DU CROPIO
Uva: gaglioppo
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
PUNTEGGIO: 88 (Alla vista: 5/5 – Al naso: 23/30 – Al palato: 26/30 – Non omologazione 33/35)
Dopo due anni questo vino convince ancora di più. Sia pure il naso non può dirsi esaltante, la cavalcata nel palato è notevole, impetuosa, davvero adatta a sgrassare ogni tipo di cibo rustico e contadino, compresa la ‘nduja con la quale abbiamo amato fotografarlo.
Una bottiglia da dimenticare in cantina e tirare fuori quando il vino serve da supporto, abbinamento, completamento. Ovvero per il motivo per cui è nato. Da sola la beva infatti non è facile da gestire, ma la ricchezza dell’acidità è tale che torna a far riempire il bicchiere do contonuo, fino a quando la bottiglia finisce. Se qualcuno avesse dubbi sull’uso da fare del Gaglioppo è questo il modo per risolverli.
La credibilità alla azienda verrà da più annate così prosperose e dalla possibilità di vinificare in autonomia.
Aspettiamo fiduciosi.
Scheda dell’8 giugno 2008. Pioveva fitto quasi come in inverno e la temperatura era scesa a 16 gradi, cosa di cui mai mi ricordo sia avvenuta a giugno da queste parti. L’idea del Gaglioppo, non come ambasciatore del verde degli olivi e dell’azzurro del mare di Cirò, ma come una madre comprensiva capace di accogliere nel grembo te bimbo impaurito. Non è stato possibile per me bere il Ripe perché è rifugiato nelle mie cantine nel Cilento, ma l’alternativa non me lo ha fatto rimpiangere.
Sempre Ippolito protagonista, Giuseppe per la precisione amico di Vito Puglia, anche lui questo inverno ha fatto faville nel meraviglioso Convento di San Michele di Salerno: è quarta generazione di viticoltori, figlio di Giovanni descritto da Mario Soldati: <Don Giuvà è il vino del medico della terra, il medico Du Cropio. In greco “coprio” è ciò che rende fertile la terra, e, per metatesi, nel dialetto cirotano, ancora oggi si usano i termini cropia e cropio. Dunque il medico Du Cropio è il medicio della terra: termine con cui gli abitanti di Cirò definiscono “il medico della terra”>. Giovanni, figlio di Francesco, è stato infatti dottore in Agraria, ha praticamente scritto lui il disciplinare della prima doc del Sud.
Oltre trenta ettari, Giuseppe produce solo vino rosso, il Don Giuvà, appunto, e il Serra Sanguigna Calabria igt con gaglioppo, malvasia nera e greco nero: bel packaging ecocompatibile, stile tradizione concordato con suo cugino Vincenzo Ippolito. In campagna siamo su colline con terreno calcareo e argilloso, si lavora sodo alle potature raggiungendo la media di circa un chilo per pianta, un po’ come Antonio Caggiano.
La qualità della frutta è dunque significativa: la fermentazione avviene in acciaio, poi per un anno e mezzo il vino resta in botte grande prima di passare in bottiglia senza chiarifica e filtrazione. Il risultato è un vino antico, forse moderno solo per il colore rosso rubino concentrato, ma in bocca, a meno di tre anni dalla vendemmia, si presenta infatti ancora bisognoso di lunga evoluzione: i tannini hanno infatti una funzione preponderante, il ché va molto bene se lo beviamo su un bel pecorino crotonese o su piatti strutturati, la freschezza è selvaggia, indomita, di lungo corso, la frutta ha un ruolo comprimario rispetto a queste componenti, voglio ricordare ancora la struttura e l’alcol davvero impressionanti. Non è dunque quello che si può definire un vino facile e piacioso ma, in questo caso sì, esprime una sua verità di territorio in modo molto deciso e convinto.
Dobbiamo, devo, dunque trasferire queste bottiglie nel Cilento, dove tra l’altro Mauro si è di recente tuffato intriso di vitalismo naturalistico alla Lawrence con mio compiaciuto gaudio, per riaprirle fra una decina di anni. Un grande rosso del Sud, in cui si rispecchia la tradizione orale del luogo in perfetta corrispondenza con le sensazioni del bicchiere.
Sede a Cirò Marina, via Sele 5
Tel. 0962.35515
www.viniducropio.it
Bottiglie prodotte: 250.000
Ettari: 30 di proprietà
Vitigni: gaglioppo, malvasia nera e greco nero
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