aziende più famose del paese. Una scossa di cui il Negroamaro aveva sicuramente bisogno.