I dieci grandi ristoranti d’albergo italiani in città

Pubblicato in: 50 Top Italy

Da Capri alla Penisola, da Taormina alle Alpi non mancano tanti ristoranti di albergo in Italia. Anzi, finalmente si investe seriamente e dobbiamo dire che la nuova direzione della Michelin, partendo proprio dal Capri palace, è assolutamente sensibile a questo tema, meglio se di lusso. Ma a noi interessano gli alberghi che stanno aperti tutto l’anno, sempre disponibili, quelli in cui lo chef non è solo un artista ma un vero e proprio imprenditore per la gestione del food cost e per la capacità di accontentare ogni tipo di clientela a tutte le ore del giorno.
E allora vai con questi dieci imperdibili.

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ROMA
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Heinz Beck alla Pergola dell’Hilton

Una macchina da guerra perfetta. Anzi, una macchina della giois. Non può definirsi altrimenti una eccellenza italiana in grado di confrontarsi con qualsiasi altra realtà al mondo. Una sintesi dei sapori italiani con un servizio di sala perfetto che non lascia nulla al caso. Del resto lo stesso accade in cucina dove tutto diventa una grande scuola di vita e di professione.

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Francesco Apreda all’Idylio dell’Hotel Pantheon

Francesco Apreda ha fatto il salto nel 2019. Ora lo aspetta un anno impegnativo, consolidare la nuova esperienza e seguire i diversi progetti ngli alberghi del gruppo. La sua cucina continua ad essere un mix di occidente e oriente speziato,ma sempre alla ricerca di un sapore preciso in cui un ruolo decisivo lo giocano e radici.

 

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MILANO
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Andrea Aprea al Vun del Park Hyatt Hotel

Forse è esagerato definire enfant prodige un cuoco che entra nel pieno della sua maturità stilistica. Sicuramente Andrea Aprea sta fuori dai giri gastrofighetti ed è questa la sua fortuna, il motivo per cui la Michelin ha voluto qui la sua seconda stella nel 2018. Una cucina solare ma di mestiere che porta nel piatto il cuore napoletano e il rigore imparato a Londra, la capacità di affrontare la fatica di chi ha sempre lavorato sin da ragazzo.

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Antonio Guida al Seta del Mandarin

Un grande caposcuola dai tempi del Pellicano. Il Mandarin diventa un riferimento per chi ama la cucina neoclassica e la tecnica di Guida non ammette discussioni nella precisione e nel dettaglio. L’esperienza al Mandarin diventa così qualcosa di completo, con una sala perfetta e di alto profilo, adeguata al cibo.

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Antonio e Vincenzo Lebano all’Hotel Gallia

L’esperienza della famiglia Cerea è l’esuberanza dei fratelli Lebano. Un mix perfetto tra Nord e Sud che regala al bellissimo albergo vicino la stazione una cucina fresca, pimpante, golosa e soprattutto leggibile. Da non perdere, anche perché la cornice è costituita da un servizio di sala appassionato e attento.

 

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NAPOLI
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Salvatore Bianco a Il Comandante dell’Hotel Romeo

Alfredo Romeo, ovvero chi l’ha dura la vince. Ha insistito e adesso il ristorante del suo albergo hi tech ha il conforto del pubblico. Salvatore Bianco è un napoletano atipico, ride poco e non ama calcare la scena, in compoenso studia molto ed esprime la sua creatività nei piatti. Imperdibile quando siete a Napoli.

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Domenico Candela al George del Parkers’ Hotel

In diretta dal Taillevant e dal Pavillon Ledoyen, insomma da una Parigi dove ha lavorato dieci anni, non dieci mesi, ecco una cucina neoclassica francese in salsa vesuviana con pasta e orto che fanno capolino fra le preparazioni classiche. Una bellissima esperienza in una sala con cucina a vista e vista su Napoli e il Vesuvio indimenticabile.

BOLOGNA

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Emanuele Petrosino a I Portici a Bologna

Campania ed Emlia si incrociano con gusto nell’ex teatrino adattato a sala ristorante. Il servizio è collaudato, il menu stagionale, punta ai sapori di una Italia che ama godere a tavola senza tante pippe mentali. Una proprietà che ci crede e che ha svoltato in un momento in cui la città viveva una fase di stanca. A due passi dalla stazione.

 

FIRENZE

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Vito Mollica al Palagio del Four Season

Ed eccoci nell’albergo dove vivrei volentieri, potendo, fra i 360 e i 365 giorni l’anno senza manco uscire. Tutto è bello e pensato nei dettagli. Compresa la cucina di Vito Mollica, eccezionale professionista, che alterna grandi classici a piatti di autore centrati e di sapore. La carta dei vini è enciclopedica, il servizio degna cornice a tanto sfarzo.

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Rocco De Santis al Santa Elisabetta dell’ Hotel Brunelleschi

Navigando sottovento in silenzio, come è da sempre abituato a fare, Rocco De Santis ha portato la sua prima stella in questa realtà storica di Firenze arricchendo il panorama gourmet della città. Un cuoco che la Michelin ha dimostrato di amare particolarmente, cresciuto a bottega da Gennaro Esposito, e che noi seguiamo sindai suoi primi passi.

 


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