C’è poco da fare, niente è evocativo e profondo come il vino. Non è certo un caso che sia protagonista di poesie e canzoni sin dai tempi in cui l’uomo ha avuto coscienza di se. Bevo questo Aglianico in un posto magico, l’ex locale di Frank Rizzuti. Lui era un bravo cuoco dal carattere un po’ difficile ma capace di mettersi in discussione sino ad essere la prima stella della Basilicata, a Potenza.
Adesso, in quello che era il suo ristorante c’è un ragazzo, Massimo Carleo, che ne raccoglie in qualche modo il testimone. E la bottiglia di Aglianico del Vulture era l’unica possibile da stappare in questa circostanza, perché un rosso rassicurante, che non ha fretta, esprime gli spazi lucani, la terribile esplosione di 700mila anni fa che ha segnato il profilo del territorio. Si parla di raccoglimento e di memoria. Anche di gioia per aver vissuto e raccontato una stagione straordinaria, quando la gente no nschiumava le proprie frustrazioni sui social network come oggi. C’era il senso della distanza e soprattutto il senso della misura.
L’Aglianico di Alfredo Cordisco ci è sempre piaciuto molto. Eleganza e finezza sono i tratti distintivi di una bottiglia che si beve tutta con un piacere immenso e lungo. Ancora giovane, cosa vuoi che siano quattro anni per un bicchiere del genere.
Si abbina al pollo, alla pasta, a tutto.
Ci rilassa, finalmente. A me piace molto stare in questi luoghi silenti dominati dalla natura e popolati da gente incazzosa ma operosa. Mi piace molto e sempre di più con il passare del tempo. Il chiacchiericcio della città diventa come una radio che gracchia. Io bevo l’Aglianico di Eleano, sto con un amico appassionato di territorio, con buona cucina e non mi manca nulla.
Cioè, sono felice.
Sede a Ripacandida. Località Pian dell’Altare. Tel 0972.722273. www.eleano.it
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