Diego Vitagliano,da studente svogliato a numero uno

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Diego Vitagliano

Diego Vitagliano

di Mariangela Barberisi

«In tanti mi hanno chiesto di condividere il mio lavoro, mi hanno proposto di firmare accordi con cifre da far girare la testa, ho sempre rifiutato perché tutte le sere sto al banco a preparare le pizze. Ho 115 collaboratori e potrei anche dedicarmi alle pubbliche relazioni ma questo sono io ed è ciò che amo fare».
Determinazione, coraggio, umiltà e tanta passione sono queste le caratteristiche di Diego Vitagliano, classe ’85, il maestro pizzaiolo che oggi ha tre pizzerie tra Pozzuoli, Bagnoli e Napoli che grazie al suo 10 Diego Vitagliano Pizzeria, in poco tempo ha scalato le classifiche mondiali: tre Spicchi Gambero Rosso 2024, primo sia nella 50 Top Pizza Italy 2023 sia nella 50 Top Pizza World 2023 e inserito nella 40 Under 40 Food Industry di Fortune Italia.
Napoletano doc, originario di Borgo Sant’Antonio Abate, giovanissimo, appena 16 anni, lascia i banchi di scuola, ma il papà impiegato come la mamma, deicide di avviarlo ad un mestiere. Inizia così la sua lunga gavetta entrando a far parte dello staff di Carmnella, la pizzeria storica alle spalle di piazza Garibaldi, guidata da Vincenzo Esposito, un pizzaiolo all’antica che insegnava il mestiere ai ragazzi per toglierli dalla strada. Qui consegnava le pizze a casa, poi decise di passare da Leopoldo, il tarallificio di via Foria, perché «ero giovane e non volevo lavorare il sabato sera».
Infine la decisione di tornare sui suoi passi dagli Esposito: «ho assorbito come una spugna i segreti di Salvatore, il papà di Vincenzo, osservando il modo in cui stendeva l’impasto. A questo punto avevo la certezza che il pizzaiolo sarebbe stato il mio futuro ma non avevo ancora capito come, sapevo però che desideravo fare la differenza». A 23 anni, approdato ai Camaldoli, si mise alla prova lavorando, per la prima volta, ad un impasto.
La pizza conquistò tutti e dopo alcuni anni, arriva la svolta che aspettava da tempo: «mi chiamarono in giugno – racconta il Dios della pizza – nella zona di Pozzuoli c’era un locale che rischiava la chiusura. Mi chiesero di fare un esperimento e provare a farlo funzionare. Mancava qualcosa in quel momento e decisi di puntare anche sui social. Nel giro di un mese passammo da 20 a 700 pizze al giorno. Fu allora che proprio Il Mattino mi definì il ‘Diego Maradona’ del mondo delle pizze».

La sua prima pizzeria, aperta nel 2016 sul lungomare di Pozzuoli, diventò ben presto troppo piccola. Così l’anno successivo decise di investire nel quartiere Bagnoli, a Napoli, con la sua prima 10Pizzeria Diego Vitagliano, alla quale seguirà una seconda apertura nell’aprile 2019 a Pozzuoli. In questi anni diede il via a nuovi esperimenti, espandendo gli spazi del locale a Bagnoli e dedicando un’area di circa 150 metri quadrati solo allo studio delle farine e dei differenti impasti, creando la pizza ‘a canotto’, con il cornicione alto, utilizzando per la preparazione tecniche diverse dal solito che hanno conquistato soprattutto il pubblico giovane. Insieme a Carlo Sammarco e a Enzo Bastelli è stato di fatto il gruppo napoletano promotore di questo movimento chiamato prima dei gommoni e poi dei canotti per via proprio del cornicione molto pronunciato che tende ad esaltare l’impasto preparandolo dunque a nuovi e più importanti condimenti. Un prodotto sicuramente diverso dalla pizza tradizionale che ha il marchio europeo Stg ma che condivide con questa la scioglievolezza assoluta ed è per questo che i più adesso la definiscono “pizza napoletana contemporanea»
La staticità per Vitagliano è un concetto da bandire. «Volevo proporre qualcosa di unico per Napoli – rilancia il pizzaiolo – la possibilità di assaggiare un impasto leggermente più croccante, una scelta naturalmente che fece gridare allo scandalo. Oggi abbiamo anche un’area settica destinata esclusivamente al senza glutine. Nelle mie pizzerie il cliente viene coccolato, la pizza viene abbinata alla carta dei vini e delle birre. Il personale è qualificato e c’è la possibilità di prenotare una degustazione con vino e pizza che gestisco direttamente io. Questa è la mia filosofia, nei miei locali c’è allegria, ci sono i bambini, le famiglie. Vorrei trasmettere magia, la stessa che provavo quando mangiavo la pizza con i miei genitori da bambino».

Vitagliano dunque, papà di Ilaria e Flora, in attesa dell’arrivo del piccolo Riccardo, ha già in mente tanti progetti per il futuro: dopo l’esperienza in Qatar a Doha durante i Mondiali nel 2022, e una a Ponte Milvio in franchising che però ha chiuso, l’obiettivo è quello di riaprire nella Capitale al più presto gestendo tutto direttamente, proprio come fa con le tre pizzerie di Napoli e di Pozzuoli.


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