LEONE DE CASTRIS
Uve: negroamaro e malvasia nera
Fascia di prezzo: 24-26 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 25/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 29/35
L’excursus che ho deciso di intraprendere sulle tracce della viticoltura pugliese di qualità non finisce mai di stupirmi. Continuamente vengono aggiunte e incastrate altre tessere a questo interessante puzzle e così si scoprono sempre nuove ed eccellenti realtà territoriali. Per lo più, queste realtà hanno il privilegio di appartenere massimamente a nobili e blasonati casati, che sono cresciuti esponenzialmente nel corso dei secoli.
Proprio com’è successo all’azienda Leone De Castris di Salice Salentino, in provincia si Lecce, che è connotata da una storia antica, titolata e lastricata di numerosi successi. Nel 1665 il Duca Oronzo Arcangelo Maria Francesco De Castris, Conte di Lemos (di chiare origini spagnole), fondò questa Cantina proprio nel posto ove sorge ancora oggi. Ad inizio del 1800 la famiglia De Castris si unì a quella di Leone Plantera. Nel 1925, poi, un rampollo di questa nobile famiglia, Piero, sposò Donna Lisetta De Castris, aggiungendo, attraverso questo sodalizio, un nuovo capitolo alla storia aziendale, che può vantare tra i suoi primati anche quello di aver creato nel 1943 il “Five Roses”, primo rosato imbottigliato in Italia. Dopo l’avvento di Salvatore, figlio di Piero e Lisetta, dalla fine degli anni ‘90 il management è passato nelle mani di Piernicola Leone De Castris, che ha implementato una produzione di vini altolocati, sempre solidi ed affidabili e così variegati e complessi. Tra gli altri, qui si può contare su tre etichette di vino spumante, di cui una, il Five Roses brut rosè, confezionata con metodo classico e con sola uva Negroamaro.
Ma la mia attenzione è rivolta soprattutto al vino top di questa azienda: Donna Lisa Salice Salentino Rosso Riserva Doc, millesimo 2006. La scheda aziendale ci dice che questa bottiglia è frutto di un uvaggio di Negroamaro al 90% e saldo di Malvasia nera. La tipologia del terreno è di natura argillosa e limosa, posizionato su gradini di appena 70-90 metri s.l.m. Il sistema di allevamento è quello classico ad “alberello pugliese” e i vitigni hanno più 70 anni, con una resa di 50 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata a fine settembre e l’uva appena raccolta è subito avviata alla vinificazione in contenitori d’acciaio. Il vino, poi, passa 18 mesi a maturare in barrique di rovere francese ed altri 12 mesi per l’affinamento in bottiglia. La gradazione alcolica arriva fino ai 14° C.
Nel bicchiere si coglie un colore rubino intenso, impenetrabile, come il semantico “sangue di piccione”, con sfumature granata. Il naso sfiora il bordo e subito viene investito da effluvi vivaci, balsamici, fruttati, che richiamano la frutta matura, le ciliegie sotto spirito e la confettura di prugne, cui si aggiungono note terziarie empireumatiche di legno tostato, caffè torrefatto e goudron. L’impatto del primo sorso sul palato ha un registro espressivo corposo, intrigante, coinvolgente e sottolineato da un’accentuata morbidezza che stempera la sensazione papillosamente calda, ma non bruciante. L’espansione tannica, pur profonda e pervasiva, è discreta e per niente prevaricante. II finale, abbastanza persistente, fa masticare la confettura di frutta rossa e lascia in bocca un piacevole retrogusto speziato. La perfetta temperatura di servizio si aggira sui 18-20 gradi, in abbinamento a primi piatti “decisi”, ad una bella “fiorentina” alla griglia, costolette d’abbacchio e formaggi di media stagionatura. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Salice Salentino (LE) – Via Senatore De Castris, 26 – Tel. 0832 731112 – Fax 0832 731114 – www.leonedecastris.com – Enologo: Marco Mascellani – Consulente Riccardo Cotarella – Ettari vitati: 250 – Bottiglie prodotte: 2.500.000.
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