di Enrico Malgi
Atmosfera rilassante in riva al mare. Un mare calmo e placido che accoglie già i primi bagnanti di questa incipiente estate. Il sole picchia duro, ma noi per fortuna siamo protetti dalle tettoie che ci riparano dai cocenti raggi solari e dalla brezza che sale dal mare. Siamo a Paestum nel ristorante all’aperto collocato ai margini della spiaggia del Beach Club 93, una dipendence del Savoy Beach del patròn Peppino Pagano, presente all’incontro insieme con Rosario Di Giacomo ed Alessandro Leoni, agronomo, uomo fidato e tuttofare quest’ultimo dell’azienda biologica e biodinamica San Salvatore.
Il motivo che mi ha spinto a venire qui non è quello vacanziere, come si potrebbe supporre, ma più concretamente è quello di testare le nuove annate dei vini di Peppino, appena messe sul mercato. Dieci le etichette assaggiate, durante un lauto pranzo.
Per cominciare viene stappato lo Spumante Gioì Rosé Brut 2014 Metodo Classico. Aglianico in purezza. Ventiquattro mesi trascorsi sui lieviti e tre mesi in bottiglia dopo la sboccatura. Prezzo sui 25.00 euro.
Tipico il colore rosa pallido e languido che si scruta nel bicchiere, come da impostazione aziendale. Perlage superlativo, segnato da minuscole e molteplici bollicine, che hanno voglia di respirare aria marina. Il bouquet è avvolgente e cattura letteralmente le narici, tenendole in ostaggio per farle annusare ricami fruttati e floreali del sottobosco, di cassis, di agrumi, di glicine e di lavanda. Essenze profumate di pasticceria e di crosta di pane. Bocca petillant, sgrassante rinfrescante, cremosa, sapida e dinamica. Finale voluttuoso ed appagante. Abbinamento ampio e trasversale.
Palinuro Paestum Igp 2017. Blend di greco al 40% e saldo paritario di fiano e falanghina. Solo acciaio e vetro. Prezzo in enoteca di 12,00 euro.
Primo tentativo nel Cilento di assemblare i tre vitigni a bacca bianca più importanti e rappresentativi della viticoltura campana e meridionale. Il risultato finale è senz’altro lusinghiero, a cominciare dal cromatismo che, nonostante la giovane età del vino, è già carico di un bel colore giallo paglierino luminoso, con riflessi verdolini. Caleidoscopio ricco di un eterogeneo spunto olfattivo, che prende in prestito le migliori caratteristiche varietali. E così al naso si avvicendano sussurri fruttati di banana, di ananas, di mela, di pesca, di albicocca e di nocciola, intrecciati a calibrate captazioni odorose di fiori bianchi, di chiodi di garofano, di eucalipto, di muschio e di acacia. Sorso ampio e voluminoso, che accarezza le gengive e rilascia ottime percezioni d freschezza, di morbidezza e di succosità. Nitidezza palatale, profondità gustativa ed un ritmo dinamico vanno a completare il disegno finale. Sulla classica cucina marinara cilentana.
Vetere Aglianico Rosato Paestum Igp 2017. Fermentazione e maturazione in acciaio e boccia. Prezzo finale sotto i 15,00 euro.
Colore corallo limpido. Proposizioni fruttate odorose di fragole, di mirtilli, di more, di amarene e di pesche, incrociate a nuances floreali di rosa canina, di violetta e di glicine. Afflato sapido. Impatto del sorso sulla lingua profondo e lineare e permeato poi da un registro gustativo piacevolmente fresco ed accattivante. Tratto palatale intrigante per eleganza, suadenza, armonia e finezza. Slancio finale edonistico. Su un tagliere di salumi e carne bianca.
Falanghina Campania Igp 2017. Acciaio e vetro. Costo finale della bottiglia di 12,00 euro.
A parte la Costiera Amalfitana, la falanghina è snobbata quasi del tutto in provincia di Salerno, pur essendo il vitigno a bacca bianca più diffuso in Campania. Eppure dove è coltivata regala sempre ottime performaces. Come questa bottiglia che l’azienda San Salvatore ha messo sul mercato da qualche anno con innegabile successo.
Il colore nel bicchiere è connotato da un giallo paglierino già carico. Calibrati e stuzzicanti i profumi che salgono al naso e che raccontano di incidenze esotiche di banana e di ananas e poi di effluvi di mela verde, di agrumi territoriali e di creptii di salsedine, di mentolo e di balsamo. In bocca fa il suo ingresso un sorso fine e tagliente, per un palato aggraziato ed elegante. Polpa setosa. Retroaroma ammaliante. Migliorerà ancora tra qualche anno. Su un bello spaghetto alle vongole, come mi è stato servito nell’occasione.
Trentenare Fiano Paestum Igp 2017. Solo acciaio e vetro. Prezzo finale sotto i 15,00 euro.
Pur in un contesto territoriale ed ambientale molto diverso, l’alternativa migliore campana e meridionale al Fiano irpino è rappresentata proprio dal Cilento. E San Salvatore ci crede veramente, tanto da produrre addirittura tre diversificate etichette, di cui una confezionata con uve di altura.
Il Trentenare segue la via classica cilentana, che si presenta munito di tutti i presupposti indispensabili alla piena riuscita del vino. Colore giallo paglierino giovane non troppo carico. Il naso impatta un bouquet dal passo lungo, che rimarca in primis profumi di frutta territoriale: pesca, susina, mandarino e fico soprattutto e poi aspirazioni di ginestra, di biancospino e di erba appena tagliata. Focalizzazione palatale premiante, che privilegia seducenti palpitazioni sapide, minerali, taglienti ed eleganti. Beva già tesa, ampia ed avvolgente, nonostante la giovane età del vino. Bocca dinamica e scattante. Persistente e godibile il bel finale. Ovviamente siamo ancora all’inizio del percorso e, quindi, il vino si trova in piena fase di spinta, ma le premesse sono molto incoraggianti. Risotto alla pescatora, grigliata di pesce e latticini.
Pian di Stio Fiano Paestum Igp 2017. Sempre soltanto acciaio e boccia. Prezzo sui 18-20,00 euro la bottiglia di 75 cl, un po’ meno la mezzo litro.
Ecco qui il Fiano simbolo del Cilento montano, meritevole di copiosi riconoscimenti, con la coltivazione delle uve in alta collina. Si tratta di un unicum territoriale, in attesa della piena commercializzazione del Fiano l’Invitta di De Conciliis. E proprio per questa sua caratteristica il Pian di Stio si avvicina di molto agli omologhi irpini. Colore in itinere giallo paglierino sbiadito e lucente. Naso esplosivo, che si tuffa beatamente nel bicchiere annusando essenze di frutta fresca: agrumi, pesca bianca, fico ed ananas, associate a vezzi floreali e vegetali di buona stoffa. L’impatto del sorso sulla lingua è rinfrescante, morbido, elegante, tonico, equilibrato, reattivo, essenziale, sapidamente minerale e dotato di ottima struttura. Retroaroma edonistico. Da spendere sulla classica cucina di mare cilentana.
Calpazio Greco Paestum Igp 2017. Acciaio e vetro. Prezzo finale di 15,00 euro.
Anche in questo caso Peppino ed il suo entourage vogliono stupire, confezionando bottiglie quasi inedite per il territorio cilentano. Il greco, infatti, qui è allevato poco. Ed allora non basta nemmeno una, ma si producono addirittura due etichette di greco, di cui il Calpazio è considerato l’archetipo.
Come da prassi, il colore giallo è più carico rispetto al Fiano. Nette ed avvolgenti le percezioni fruttate, floreali e vegetali, che si estrinsecano con bei respiri di pesca gialla, di albicocca, di pompelmo, di mandarino, di caprifoglio e di citronella. Sbuffi leggermente speziati di cannella e di chiodi di garofano. In bocca fa il suo ingresso un sorso acido, secco, sapido e vivace. Nel finale ritornano le rimembranze fruttate e floreali. Chiusura appagante. Su minestre e carne bianca.
Elea Paestum Bianco Igp 2017. Greco in purezza. Maturazione in acciaio e un 10% in barriques di rovere francese. Elevazione in bottiglia. Prezzo intorno ai 20,00 euro.
Un Greco sicuramente più strutturato, che già nel colore si rivela giallo dorato e luminoso. Bouquet ampio e complesso, ricco di nerolo, che rilascia umori di bergamotto, di agrumi canditi, di mela cotogna, di zenzero e di curry. Bocca accogliente, che riceve un sorso elegante e potente, sontuoso e morbido. E poi è anche tagliente, succoso, balsamico e mentolato. Per struttura sembra quasi un vino rosso travestito da bianco. Finale dinamico e persistente. Abbinamento poliedrico mare-terra, ma senza pomodoro.
Jungano Aglianico Paestum Igp 2016. Maturazione in acciaio e legno. Prezzo in enoteca sotto i 20,00 euro.
Colore ancora in itinere segnato da un rosso rubino, con screziature purpuree. L’olfatto è allertato da pregnanti e scalpitanti profumi, che si materializzano sotto forma di odori fruttati di piccole drupe del sottobosco, di ciliegia e di prugna. E poi ancora sussurri floreali di violetta e di gigli e sbuffi vegetali di eucalipto e di macchia mediterranea. Tracce speziate. In bocca sorso giovane, acido, scorrevole, morbido e fruttato. Nessuna spigolatura allappante. Palato fine, elegante e rotondo. Ottima la chiusura. Da preferire su piatti di carne bianca e rossa e su formaggi semistagionati, ma in questo momento va bene anche su un cacciucco alla livornese.
Dorfles Aglianico Paestum Igp 2014. Lungo invecchiamento prima in acciaio e poi in legno piccolo ed elevazione in vetro. Prezzo finale di 35-40,00 euro.
La portaerei aziendale. Il vino è dedicato al compianto maestro Gillo Dorfles, spesso gradito ospite di Peppino Pagano ed autore delle etichette delle bottiglie. Nulla da invidiare ai grandi crus varietali. Colore vivo e splendente di un rosso rubino, con lampi purpurei. Ricco il corredo aromatico, in cui primeggiano intense esuberanze di frutta rossa matura, come il mirtillo, il ribes, la mora, la marasca e la prugna. Spunti terziari, innescati dall’uso della barrique ed in parte dal cinnamato di etile, di noce moscata, chiodi di garofano, pepe nero, vaniglia, cardamomo, goudron, ginepro, resina, liquirizia, caffè e cuoio. L’impatto del sorso sulla lingua è impressionante e dirompente per acidità, struttura, tessitura tannica, persistenza, equilibrio, armonia, carnosità, corposità, estratti, terrosità e frutto maturo. Finale ancora in evoluzione, ma già lungo e persistente. Agnello al forno e formaggi caprini stagionati.
Anche questa volta i vini di San Salvatore non si sono smentiti e, nonostante l’annata 2017 non sia stata climaticamente del tutto favorevole, la tenuta ed il potenziale rimangono enormi. In ogni caso è da sottolineare che nessun’altra azienda cilentana e soltanto poche campane possono vantare una così ampia batteria di eccellenti proposte, prese a modello di una sana, ricca, premiata e competitiva produzione.
Foto di Rosario Di Giacomo
Azienda Agricola San Salvatore 1988
Contrada Zerilli – Stio (Sa)
Cantina Via Dioniso – Giungano (Sa)
Tel. 0828 1990900 – Fax 0828 1990901
info@sansalvatore1988.it – www.sansalvatore1988.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Agronomo: Alessandro Leoni
Ettari vitati di proprietà: 18, più 5 in affitto
Bottiglie prodotte: 180.000
Vitigni: aglianico, pinot nero, fiano, greco e falanghina