di Cosimo Torlo
Spesso quando sorseggio del buon Vin Santo mi rammento di una poesia di Albio Tibullo, un poeta latino del 1° secolo a. C. quello dell’età cesariano-augustea e contemporaneo del più noto Catullo, la sua prosa, a torto considerata minore è ricca di richiami ad una vita gioiosa, di sensibilità e quiete, dolci fantasie tutte cose che a me piacciono assai, la sua prosa e diretta e accompagna ottimamente il dolce nettare, come questa “Nel vino voglio soffocare i dolori, al vino chiedo che faccia scendere negli occhi stanchi, consolatore, il sonno”.
Non so voi ma a me molto spesso è capitato di consolarmi con un buon sorso di Vin Santo, del quale come è noto il più conosciuto è quello Toscano. Anche se è prodotto anche in altre regioni del Centro Italia, in particolare in Umbria, in Trentino si produce con la varietà Nosiola e in Veneto nell’area di Gambellara dove le uve usate è della varietà Garganega. Ma è la Toscana il luogo dove più questo vino ha storia e lignaggio, e sicuramente Montepulciano, tra le aree dove è prodotto è certamente quella dove quasi tutti i produttori del Nobile di Montepulciano non hanno mai abbandonato la sua produzione, ma che anzi col tempo hanno incrementato la qualità e il valore di un prodotto che in passato era stato ridotto tristemente ad un vino adatto per affogarci dentro i cantucci, una tristezza infinita.
A Montepulciano i vitigni utilizzati per la sua produzione sono Malvasia bianca, il Trebbiano toscano ed il Grechetto. E’ prevista anche la tipologia Occhio di Pernice, più rara e prodotta utilizzando uve a bacca nera, a base quasi esclusivamente di Sangiovese. Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono fondamentali e consolidate in zona per la produzione del Vin Santo. Le uve sono raccolte a piena maturità e dopo accurata cernita vengono messe ad appassire in appositi locali coperti ampi e ventilati, i cosiddetti “appassitoi”. I grappoli accuratamente selezionati vengono fatti appassire distesi sui “graticci”. La durata dell’appassimento può arrivare ad alcuni mesi (fino a marzo per la tipologia Occhio di pernice), in modo da portare le uve ad una concentrazione zuccherina di almeno il 28% per la tipologia base e del 33% per l’“Occhio di pernice”. La fermentazione, conservazione ed il lungo invecchiamento (minimo 3 anni per la tipologia base mentre per L’Occhio di Pernice si arriva abbondantemente ai dieci anni) avvengono in piccoli contenitori di legno all’interno della vinsantaia, detti caratelli, in genere separata dal resto della cantina e spesso posta sottotetto per accentuare le escursioni termiche stagionali che influenzano il decorso stesso dell’evoluzione aromatica e per permettere un aerazione dei locali che è molto importante per evitare la formazione di pericolose muffe.
Grazie al prezioso contributo del Consorzio di Tutela dei vini di Montepulciano ho avuto modo di sviluppare una degustazione di 14 diverse etichette di questo prezioso nettare, ma prima di entrare nel merito della stessa credo sia interessante sapere l’origine del suo nome, che in verità sono diverse di cui alcune anche divertenti ma quella sicuramente più vicina al vero derivi dall’antica usanza di effettuare la svinatura di questo vino durante la settimana santa di Pasqua.
Ed eccoci alla degustazione partendo da quelli più giovani;
Fattoria del Cerro 2016
Nel bicchiere bel colore giallo dorato, al naso intenso e di discreta complessità con sentori di frutta secca in evidenza, la beva e leggermente forse troppo dolce, ma è la sua cifra stilistica.
Lombardo 2015
Colore giallo con tenui riflessi di ambrato, il naso esprime buona intensità, in evidenza il miele, l’uva passa, in bocca ha buona morbidezza, e una discreta persistenza.
Dei 2015
Bel colore giallo ambrato, grande eleganza olfattiva, in evidenza frutta secca e pasticceria siciliana, in bocca ha bel corpo, equilibrato la dolcezza e ottima persistenza.
Bindella – Tenuta Vallocaia 2013
Grande complessità olfattiva, tanti profumi in evidenza, dalla frutta candita, al miele e agrumi sorrentini, si beve con gusto grazie ad una rimarchevole freschezza, buona persistenza.
Cantina del Redi 2012
Colore ambrato, il bouquet olfattivo e intrigante, fichi secchi, miele e frutta secca. Il sapore ha ottima intensità e scorrevolezza, sorprendente persistenza ed eleganza.
Villa Sant’Anna 2011
Colore ambrato, tanta complessità che nei profumi vede in evidenza uva sultanina, nocciola, erbe essiccate, in bocca grande densità, si spande elegante al palato e rimane a lungo nel ricordo.
Valdipiatta Occhio di Pernice 2010
L’Occhio di Pernice si presenta con un colore ambrato intensissimo, il profumo è ammaliante, intenso ed elegante, la beva e fine, corposa con una persistenza lunghissima.
Boscarelli Occhio di Pernice 2010
Il colore è giallo ambra, le note speziate si amalgamo ottimamente con sentori di erbe aromatiche e datteri maturi, in bocca scorrevole, elegante, moderatamente persistente.
Casale Daviddi 2009
Bel colore giallo dorato con riflessi ambrati, il bouquet olfattivo è ricco di sensazioni che richiamano la frutta bianca essiccata, il miele e la cassata siciliana, la beva L’assaggio è dolce, lunga persistenza.
Tenuta Metinella 2009
Giallo dorato ambrato, all’olfatto in evidenza la frutta secca, spezie bianche, fichi secchi, in bocca scorre in maniera equilibrata, discreto il corpo, buona la persistenza.
Valdipiatta 2007
Colore ambrato molto intenso, al naso ha fico secco e pesca sciroppata, pastiera napoletana, la beva è caratterizzata da una struttura gagliarda, decisa e lunghissima.
Contucci 2007
Colore ambrato intenso, al naso frutta essiccata, uva sultanina, fichi secchi, giuggiole, in bocca vellutato e intenso, sale d’intensità pian piano per rivelarsi con un finale che richiama al dattero maturo.
Poggio alla Sala 1995
Di colore ambrato scurissimo, ha profumo intenso e complesso di uva passa, canditi siciliani, miele di castagno, in bocca è leggermente troppo dolce, buona la persistenza ed eleganza. Classico vino da meditazione.
Gattavecchi 1995
Di colore ambrato, al naso esprime molteplici suggestioni, uva passa, chantilly, visciola e baklava, in bocca tanta intensità e complessità, grande persistenza.
Classico vino da meditazione, si abbina formaggi stagionati ed erborinati, cioccolato, e con un ottimo sigaro.