di Tommaso Esposito
Proviamo a stilare una Top Ten dei pizzaioli (di sicuro potremmo ampliarla, stay tuned) che in futuro si faranno strada alla grande e segneranno di maggiori successi il loro lavoro.
Ci sono giovani, ma qualcuno è meno giovane.
Stanno facendo bottega con i loro genitori o hanno fatto palestra con qualche nome di spicco oppure hanno fatto la scelta di rimodulare completamente il loro modo di lavorare in precedenza.
Tutti, però, sono pronti a salire in cattedra a spiegare cosa significhi farina, lievito, idratazione, lievitazione, maturazione, cottura.
Tutti farciscono il disco di pasta con materie eccellenti soprattutto campane.
Tutti fanno una pizza che vale la pena di andare a provare.
Tutti lavorano intensamente, ma sono un po’ defilati rispetto ai riflettori mediatici.
Cominciamo, ma non è un ordine crescente o decrescente è semplicemente una lista, con
Carlo Sammarco Pizzeria la Cantina dei Mille. Una bella scoperta, un ragazzone pieno di entusiasmo che ha rivoluzionato la pizzeria di famiglia a Piazza Garibaldi di fronte all’uscita della Stazione Centrale, in un punto strategico per la mobilità metropolitana.
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Ivano Veccia, Pizzeria Il Limoneto a Forio d’Ischia. Scuola e modello Enzo Coccia, ha portato una ventata di freschezza, complice Nello Calise il proprietario che gli dato carta bianca, sull’isola maggiore del Golfo dove si potrà finalmente mangiare una pizza napoletana eccellente.
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Giuseppe Pignalosa Pizzeria Le Parule. Ha completamente rinnovato lo stile della pizzeria in cui è cresciuto. La scuola è quella del papà Leopoldo soprattutto e poi quella di Gianfranco Iervolino. Lungo la strada del Vesuvio, dove la ristorazione meriterebbe qualcosa di diverso dalla media, ecco potrete essere felici di sedervi accanto alla sua bocca di forno.
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Salvatore Impero Pizzeria Eat to Eat, è un out sider, un personaggio che si diverte a fare spettacoli, quando ne ha tempo, imitando alla perfezione Adriano Celentano. E nelle sue pizze, nonostante le farine 0 e i suoi personali blend, c’è un cuore napoletano che batte il ritmo, tipo Prisencolinensinainciusol ol rait.
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Luca Castellano Pizzeria Pizzazzà. Scuola di famiglia, papà Gianni è il pronipote di Rosariaia Moffa alla vecchia Pizzeria Trianon. Impasto e ingredienti da lasciare incantati. Timido, nonostante la presenza sui social, ha la fortuna di ammaccare su un bancone che è un pezzo di antiquariato.
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Carmine Granato è il figlio di Salvatore, il cuoco patron de Lo Scialatiello a Marigliano. Non ha mai voluto stare tra i fornelli, ha sempre preferito il bancone e la pala fin quando ha scelto, pure lui, Ciro Salvo come maestro. Ora sta per cominciare la grande avventura con il nuovo forno napoletano appena costruito.
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Gennaro Rapido, Pizzeria Sorbillo al Duomo di Milano E’ appunto nu guaglione di Gino Sorbillo, regge una piazza impegnativa avviata da Gennaro Salvo, nella capitale economica italiana e qui ha il coraggio di proporre, complice il capo, una pizza tutta popolare, a’ rota ‘e carro piena di sapori e profumi vesuviani.
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Marco ed Emanuele Marigliano Pizzeria da Salvatore a Parete (Ce), Via Leonardo Da Vinci, 3. Due fratelli cresciuti a Scampia. Una coppia in perfetta sintonia perciò li consideriamo uno solo. Hanno investito tutto quello che avevano per aprire la loro pizzeria. Hanno realizzato così il loro sogno e fanno una pizza strutturalmente popolare e golosa per la mano felice nell’impasto e la scelta degli ingredienti. Ne abbiamo parlato ne Lo Spicchio su Il Mattino a breve qui la loro scheda.
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Volodymyr Pyeshkov, Pizzeria Il Foro Dei Baroni a Puglianello. Lavora in sintonia con lo chef Raffaele D’Addio, ha fatto ginnastica anche lui con Ciro Salvo. Tanto riservato quanto bravo ha uno stile tutto suo nel proporre i prodotti del territorio, come gli ortaggi di stagione, sulla pizza napoletana.
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Giuseppe Tammaro Pizzeria Trattoria Caprese in pieno Vomero. Ha venti anni appena e il maestro è suo padre Antonio che è il factotum in questa oasi mediterranea del quartiere collinare. Fra poco avrà il forno tutto suo e ne vedremmo delle belle. Di pizze ovviamente.
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CONCLUSIONI
Il nostro è un gioco estivo, ma anche la dimostrazione della vena inesauribile che attraversa la pizza napoletana in questo momento. Andate a visitare queste pizzerie, resterete stupiti.
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