E’ un matrimonio felicemente appassionato quello tra Dom Ruinart e Enoteca La Torre a Villa Laetitia a Roma. Nell’elegantissimo ristorante bistellato sulle sponde del Tevere si è celebrato il lancio dell’annata 2013 della cuvèe di punta della Maison di Reims.
Uno champagne di grande profondità e tradizione con elementi assai innovativi, proprio come la cucina di Domenico Stile che ne ha esaltato le principali caratteristiche.
Dom Ruinart prende il nome da Thierry Ruinart, il monaco benedettino studioso presso l’Abbazia di Saint Germain-des-Prés che per primo colse la novità di questo vino spumante che tanto piaceva ai giovani aristocratici parigini. Suo nipote Nicolas fondò nel 1729 la Maison, che a tutt’oggi è censita come la più antica azienda champagnicola al mondo. La ventottesima edizione di questa cuvèe composta di soli vini a bacca bianca provenienti per il 70% dalla Cote des
Blancs e per il 30% dalla Montagne è caratterizzata dalla tappatura con tappo a sughero durante l’affinamento in bottiglia in luogo del più comune utilizzo del tappo corona. Secondo lo chef de cave Frédéric Panaiotis, questa tecnica consente di sfruttare il poco ossigeno della traspirazione dal tappo di sughero per aumentare la complessità del prodotto.
In effetti, l’esito è a dir poco magnifico.
Un suadente, seducente equilibrio tra le note di crosta di pane e di lievito, di fiori gialli, di scorza di agrumi quali cedro e bergamotto e un caffè tostato per nulla invadente, conferiscono a questo champagne una vitalità e una versatilità non comuni.
Ha accompagnato a dovere uno dei magnifici piatti dello chef Stile che ha dimostrato abilità ed agilità nel fare l’equilibrista tra grandeur francese e calore mediterraneo: il suo risotto al limone amalfitano, vongole veraci, cannolicchi e yogurt di bufala ha letteralmente “illuminato” lo champagne esaltandone le note agrumate sopra menzionate. Parimenti, il piatto che l’ha preceduto, l’uovo con taleggio di bufala e sentori di sottobosco ne ha estratto le note vagamente terrose, dimostrando che la cucina di Stile è ricca e matura.
Un particolare plauso all’agnello “alla Villeroy”, una ricetta della cucina classica francese reinterpretata con classe che costituisce un caposaldo dell’Enoteca La Torre, esaltata dal Dom Ruinart Rose 2009, carico di sentori floreali, petali di rosa su tutti e frutti di bosco sullo sfondo.
Gran finale con la kermesse di dolci cui il bravissimo sommelier Rudy Travagli ha abbinato il Dom Ruinart 2002, un prodotto che dimostra l’eccezionale longevità di questo champagne.
Un’esperienza di assoluta eccellenza, per la qualità di entrambi gli attori.
Enoteca La Torre è un ristorante di livello altissimo che merita i riconoscimenti che ha ottenuto e Dom Ruinart non lo scopriamo oggi: semplicemente una delle massime espressioni del blanc des blancs, senza nulla togliere al rosè.
Per tutto il mese di novembre il ristorante romano offrirà un menu degustazione ritagliato per Dom Ruinart 2013 con una bottiglia inclusa del medesimo al costo di 800 Euro a coppia. Il solo Dom Ruinart esce sul mercato a 275 Euro.
E’ uno dei casi in cui si dovrebbe dire: Dom Ruinart val bene una messa.
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