Restituire una precisa identità all’Agriturismo, inteso come scelta precisa di un consumo fatto di qualità, di rispetto per la natura, di cultura contadina: Dominga Cotarella, presidente nazionale di Terranostra, parla agli imprenditori campani titolari di imprese agrituristiche nella nuova sede di Coldiretti Campania, in piazza Matteotti a Napoli. C’è il presidente regionale Ettore Bellelli, che evidenzia i concetti chiave di multifunzionalità agricola, di sviluppo rurale, di ospitalità. C’è Manuel Lombardi, presidente di Terranostra Campania, che sottolinea l’importanza dell’agrihost, della necessaria sinergia con campagna amica. C’è una sala gremita di imprenditori del settore nella nuova sede voluta dal direttore Salvatore Loffreda. Dominga Cotarella, nota imprenditrice del settore vitivinicolo, prende la parola, infiamma la sala. Afferma con fierezza che Terranostra non è soltanto un contadino, un cuoco o un agricoltore, ma è dar voce a tutte queste realtà nel loro insieme. È il tema dell’alta qualità.
Dominga Cotarella, come far arrivare questo concetto?
«Attraverso la strada più semplice, istruire i ragazzi. In Terranostra qualsiasi categoria di età porta saggezza, i più anziani hanno dato tanto in questo mondo, mentre i giovani saranno i futuri clienti e, purtroppo, non è difficile vedere molti di loro affetti da disturbi alimentari, ad esempio bulimia o anoressia, che vivono il cibo come fosse un nemico, iniziamo invece a raccontare il legame sano che ci può essere tra noi e la nostra terra, le nostre radici, bisogna renderli colti e la cultura è anche saper comprare e saper vendere, ma anche saper mangiare bene, impariamo ad essere rigorosi con i ragazzi per un mondo migliore. Terranostra è un progetto unico nel suo genere, che oggi si innesta in un momento delicatissimo dove l’agricoltura viene messa in discussione».
Che spazio c’è oggi nel turismo gastronomico per gli agriturismi?
«Sono convinta che nel giro di un anno ci sarà una vera e propria rivoluzione che li vedrà protagonisti perché offrono la possibilità di vivere un’esperienza unica
Come si fa a distinguere un agriturismo vero da uno che finge di esserlo?
L’autenticità è fondamentale. Come Coldiretti abbiamo fin d’ora l’obiettivo di andare assolutamente a porci come garanti di questa qualità. Se si lavora creando delle sinergie anche tra Terrnostra e Campagna amica, in base alla mia esperienza, raggiungeremo grandi risultati. Quali sono i punti saldi del progetto? Cuoco contadino, maestro dell’ospitalità contadina e la rete di Campagna Amica».
Avete annunciato un progetto nuovo che parte proprio anche dal cuoco contadino in agriturismo…
«Il contadino deve essere sempre più centrale al pari dei grandi chef perché sono due figure che possono convivere, che non sono in contrasto, ma che raccontano quello che è un patrimonio: quello della Cucina Italiana. Ma accanto al contadino sarà sempre più centrale il maestro dell’ospitalità, una figura importante che ha l’arte dell’accoglienza».
Che situazione ha trovato in Campania, culla della Dieta Mediterranea?
«Questa è una terra che amo follemente, qui è cresciuta la mia famiglia che mi ha tramandato questa passione. Mia mamma mi ha sempre raccontato, attraverso le canzoni, attraverso le storie vissute, la bellezza di questa regione. Devo dire che ogni volta che vengo mi arriva questa energia, questa passione e mi vien voglia di tornare appena vado via».
Che vino ci vuole nell’agriturismo contadino?
«Il vino del territorio. Noi puntiamo sull’alta qualità dei prodotti locali: ripartiamo dalla campagna e dai contadini per trasferire valori sani».
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