Ci eravamo lasciati alla Dogana Aragonese di Flumeri, nella scorsa edizione della Disfida del soffritto. Lì era risultata vincitrice la comunità del cibo di Bovino e come da regolamento, il piccolo ma incantevole comune della Daunia, che fa parte del club “ I Borghi più belli d’Italia”, ha ospitato l’edizione 2014. Bovino è arroccato su un rilievo ai cui piedi passa la stada statale delle Puglie. Culturalmente, ma anche geograficamente, i bovinesi sono molto più vicini agli irpini che ai foggiani, prova evidente ne è la cultura del maiale intesa come massima espressione dell’economia rurale delle tradizioni.
Il fine ultimo della manifestazione organizzata da Slow Food Campania e Puglia era quello di rimarcare l’esigenza di conservare, valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni un patrimonio culturale su cui si fondano le nostre identità.
Il posto centrale che occupa tale tradizione nella memoria storica delle due comunità ha fatto sì che si sia potuto condividerne e mettere a confronto le rispettive usanze e ricette. E lo abbiamo fatto, come giuria tecnica(da me indegnamente presieduta), secondo il programma della giornata che prevedeva un tour per i vicoli del centro storico e nei giardini dello spendido castello.
Lungo il percorso sono state allestite le diverse postazioni delle comunità partecipanti alla disfida che hanno proposto, in questa fase, la propria cultura di “colazione contadina”.
Girovagare per i vicoli del centro storico di Bovino è stata anche un’occasione per ammirare le bellezze di un’architettura che è a metà strada tra la concezione irpina e quella daunia. Beh certo, degustare circa venti diverse colazioni contadine … “non è stata una passeggiata”, ma ligi al dovere di integerrimi giurati, ci siamo sforzati di arrivare alla fine!!!
Alla fineee??? Ma quale fine, era solo l’inizio!!! Subito dopo le colazioni contadine ci sono toccati altrettanti soffritti da valutare con attenzione ed imparzialità…Ci insediamo ad un tavolo preparato nel tendone della festa, ci facciamo il segno della croce e…procediamo. La cavalcata è lunga, almeno due ore inchiodati al tavolo per carpire le diverse sfumature dei piatti. Quello che mi ha colpito di più è il grande impegno che hanno profuso tutte le comunità, nessuna esclusa. Un impegno che in qualche caso ha persino sfiorato l’ansia da prestazione…;-)) Ma comunque è lodevole lo spirito di sacrificio e la gioia con cui la manifestazione è stata affrontata da tutti, giovani, donne, ma anche anziani!!!
E’ stato bellissimo ospitare al nostro tavolo Filomena Ruscillo, una simpaticissima vecchietta che pur essendo quasi centenaria … si nascondeva gli anni. Grande abnegazione, stranamente per i nostri tempi, anche da parte degli amministratori, con il sindaco di Bovino Michele Dedda in testa.
Ha persino servito ai tavoli e addirittura … pagato il biglietto!!! Ma l’anima della manifestazione, come sempre, è stata Franco Archidiacono, coadiuvato dall’ottimo Alessandro Barletta, sì “faccia di Pasqua” :-) e dal bravissimo Salvatore Taronno, fiduciario di Slow Food Foggia e Monti Dauni. Un grandissimo apporto è stato dato anche dalla Pro loco di Bovino. La giuria, da me sempre indegnamente presieduta, era composta da Antonello Del Vecchio, presidente di Slow Food Puglia, dal Prof. Agostino Sevi, preside della facoltà di Agraria dell’Università di Foggia, da Antonio Muci, giornalista enogastronomico, Alberto Capasso, vice presidente Slow Food Campania, Lugi Tecce, produttore vitivinicolo, Donatella Zampelli, Slow Food Taburno, Giovanni Fratta, piccola tavola Slow Food Foggia e Monti Dauni, Mario Carrabs, cultore enogastronomico, Peppe Picardi presidente dell’Ass. enogastronomica “La Botte dei Saperi”di Acerra (Na).
Presidente del collegio sindacale (sì avevamo anche un collegio sindacale), dott.ssa Antonella Paladino (per gli amici Federica),
garante del corretto svolgimento delle votazioni (se non siete d’accordo, prendetevela con lei!!!) :-).
Questa la classifica: vincitrice la comunità di Paternopoli, al secondo posto Flumeri, al terzo Taurasi, al quarto Bovino e poi via via, ad una incollatura, tutte le altre comunità.
Che cosa ci resta da questa splendida manifestazione? Sicuramente la gioa di essere stati insieme ad un migliaio di persone festanti e provenienti da due splendide regioni del nostro Sud, ma anche la solidarietà del lavoro di gruppo svolto con abnegazione e felicità, ben sapendo di contribuire ad una causa nobilissima qual è quella di fare qualcosa per il futuro dei nostri figli e della nostra terra.
Arrivederci alla disfida del soffritto edizione 2015, a Paternopoli(Av)!!!
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