Rapina a Vitagliano. I drammatico video, la solidarietà, il sorriso che non sparisce. Questa l’intervista che abbiamo pubblicato oggi sul Mattino
di Luciano Pignataro
Una rapina a cui ha reagito con tanto sangue freddo. Diego Vitagliano è nato e vissuto nella zona di corso Garibaldi dove certe cose si imparano subito sin da piccoli. E si ricordano sempre, anche quando, 33 anni il prossimo 9 settembre, sei un pizzaiolo di successo e magari inizi a rilassarti dimenticando gli insegnamenti della strada.
L’altra notte erano in tre quando lo hanno bloccato, messo in ginocchio, perquisito con una pista puntata sulla testa e preso tutto l’incasso della giornata della sua Pizzeria 10, si il numero di Maradona, a via Nuova Agnano 1. La rapina, meno di due minuti in tutto, è stata ripresa da una delle telecamere di sorveglianza e poi postata su Facebook all’alba diventando immediatamente virale. Ma il messaggio finale del suo post, pizzaiolo social, è positivo: “Ho avuto paura si tanta paura , ma questo non servirà a farmi odiare la mia città. Napoli è la mia vita e 10 è una realtà di Napoli. Oggi è Santa Rosa mangiamo le sfogliate alla crema, domani sarà un altro giorno pieno di sole”.
Diego quando hai capito di essere in pericolo?
“Subito, avevo varcato la soglia del cancello automatico del garace vicino alla pizzeria quando ho sentito uno scooter e mi sono girato, erano tre e ho subito capito”.
Come hai reagito?
“Sono stato fermo non potevo fare nulla. Uno e rimasto a bordo della moto e gli altri due mi hanno subito immobilizzato mettendomi in ginocchio minacciandomi con una pistola puntata sulla testa”.
Ti hanno detto qualcosa?
“Sì. Vitagliano non ti muovere o ti sparo in testa”.
Dunque erano napoletani.
“Assolutamente sì”.
Hai potuto vedere qualcosa?
“Sicuramente erano professionisti, non drogati o improvvisati, che stavano studiando il colpo da qualche tempo. Avevano il casco e delle sciarpe per coprirsi completamente. Del resto ho potuto vedere ben poco perché prima sono stato abbagliato dal faro dello scooter e poi non ho avuto tempo per riflettere. Ricordo solo uno scooter nero.”
Poi cosa è successo?
“Il guidatore è andato oltre il cancello, uno mi teneva la pistola puntata in testa e l’altro ha preso l’incasso della giornata e poi l’orologio”.
Quanto è stato l’incasso?
“Sinceramente non lo so, adesso faremo la verifica con gli scontrini e poi devo fare l’inventario di quello che avevo in borsa per la denuncia”.
Cosa hai fatto dopo?
“Istintivamente ho fatto qualche passo verso il cancello. Ho visto che nella fretta gli è caduta la pistola e sono tornati indietro a prenderla”.
Un’esperienza che in tanti a Napoli hanno provato, ma è comunque brutta e difficile da digerire. Eppure su Facebook hai lasciato un messaggio positivo.
“Certo, perché ho pensato che tutti avrebbero iniziato a parlare male della nostra città. E invece no, questa gente non è Napoli, Napoli siamo noi, noi pizzaioli che lavoriamo ogni giorno 12 ore e con noi tutte le persone oneste. La nostra città è sempre più bella e piena di turisti, non dobbiamo spaventare la gente.”
Purtroppo però siete diventati una categoria a rischio. Ricordo gli atti vandalici da Sorbillo ai Tribunali, da Gaetano Paolella ad Acerra, alla pizzeria di Palazzo petrucci in piazza San Domenico Maggiore.
“Tutti i lavori che finiscono di notte sono un po’ più pericolosi degli altri. Poi adesso sulle pizzerie c’è tanta attenzione. Ma per me non cambia nulla, dopo essere stato con le forze dell’ordine ho ripreso a lavorare subito, l’impasto certo non può aspettare. Napoli non c’entra nulla, ormai in tutte le grandi città italiane ci sono questi fenomeni. Forse noi siamo solo un po’ più rassegnati, ci arrabbiamo meno”.
Secondo te è una rapina come le altre o uno sfregio?
“Bah, nel nostro ambiente ci sono molte divisioni e tante invidie ma sinceramente non penso che si possa arrivare a questo. Credo che sia una rapina fatta da professionisti che mi avevano studiato bene anche perché la posizione della pizzeria è favorevole, sta ad angolo sulla strada”.
Basterà il video a identificarli?
“Non lo so, spero che ci siano anche altre telecamere nei dintorni”.
Se dovessi incontrare di faccia questi tre rapinatori cosa gli diresti?
“Ma perché fate questa vita di merda rischiando la vita? Venite a lavorare da me in pizzeria così diventate uomini”.
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