Durante una goliardica e informale degustazione di grand cru della Cote de Beaune di annate a cavallo del 1990 avvenuta mesi fa presso il Ristorante Arco Antico di Savona ho maturato la convinzione che se c’è un terroir su cui il vitigno Chardonnay possa sfidare quello proveniente da “ Le Montrachet”, questo possa essere il Corton Charlemagne .
Il sito di Domaine Bonneau du Martray
Quando questi vini vengono lasciati maturare a lungo e nelle migliori condizioni i risultati nel bicchiere non è affatto detto che vedano emergere i costosissimi Montrachet.
Ovviamente sarà il savoir faire dei vignerons a fare la differenza, come capita quasi sempre in Borgogna, dove il millesimo e le denominazioni diventano in qualche modo secondarie nella scelta del vino da mettere in tavola.
Quindi, per non farsi troppo male al portafogli ed avere confortanti garanzie di qualità e reperibilità di un grande vino identificativo de “La Montagne de Corton”, una saggia soluzione sarà quella di stappare un vino del Domaine Bonneau du Martray di Monsieur de La Moriniére.
Questo per diversi motivi , tra cui appunto la reperibilità del prodotto , anche di parecchie annate mature, in quanto il Domaine dispone di una vastità enorme di vigneti Grand Cru per i parametri di quelle zone e quindi può permettersi di custodire in stock anche quantità di rilievo. Nove ettari e mezzo di chardonnay a cui si aggiunge l’ettaro e mezzo di pinot noir con cui viene prodotto l’eccellente Corton . Quest’ultimo ingiustamente sottovalutato resta per me una delle bevute di pinot noir più appaganti della Cote de Beaune, ed anche in questo caso, spendendo spesso molto meno di un Grand Cru di produttore di pari livello della Cote de Nuits.
Tornando ai bianchi, è interessante rilevare la differenza con i cugini della divina collina di Puligny-Chassagne innanzitutto per l’esposizione diversa delle parcelle di terreno che girano intorno alla Montagne de Corton, alcune delle quali beneficiando di un clima più fresco e arieggiato si salvano nelle annate dove la canicola fulmina quelle più esposte. Per farla breve basterebbe mettere il naso in qualche 2003 (annata torrida culminata con oltre 15 giorni consecutivi di temperature superiori ai 40 gradi) per rendersi conto che tutto sommato alcune parcelle di Corton Charlemagne hanno conservato un minimo di freschezza e non tutto è diventato confit come altrove.
Ma veniamo a vini di millesimi migliori, come ad esempio il 1992, che a seconda della conservazione ed alla benevolenza del tappo, ha conservato un carattere ed una complessità sontuosa pur mantenendosi fresco e cristallino. Mineralità e acidità sono termini descrittivi di cui spesso abusiamo tutti noi che ci dilettiamo a scrivere di vino, ma in questo caso non saprei come fare ad evitarli. L’esperienza empirica mi dimostra però che tra l’ultima bottiglia bevuta in Italia (da Cracco) e l’ultima stappata nel comune di Pernand Vergelesses (a chilometro zero), la differenza può anche essere netta. Il primo era arrivato al limite di scollinamento, il secondo dava la sensazione di essere stato risvegliato in un momento di chiusura e quindi addirittura ancora nelle condizioni di essere atteso a lungo.
Altre annate che ora potrebbero essere considerate in fascia pret à boire dovrebbero essere quelle del tris vincente 1995-1996-1997 , anche se proprio su queste favorevoli annate pare ci siano stati problemi con cospicue quantità di bouchon non proprio all’altezza del liquido messo in bottiglia e quindi il rischio di trovarsi di fronte a qualcosa sotto tono potrebbe essere importante.
Una buona alternativa rimane il 1999 , insieme a diversi millesimi dell’ultimo decennio, quasi tutti però da attendere ancora con pazienza.
Tornando brevemente al rosso, Bonneau du Martray ha secondo me infilato un poker (anche se non di assi ) nella sequenza 99-00-01-02 . Cosa rara da quelle parti, dove il clima raramente riesce ad essere così equilibrato per quattro millesimi consecutivi.
Nel complesso si tratta di uno dei Domaine più affidabili e seri di tutta la Borgogna, e in dettaglio intorno ai comuni di Pernand Vergelesses , Aloxe-Corton e Ladoix-Serrigny , intorno al caratteristico panettone di vigne che è la magica Montagne de Corton.
Dai un'occhiata anche a:
- L’Esclusiva MasterClass Cuzziol Grandi Vini | Vincent Girardin e la Borgogna, la Côte de Beaune e il Meursault a Palazzo Petrucci
- Prendersi il tempo con lo champagne Abele’ 1757
- 14° anniversario della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco
- La Maison di Champagne Bruno Paillard sceglie Napoli per l’anteprima nazionale dell’Extra Brut Millésime Assemblage 2015
- Chablis Valmur 2001 Grand Cru Albert Pic
- Inside Krug’s Kitchen: dieci anni di “Krug X” a Parigi. Noi ci siamo stati
- Nuits-Saint-Georges 2014 Premier Cru – Domaine Chevillon
- Pouilly-Fumé Appellation Pouilly Fumé Contròlée 2020 Tradition Cullus Vieillies Vignes – Domaine Masson- Blondelet