di Fabiola Pulieri
Italiani popolo di santi, poeti e navigatori, ma anche di inventori e di gente generosa che si adopera per trovare soluzioni a problemi apparentemente irrisolvibili. Tra i molteplici progetti che stanno cercando di contrastare gli effetti del coronavirus sull’economia romana ce n’è uno che merita di essere approfondito perché in pochissimo tempo ha ottenuto l’attenzione di un’intera città e provincia, annoverando tra gli esercenti aderenti anche ristoranti stellati e botteghe rinomate della Capitale: è #deliveryroma.it. Nato per caso da un gruppo di foodblogger che su Instagram hanno lanciato un hastag #foodbloggeruniticontroilcoronavirus, ha suscitato la curiosità e l’attenzione di Irene Guidobaldi, produttrice di olio evo e responsabile commerciale di Olio Flaminio che, immediatamente fagocitata nel progetto, lo sostiene insieme ad altri cinque compagni di viaggio, Marco Sabatini, Ludovica Aprico, Noemi Camerota, Claudia Papa e Ingenio Labs, gratuitamente e con grande passione per raggiungere un unico risultato: quello di limitare i danni del coronavirus sulle attività commerciali capitoline. Un progetto di solidarietà e volontariato, un piccolo aiuto volto a mettere in contatto i consumatori con gli esercizi che fanno consegna a domicilio. Irene si è fatta portavoce ed ha risposto ad alcune domande facendomi capire come funziona questa iniziativa.
Irene, come funziona #deliveryroma.it? È un delivery tipo Deliveroo o Just eat?
Assolutamente no! Deliveryroma è una community no profit che consente alle botteghe, ai negozianti di quartiere, alle pizzerie, ai ristoranti e ai fornitori che consegnano la merce a domicilio di mettersi in contatto con i consumatori attraverso il nostro sito e i nostri canali social.
Quindi voi siete solo un tramite?
Esatto. Grazie all’iniziativa di Marco Sabatini su Instagram, che poi ha coinvolto altri foodblogger e altre persone come me, che hanno messo a disposizione contatti, conoscenze e know how acquisito in anni di esperienza lavorativa pregressa, abbiamo attivato velocemente questo progetto con il validissimo aiuto di Ingenio Labs che gratuitamente ha realizzato un sito semplicissimo da consultare, che consente di trovare subito ciò che si sta cercando a Roma e dintorni. I negozianti o ristoratori compilano un form ed inseriscono la loro attività nella community per farsi trovare mentre i consumatori, tramite una piantina google, vedono dov’è l’esercente o chi vende il prodotto che stanno cercando e cliccando sul nome accedono ai suoi contatti. Tutto assolutamente gratis.
Quante sono le attività attualmente sul sito e chi le contatta?
Le attività già approvate sono oltre 280 e sono in continua espansione perché le richieste di inserimento e le schede al vaglio sono tantissime e riguardano qualsiasi categoria merceologica. Ma il numero di persone che ruota intorno all’iniziativa è di diverse migliaia, considerando anche i consumatori, gli appassionati di cibo che stanno facendo da divulgatori e tutti noi che stiamo lavorando al progetto. Siamo partiti con le pizzerie ma oggi ci sono negozi di saponi, enoteche, pasticcerie, aziende agricole, cartolerie, rivenditori di pasta fresca. Tutte attività che dopo il decreto di chiusura hanno attraversato un momento di crisi. Ci sono ristoranti come Il Convivio Troiani o Livello 1, La Scialuppa di Salvatore, I Bufalini, c’è Bottega Liberati e Chiancheria Gourmet per la carne, Pizza chef, Frumento, Trimani e tantissimi altri in tutta Roma, ma anche a Fiumicino, Bracciano, Pomezia. Il passaparola ormai si è attivato e in un attimo siamo arrivati a migliaia di visualizzazioni e follower. Ci contattano, sia consumatori che attività, tramite il sito e i social, siamo molto attivi su facebook con oltre 8500 iscritti, instagram e anche su whattsapp.
Che tipo di esperienza è questa per te che sei una che lavora nel commerciale, stai vendendo anche il tuo olio?
Bella domanda, io sto vivendo un’esperienza nuova, mi sono messa in gioco non tanto con la mia professione perché il mio olio, l’olio Flaminio, non lo vendo ai privati. Questa scelta è a monte, la feci tanti anni fa quando iniziai la produzione e decisi di vendere solo alla ristorazione. Oggi con questa crisi, che ahimè riguarda soprattutto i ristoranti, noi produttori siamo i primi a pagarne le conseguenze con consegne effettuate e fatture datate 2019 e non ancora pagate, richieste fatte al vento e difficoltà che sembra che non ci riguardino mentre invece sono il nostro problema quotidiano. Non vendo per conto della mia azienda però l’olio Flaminio è stato inserito in un’iniziativa promossa da uno dei venditori che fa parte della community, Elettroforno Frontoni, che insieme a Davvero Distribuzione hanno ideato una Home Box contenente il necessario per fare a casa pane e pizza. Il box contiene: la ricetta, la farina, una lattina di olio, un sacchetto di sesamo e il lievito per panificare. Una grande idea di co-marketing che dimostra come l’unione fa la forza!
Cosa ti spinge a dedicarti anima e corpo al progetto #deliveryroma?
La solidarietà e il senso di comunità. Se in questo momento non ci appelliamo tutti al nostro senso di mutuo soccorso, alla capacità di noi italiani ed esseri umani di darci una mano nel momento del bisogno, come pensiamo di poterci salvare da questo dramma che ci attanaglierà per molto molto tempo ancora? Dopo anni passati a lavorare a stretto contatto con i clienti ora forse metto in pratica quello che ho imparato sull’empatia e la fratellanza. La vera natura delle persone viene fuori nei momenti di difficoltà. Oggi credo sia importante non sentirsi soli ed io contribuisco nel mio piccolo ed insieme al gruppo di Deliveryroma ad aiutare quante più persone possibili. C’è stato chi mi ha chiesto aiuto, chi si è lasciato andare a depressione, chi ha iniziato e poi si ritirato, tutti hanno bisogno di non sentirsi soli, di essere incoraggiati e di uscire dalla confusione generata da questa situazione. Il delivery durerà anche oltre l’emergenza ma in questo momento serve principalmente a non morire, a non chiudere. Non è il momento di guadagnare ma di restare a galla, perché chi chiude adesso rischia di chiudere per sempre e chi capisce questa verità invece molto probabilmente si salverà.
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