Come ogni estate il caldo mi dà alla testa e inizio ad essere insofferente verso alcune cose che, a parer mio, non vanno nel mondo del food.
1) Pizzaioli, pasticcieri e ristoratori che si arrogano compiti non propri.
Sei un ottimo artigiano del gusto? Bravo, fai solo quello. Tra chi scrive post strampalati per semantica e sintassi, chi apre locali gestiti malissimo, chi si crede cuoco pur se ha fatto sempre le pizze, non se ne può più. In soldoni: Sei pasticciere? Ok, chiama un addetto stampa ed evita brutte figure a scrivere tu. Sei pizzaiolo? Ok chiama un cuoco e fatti cucinare qualcosa, senza fare inguacchi. Sei un cuoco? Ok chiama un esperto e fatti consigliare un prodotto, senza prendere una cosa che neanche conosci. Chi pensa di fare tutto da solo, fa, spesso, solo pessime figure.
2) Prezzi
La pandemia è finita, così pure il divieto di lasciare la regione o l’Italia ma in Campania non l’hanno capito e praticano prezzi folli con disinvoltura. Dal Cilento soprattutto mi arrivano segnalazioni ilari, tipo coperto a 5 euro, un cono gelato medio a 3.8 euro, uno spaghetto a vongole (lupini) 25 euro su un lido con sedie di plastica e bagno 1x1m, coca cola in lattina a 5 euro e via discorrendo. Poi ci si lamenta di un calo delle presenza. Nooooooooooo, come maaaaaaaaaaai? È vero, i fessi ci sono sempre, ma fortunatamente coi social si è subito sputtanati, ergo datevi una calmata.
3) Le perculate ai clienti. Se dici che quello che mi dai è farina del tuo sacco o meglio del tuo orto deve essere vero. Se mi dici che usi uve aziendali (e poi le compri a 100 km) deve essere vero. Se mi dici che produci tu i salumi deve essere vero. Se dici che usi carne locale (e poi ti trovo alla metro) deve essere vero. Non se ne può più di gente che dice di produrre quello che somministra quando fa centinaia di coperti. Se hai 3 maiali e due mucche col fischio che la carne è tua, a meno che non moltiplichi le costolette ma tenderei ad escluderlo a meno che non si chiama l’agriturismo “La Stalla di Nazareth”.
4) Le uova sfuse nelle salumerie e nei panifici.
Il discorso qui è semplice, le uova escono dal didietro della gallina e recano seco batteri di vario genere tra cui la pericolosa salmonella. Ergo NON devono essere toccate da chi maneggia cibi crudi come ad esempio salumi o pane e NON devono essere a contatto con superfici dove questi cibi vengono messi. Quindi le uova vanno vendite esclusivamente nelle loro confezioni e non sfuse, magari ancora sporche. Come questa banalissima regola di igiene alimentare non sia capita e ancor più non sia fatta rispettare dalle autorità competenti è cosa difficile da capire. Solo nell’ultima settimana in ben 3 salumerie, queste uova sfuse erano a contatto stretto con pane, ricotta e salumi. Bah….
5) Salse varie su e sotto fritti
Oggi c’è questa moda di mettere roba che cola su crocchè e frittatine, sia sotto che sopra, con il risultato di appesantire il prodotto e soprattutto di inumidire la crosta esterna, che deve essere croccante. Questa moda nefasta nasce perché sponsorizzata da blogger vari che ritengono, loro e chi li segue, che fotografare sia più importante di mangiare. Una frittatina ben fatta basta a sé stessa. Punto.
6) Olio rancido o scaduto
Idem come sopra, in una settimana ben due locali su tre avevano olio pessimo, e capita spesso, anche in locali blasonati, sia ristoranti che pizzerie. Bottiglie scadenti in partenza, o, buone ma mal conservate, (al caldo, senza tappo ecc..) sono la regola. E se lo fai notare cadono dalle nuvole, perché quasi mai in un ristorante trovi uno che si è fatto uno straccio di corso sull’olio. Si parla tanto di dieta mediterranea ma poi, nei fatti, viene ignorato uno dei cardini.
7) Camerieri che non si trovano
Il leitmotiv è sempre lo stesso. Non c’è gente che vuole lavorare. Vero. Sicuramente. Ma perché quello che fino al 2000 era un mestiere come un altro adesso non vuole farlo nessuno? Le cause sono varie ma se una struttura importante della Costiera in mia presenza ha offerto a un cameriere 1000 euro al mese a luglio, che “massimo possono arrivare a 1100”, il motivo principale per me resta questo. Un cameriere che lavora solo la sera deve prendere a partire da 1500, poi ovviamente si deve vedere dove e quanto lavora, perché un locale da 300 posti non può pagare come uno di 20. Vero che alcuni titolari hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, ma vero pure che oggi ci sono troppi locali e che ogni locale nuovo che si apre toglie clienti agli altri. Ma far stare aperti locali, pagando poco il personale e i fornitori, serve solo a far implodere il settore. Meglio pochi locali e pieni che tantissimi vuoti.
8) Clienti critici gastronomici. L’Italia è un paese di allenatori e di emuli di Raspelli. E in estate la gente gira di più e le recensioni si moltiplicano. Gente ignorante che recensisce di tutto, dalla pompa di benzina alla pasta e fagioli, passando per il cornetto, l’ombrellone o la granita. Nel 80% sono fesserie, come quello che esaltava il sapore di pascolo locale in un fiordilatte e poi metteva la foto della confezione con la scritta “latte UE”. Non se ne può più di presuntuosi ignoranti che si addentrano in questioni tecniche che sono deputate a figure formate. Vuoi dire la tua? Fallo, senza fare il solone. Limitati a mettere due foto e a dire “mi piace”, “non mi piace”. Stop.
9) Mancanza di sapone e carta igienica nei bagni
Anche qui, fenomeno vergognoso che capita anche in posti blasonati. Durante il periodo del covid sapone e disinfettanti ovunque, oggi, facilissimo che i bagni ne siano sprovvisti. Idem di carta igienica. Ma perché?
10) Giornalisti e blogger che parlano bene di tutto e tutti
In estate il fenomeno aumenta. Lo so, è il modo migliore per farsi degli amici, battere le mani a ogni uscita del pizzaiolo o dello chef, ma non si offre un servizio al lettore. Anche in un pranzo andato bene ci possono essere delle criticità che vanno, con garbo riportate quando si scrive. La domanda è, non viene fatto perché non si vuol turbare la regale suscettibilità del Maestro di turno, o perché il 70% di chi scrive di cibo ne sa come il 70 % di chi legge, ossia pochino pochino? Io la risposta ce l’ho. La 2. L’accendiamo?
p.s. se siete arrivati a leggere fin qui significa che siete stoici, ergo fate un ultimo piccolo sforzo e consigliatemi, scrivendolo qui nei commenti, trattorie ed agriturismi, gelaterie e altro che aiutino ad allietare l’estate di chi, come il sottoscritto, non va in Polinesia e neanche a Portofino, ma resta a casa in Campania. Grato in eterno.
Dai un'occhiata anche a:
- Con Mollica o senza chiude per l’estate lo shop on line
- Vinitaly and The City: Calabria in Wine a Sibari, il bilancio di uno dei protagonisti
- Il mercato dei vini cambia, il rosato resiste
- Tema: perchè Langosteria ha schiacciato la Michelin?
- Marco Contursi: perché McDonald’s funziona?
- Lettera ad un pizzaiolo senza qualità
- Vino sputtanato in Tv: il problema non è Report ma l’Italia del Mulino Bianco
- La pizza all’Ananas di Gino Sorbillo: una grande lezione di comunicazione sui social