Di Majo, il nobile Montepulciano

Pubblicato in: I vini del Mattino

Non è certo molto facile parlare di Montepulciano in Campania. Come dei russi in Lettonia. È stato lui infatti il terribile nemico dell’Aglianico, della Falanghina, del Greco, del Piedirosso e di tutti i vitigni autoctoni regionali, la prima grande e seria minaccia dell’omologazione del gusto nel bicchiere. La sua esuberanza produttiva spinse incolti funzionari agricoli a consigliarlo vivamente negli anni Sessanta e Settanta ai contadini provocando un disastro culturale di enormi proporzioni, peggio dell’alluminio anodizzato e del Grande Fratello. Erano i tempi della terrona sottomissione alla dea Quantità figlia della fame e della sete delle spopolate campagne meridionali. Per fortuna, grazie ad Antonio Mastroberardino e ad un gruppo di coraggiosi e appassionati Cavalieri del Santo Sepolcro, il vino campano è riuscito a risalire la china lentamente sino a quando, negli anni Novanta, il processo di alfabetizzazione delle menti e del palato è giunto a compimento. Oggi qualche furbacchione usa Montepulciano e Sangiovese, peraltro previsti da diversi disciplinari delle doc (le famose uve «a bacca rossa), per tagliare l’Aglianico ammorbidendolo così più velocemente.
Dal Molise, provincia campana, pugliese, un po’ laziale ma soprattutto abruzzese, una conferma alla strada tracciata da Valentini, Masciarelli & C.: il Montepulciano può regalare bottiglie assolutamente straordinarie. Quando poi c’è la mano di mago Cotarella, l’Helenio Herrera del vino, allora il risultato è assicurato. Il Don Luigi della Di Maio Norante (Contrada Ramitello, 4, Campomarino, tel. 0875 57208) ha preso il testimone dallo Shàrjs 1999 di Livio Felluga dopo i paccheri alla genovese felicemente superando poi il tortino di parmigiana di melanzane, la tagliata di asado, il coniglio avvolto nel lardo al ristorante Terra Santa, nel cuore del nostro caro Agro-Nocerino.
Due bottiglie, ottimo prezzo e un consiglio: visitate l’azienda, un antico feudo dei marchesi Norante di Santa Cristina dove sono banditi gli additivi chimici e si possono comprare i vini, le conserve, le salse, le confetture, miele, olio d’oliva. E il Don Luigi.


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