Una spettacolare e suggestiva presentazione allo storico teatro fiorentino della Pergola ha introdotto il Dom Perignon Rosé 2005 alla stampa specializzata italiana. Un classico presentato nel modo più classico che si annuncia con un lungo percorso da fare nonostante gli undici anni di attesa. Lo stesso periodo che segna l’impegno di Vincent Chaperon in azienda che non manca di sottolineare che fu proprio nel 2005 che fece ingresso nel mondo di Dom perignon. La 2005 è stata definita in Francia un’annata dai forti contrasti, globalmente calda e secca. L’iniziale entusiasmo dato dalla calura di agosto è stato temperato dalla frescura e dalle piogge di settembre. Alla vendemmia si è resa necessaria una drastica selezione per ottenere infine un raccolto limitato ma di eccezionale qualità, con una maturità aromatica senza pari. La vendemmia è iniziata il 14 settembre.
Il risultato è uno Champagne che vira sul vino, un bicchiere gastronomico come ha dimostrato il gioco sulle carni di stile italiano e giapponese nella cena seguita alla degustazione tecnica.
«Nel Rosé, il Pinot Noir è il vero protagonista, con tutto ciò che questo comporta in termini di attenzione ai processi di vinificazione, assemblaggio e creazione di un’affascinante complessità organolettica – ha sèpiegato Vincent Chaperon, enologo di Dom Pérignon – Pur rimanendo uno Champagne, Dom Pérignon Rosé ne varca i confini di gusto e semantici, avvicinandosi al territorio dei grandi rossi. E la maturità aromatica del millesimato 2005 ne è testimonianza».
In una fase in cui si punta sempre alla scoperta di nuovi produttori il ritorno al classico è forse la moda più confortevole. Rispetto al nostro gusto una punta in più di acidità non sarebbe guastata, ma è proprio in questa armonia di equilibrio forse la cifra giusta di questa annata Dom Perignon.
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