Vediamo da vicino le prime dieci pizzerie della guida 50 Top Pizza presentata a Castel dell’Ovo. Lo ripetiamo, alla classifica si è arrivati attraverso un meccanismo, simile a quello della 50 Best Restaurant, di votazione con oltre 100 ispettori distribuiti in tutte le regioni d’Italia. Ciascuno poteva dare 20 preferenze, massimo dodici nella propria regione. Questo è stato il risultato che, a detta di tutti, è una fotografia piuttosto precisa dell’Italia della pizza in questo momento. Cerchiamo di capire quali sono stati i motivi che hanno portato a questa scelta. Tra tanti dobbiamo dire gavetta, legame con i produttori di eccellenza, capacità di usare bene i media tradizionali e i sociale ma soprattutto visione.
1 Pepe In Grani – Caiazzo (CE), Campania
Due fattori aiutano Franco Pepe ai nastri di partenza: la tradizione di famiglia, che è sempre un pls, una storia da raccontare e il luogo di origine, la Campania. Questo è un passaggio cruciale, perché se per i napoletani può sembrare strano che fuori dalla città ci siano pizze migliori, sul piano della comunicazione mediatica la regione Campania è Napoli. Lo si vede nei fatti di cronaca come in altri settori. Per uno che non abita in regione, Pepe è Napoli.
A questo vantaggio Pepe ha aggiunto il suo lavoro che è andato in due direzioni molto moderne: pensare alla pizzeria come luogo di degustazione aderendo per primo al modello creato da Simone Padoan e avere la visione di un luogo bello con stanze e con una offerta di servizi che lo mantenga popolare ma anche moderno (pensiamo al vino). In secondo luogo Pepe ha puntato molto sui prodotti del proprio territorio, è stato capace di creare un rete solida. Infine ha frequentato sempre di più i cuochi e lo si vede dalle sue ultime proposte sempre più gastronomiche. Quindi una pizza napoletana leggibile anche fuori da Napoli. Non penso di rivelare un segreto di Fatima dicendo pubblicamente che ha avuto un plebiscito che lo ha reso irraggiungibile.
2 Gino Sorbillo ai Tribunali – Napoli, Campania
Gino Sorbillo nasce invece nel cuore di Napoli, nela cuore della pizza napoletana. Ha sempre spinto molto sul personaggio, è stato il primi pizzaiolo personaggio nato dal potentissimo incrocio di social network e media tradizionai che quando avevano bisogno di un riferimento in città trovavano in lui una persona aperta, disponibile, veloce. A questo si deve aggiungere una pizza popolare sempre ben eseguita nei grandissimi numeri e la sua capacità di avere nel fratello una spalla costante. Valori profondi a cui si è aggiunto i successo a Milano delle sue aperture che ne hanno fatto una leggenda perché imporre la non prenotazione in un luogo dove si programma tutto ha stravolto tutte le previsioni negative. Aggiungiamo, infine, una attenzione sempre rinnovata sui prodotti di eccellenza. La sua pizzeria è la vetrin di chiunque voglia far conoscere quello che fa, un po’ come è stato il Don Alfonso. Tanta sostanza dietro una immagine forte, popolare, giovanile, accessibile.
3 Francesco & Salvatore Salvo – San Giorgio a Cremano (NA), Campania
Sicuramente i corazzieri della pizza sono un po’ meno mediatici e si sono piazzati al terzo posto. Ma sono ben conosciuti nel circuito gastronomico sia per l’alta qualità che hanno praticato sin da subito selezionando i produttori sia per l’attenzione molto concentrata sul servizio di sala, con personale consapevole del lavoro che c’è dietro un pizza. Crescita anche attraverso la relazione con molti ristoranti stellati, che per primi hanno collaborato nel pensare alcune pizze e con i quali sono state fatte grandi iniziative. La bellezza della loro pizzerie è che si tratta di una Ferrari nella quale chiunque può entrare e sentirsi a proprio agio.
4 Pizzaria La Notizia 94 – Napoli, Campania
Enzo Coccia è semplicemente un gigante della pizza napletana, il primo in assoluto, e in tempi non sospetti, a puntare sull’alta qualità e sui rapporti con i migliori produttori del territgorio. Ha aperto in una strada dove non c’era niente, a Napoli, cone in tutte le grandi città antiche, mille metri sono dieci secoli. Ha imposto uno stile, ha per primo concepito una pizzeria più attenta al servizio e al vino. Insomma, un pioniere assoluto, non a caso il più legato storicamente anche con Slow Food.
5 I Tigli – San Bonifacio (VR), Veneto
Anche Simone Padoan è un gigante come Enzo Coccia. Dififcile dire quale dei due ha avuto più difficoltà, se in Veneto dove non c’era tradizione di pizza o a Napoli dove vent’anni fa la tradizione si autoalimentava senza studiare. Simone ha cambiato anche la percezione della pizza in Italia trasformandolo da piatto di risulta, o comunque povero, in una tendenza gastronomica degna dell’attenzione dei media. Innovativa l’idea di sposare materia prima di altissima qualità proveniente da tuto il mondo un un lievitato, innovativa anche l’attenzione ai temi della salute. Il fondatore della scuola veneta, ben presto esportata in molte altre regioni, Campania compresa.
6 I Masanielli – Caserta, Campania
Questo è stato il primo lampo rispetto ad una classifica consolidata, posizione più posizione meno. In meno di due anni Francesco Martucci ha conquistato tutti con il passaparola e la sua capacità istintiva di trattare la materisa. Un anno importante, adesso che si accinge ad aprire la sua nuova pizzeria da 250 posti. Un personaggio vero, che ha conosciuto momenti difficili come Enzo Coccia, con la testa sulle spalle e con una volontà di ferro.
7 Concettina Ai Tre Santi – Napoli, Campania
Ciro Oliva è una esplosione di vitalità, il più giovane dei dieci, un outsider, l’unico che al momento sta concentrato esclusivamente sulla propria pizzeria che sta per ristrutturare. Ha portato più appassionati lui alla Sanita che tuttu gi assessori al Turismo della storia del Comune e della Regione. Attenzione alla materia, impegno per il quartiere, grande manualità e organizzazione perfetta. Una scalata in classifica che, facciamo una previsione, è destinata a proseguire.
Grande maestro dell’impasto, è stato conosciuto dal grande pubblico con l’apertura di 50 Kalò a Mergellina. Il boom dopo una copertina del Gambero Rosso. Grande servizio di sala, attenzione alla carta dei vini, pizze sempre di buon equilibrio. Un fenomeno che non conosce pausa nel cuore della Napoli più borghese e aristocratica.
9 La Gatta Mangiona – Roma, Lazio
Ecco un altro grande innovatore nella Capitale dove ha trovato la giusta mediazione tra diversi stile. Ha creato una bella pizzeria in tempi non sospetti, oggi riferimento per tutti i gourmet con attenzione ai vini, alle birre e, ovviamente alle materie prime. Grande capacità di essere punto di riferimento per i colleghi, mai vissuti come concorrenti, ma coprotagonisti di un movimento che adesso a Roma vede affacciarsi una giovane generazione di pizzaioli.
10 Saporè – San Martino Buon Albergo (VR), Veneto
Lui è il re della lievitazione (il suio panettone è altrettanto buono delle pizze), imbattibile negli abbinamenti, sempre disponibile e in giro per l’Italia. E’ l’altro grande protagonista del movimento della pizza in Veneto e passare una serata da uiè una esperienza unica.
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