Lui, Stefano Bonilli, ha preferito “suicidarsi” da Facebook. L’altro, Alberto Cauzzi, non ha mai creato l’account.
E’ l’unica cosa che vede d’accordo i due dopo il divorzio tra Passione Gourmet e Gazzetta Gastronomica annunciato da un post asciutto pubblicato ieri mattina.
La rottura è consensuale, senza stracci che volano, solo freddezza e auguri di cortesia come si conviene tra persone perbene.
Formalmente il motivo è la famosa Guida 2.0 libera nos a malo di tutti i guai e le lentezze della carta stampata.
Cauzzi ci crede e la vuole realizzare, Bonilli ritiene che non ci sia necessità di un’altra guida.
Forse la sostanza è nel fatto che Passione Gourmet, nella persona di Cauzzi e Bentivenga, aveva voglia di fare una guida in totale autonomia di giudizi e che un professionista come Bonilli non aveva alcuna voglia di mettere la faccia a valutazioni clamorosamente strampalate come, ad esempio, il 15 a Gennaro Esposito.
Il passaggio dalla carta alla rete elimina sicuramente costi e molti svantaggi, ma non una condizione da cui non si può prescidendere per conquistare la web reputation: una redazione di professionisti coordinata da un professionista.
Solo quando un editore vero crederà in questo progetto e investirà di conseguenza potremo davvero avere il passaggio.
Il resto è velleitarismo e dopolavorismo.
Stefano Bonilli, grande professionista, questa valutazione deve averla fatta da parecchio, però deve stare forse un po’ più attento: è già al secondo divorzio in rete in poco tempo.
La sua web reputation fa gola a molti ed è meglio affidarsi a chi, come si dice a Napoli, si sa misurare la palla.
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