di Antonio Di Spirito
In un webinar della serie “DOC Friuli and Friends” ho avuto modo di assaggiare una qualificata selezione di vini Friulano della DOC Friuli, consorzio trasversale su tutte le denominazioni friulane, descritto in un precedente articolo, a proposito del vino Refosco.
Il vino friulano, prodotto unicamente dall’omonimo vitigno, ha alle spalle una lunga e tormentata storia.
Da documenti ufficiali, che risalgono ad oltre due secoli fa, sembra sia stato importato dall’Ungheria in Friuli Venezia Giulia, dove ha assunto il nome Tocai Friulano, ed in Veneto, dove ha assunto il nome Tai.
Il Tokaji ungherese, in effetti, è frutto di un assemblaggio di uve prodotte in quella zona geografica ed i vitigni utilizzati sono il furmint (in quantità prevalente), l’harzevelu e muscat lunelu. Le uve, lasciate in appassimento ed attaccate dalla muffa nobile, dopo un lungo processo di vinificazione, producono un vino dolce.
Studi genomici recenti escludono qualsiasi analogia tra il tocai friulano ed i vitigni ungheresi, anzi, dimostrerebbero analogie con un vitigno francese, ormai scomparso: il sauvignonasse.
E’ bene ricordare altre due leggende su questo vitigno e su questa vicenda.
La prima narra che il vitigno ungherese furmint derivi dal nome della nobile friulana Aurora Formentini, che nel Seicento, quando andò in sposa al conte ungherese Adam Batthyany nel 1632, portò in Ungheria, come dote matrimoniale, anche «…300 vitti di Toccai…», come recita il contratto matrimoniale.
La seconda narra che nel 1347 i soldati di Ludovico d’Ungheria, accreditati presso il re di Napoli, riportarono in patria tralci dell’uva falanghina, presi nei dintorni di Pozzuoli, e che, trapiantati nella loro zona, sarebbero diventati i progenitori del vitigno furmint da cui si trae oggi il prezioso tokaji.
Resta il fatto che, dopo una lunghissima vertenza, la Corte di Giustizia Europea ha decretato che il vitigno friulano NON potrà più chiamarsi “tocai friulano”, troppo simile alla zona vitivinicola ungherese; così il nome è stato sostituito con il nome “friulano”.
Il friulano è il quinto vitigno fra quelli più utilizzati nella regionale Friuli, il secondo vitigno autoctono, ed occupa 1.517 Ha di vigneti friulani.
Da questo vitigno si ricava un vino di buona struttura, ricco e fine, che assomma profumi floreali, di erbe aromatiche e di mandorla; trova facile abbinamento sia con il locale Prosciutto di S. Daniele che con asparagi, ma anche con crostacei e formaggi a pasta molle.
Va comunque ricordato che il Friulano è il vino bianco friulano per antonomasia, è il vino dell’aperitivo ed ha buona capacità d’invecchiamento.
I vini degustati
Obiz – Friulano 2019 Friuli DOC
Le terre di OBIZ si trovano nelle vicinanze di Aquileia, posizionate a 13 km dal mare di Grado, a 10 km dalla -fortezza di Palmanova ed a 27 km dalla città di Udine. Il tipo di terreno è costituito in prevalenza da scheletro e sabbie fini; la densità si aggira sui 4000 ceppi per ettaro con un’età media di 25 anni; il tipo di allevamento scelto è il sylvoz. Siamo davanti ad un vino esuberante al naso co profumi di rosa e lavanda, mandorla matura e refoli di frutti canditi. Il sorso è caratterizzato da una buona freschezza e dal sapore di confetto; si completa con sapidità e con una fine speziatura.
di Lenardo – Toh! 2019 Friuli DOC
L’area di produzione, Palmanova, beneficia della vicinanza alle Alpi, che bloccano i venti del nord, e dell’influenza del vicino mare; questa concomitanza contribuisce a temperare il clima durante tutto l’anno. Il terreno è un misto di scheletro ed argilla ed il sistema di allevamento è il Guyot laterale. Per la vinificazione si avvale di una pressatura soffice sottovuoto, facendo attenzione a non rompere i vinaccioli. Quindi il mosto viene trasferito in vasche d’acciaio, ad una temperatura controllata di circa 15°, dove avviene la fermentazione. In questo vino dominano le note di mandorla tostata e confetto sia al naso che al palato, dove si alternano note di frutta surmatura e di acidità spigolosa.
Borgo delle Oche – Friulano 2019 Friuli DOC
I vigneti sono a Valvasone, in zona Friuli Grave e giacciono su terreno limaccioso-sabbioso con prevalente scheletro; il sistema di allevamento è il classico Guyot. Dopo una breve macerazione a temperatura ambiente ed una soffice pressatura, il mosto viene posto in decantazione per 6 giorni a circa 5 °C; viene, poi, e posto in contenitori d’acciaio a temperatura controllata per la fermentazione; quindi, viene affinato per circa 10 mesi sulle fecce fini. Profumi di mandorla, erbe aromatiche e lavanda in primo piano; il sorso è ricco e scorrevole, caratterizzato da sapori di frutta gialla e mandorla; ha buona freschezza ed è intensamente speziato e sapido.
Antonutti – Friulano 2019 Friuli DOC
I vigneti sono in Friuli Occidentale, in pianura, su terreni prevalentemente ciottolosi di origine alluvionale e sono allevati a Guyot, con una densità di 4.500 ceppi per ettaro. Alla macerazione a freddo, che avviene a una temperatura di 6-8°C, segue una pressatura molto soffice ed una lenta fermentazione alla temperatura di circa 16°C in contenitori di acciaio, dove avviene la maturazione con frequenti batonnage per sei mesi circa. Mandorla amara ed erbe aromatiche lo caratterizzano al naso; il sorso è ricco di frutta gialla, mandorla tostata e leggermente amara; è molto sapido e un altro pizzico acidità lo renderebbe più vivace.
dePuppi – Friulano 2019 Friuli DOC
L’azienda si trova a Moimacco (a tre km da Cividale del Friuli), dove è situata anche la cantina di produzione ed uno dei due corpi dei vigneti esteso circa 20 ettari. Il suolo è ciottoloso.
Le uve vengono sottoposte ad una breve macerazione in assenza di ossigeno ed a basse temperature, per alcune ore. Segue la fermentazione con lieviti selezionati, a temperatura controllata tra 15° e 17°, in vasche di acciaio inox. Molto variegato al naso con note floreali, di lavanda e di mandorla; il sorso offre sapori di pera e mandorla, è sapido, affilato e speziato; ha un ottimo equilibrio ed è abbastanza elegante.
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