
di Gianfranco Laforgia
Ci sono cene che non si limitano a soddisfare il palato, ma diventano veri e propri viaggi nell’anima di un territorio. E quella del 7 marzo 2025 al Don Alfonso 1890 San Barbato è stata proprio una di quelle serate. Un evento speciale, intitolato “Don Alfonso e il Territorio”, che ha trasformato il ristorante stellato all’interno del San Barbato Resort Spa & Golf di Lavello in una celebrazione della Basilicata, attraverso il linguaggio più diretto e autentico che esista: quello del cibo.
Protagonisti della serata? La cucina d’autore dello chef Donato De Leonardis, la sapiente arte dell’abbinamento enologico curata dalle Cantine Terra dei Re, e ovviamente i prodotti di una terra generosa, reinterpretati con eleganza e rispetto.
Chi conosce il Don Alfonso 1890 San Barbato sa che non è un semplice ristorante, ma un punto di riferimento del territorio. Nato come estensione dell’iconico Don Alfonso 1890 della Penisola Sorrentina, questo locale porta avanti con fierezza la filosofia della famiglia Iaccarino: esaltare la cucina mediterranea con tecnica, passione e un pizzico di avanguardia.
A guidare la brigata c’è Donato De Leonardis, uno chef con un curriculum che parla da sé: esperienze al Trussardi alla Scala con Andrea Berton, collaborazioni con Carlo Cracco e una lunga scuola accanto al maestro Gualtiero Marchesi, prima come sous-chef e poi come executive chef. Dal 2018 è alla guida del Don Alfonso 1890 San Barbato, dove ha conquistato una stella Michelin e ha reso il ristorante un’eccellenza nella ristorazione lucana.
La serata del 7 marzo non è stata una cena come le altre, ma una narrazione fatta di sapori autentici e accostamenti studiati con maestria. Il percorso è iniziato con una serie di amuse-bouche, piccoli assaggi pensati per introdurre gli ospiti in un viaggio sensoriale nel cuore della Basilicata, accompagnati dalla freschezza minerale dello Spumante Brut Bianco “Vulcano 800”.

Poi, spazio agli antipasti:
• Carpaccio di gamberi rossi e capesante, arricchito dalla delicatezza della ricotta di bufala lucana e dal tocco deciso del chutney di pomodoro e olive nere di Ferrandina. Un piatto che gioca su contrasti di dolcezza e sapidità, esaltati dalle bollicine dello Spumante Brut Bianco “Vulcano 800”.
• Battuta di podolica con nocciole croccanti e pecorino di Forenza, un omaggio alla tradizione contadina, accompagnata dal Lerà Rosato IGP, vino elegante e strutturato che valorizza la carne con la sua freschezza.
Il primo piatto è stato un’interpretazione audace della cucina lucana:
• Pasta mista di Gragnano con fagiolo rosso scritto del Pantano di Pignola, cozze e salsiccia pezzente. Un piatto che gioca sul contrasto tra mare e terra, dove ogni elemento trova il suo equilibrio, esaltato dal profondo Pinot Nero IGP “Vulcano 800”.
Per il secondo, un inno alla creatività:
• Nero lucano con scampi e caciocavallo podolico, impreziosito da cime di rapa e ribes. Un piatto intenso e raffinato, in perfetta sintonia con il “Calata delle Brecce” Pinot Nero IGP, vino avvolgente e vellutato.
Dopo un sorbetto rinfrescante, il gran finale è stato un omaggio alla pasticceria lucana:
• Un dessert che gioca su contrasti e armonie: cioccolato, confettura extra di pera signora della Valle del Sinni e Aglianico del Vulture Terra dei Re. Un’esperienza di gusto completa, sublimata dal “Vulcano 800” Spumante Brut Rosé.
“Don Alfonso e il Territorio” non è stato solo un evento territoriale. È stata una celebrazione della Basilicata, della sua anima, delle sue eccellenze e della capacità di reinventarsi senza tradire le proprie radici.
Quando la grande cucina incontra il vino giusto, l’esperienza a tavola diventa qualcosa di più: un viaggio tra passato e futuro, tra storia e innovazione. E al Don Alfonso 1890 San Barbato, ancora una volta, la cucina si è fatta racconto, emozione, arte.
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