di Marina Alaimo
Si arriva a Taurasi attraversando, già da Venticano, primo comune della docg per chi esce a Benevento sulla Napoli Bari, un paesaggio incantevole disegnato in maniera inconfondibile dagli starzeti di aglianico che imprimono al territorio una identità ben precisa. Il piccolo paese conta poco più di 2000 abitanti ed è composto da casette poste l'una su l'altra, tutte dotate di cantina concepita per fare il vino, e non solo per conservarlo, testimoniando l'anima fortemente vignaiola di questa gente.
In occasione della fiera enologica Taurasi diventa una bolgia infernale. Nelle ore serali le viuzze del centro storico riescono ormai a mala pena a contenere l'afflusso di gente che arriva qui nella settimana di Ferragosto rinnovando anno per anno l'appuntamento con il borgo di vignaioli ed il suo vino. Quattro giorni vissuti in maniera molto intensa mettono a dura prova l'equilibrio dei taurasini abituati a vivere giornate scandite da ritmi lenti e silenziosi.
Ma tutto sommato val la pena continuare a spalancare le porte al pubblico viste le vendite importanti di vino ed altri prodotti che si riescono a registrare in questi giorni. Anche le degustazioni realizzate nel Castello Marchionale dalla condotta Slow Food Colli dell'Ufita e Taurasi rappresentano un momento di grande successo che contribuisce a divulgare la cultura che compone questo vino importante ed i 17 paesi compresi nella docg.
Quest'anno, grazie alla collaborazione del nuovo presidente del Consorzio di Tutela dei Vini di Irpinia, la giovane Milena Pepe, gli incontri hanno visto protagonista l'intera produzione irpina. Si è quindi dato spazio alle altre considerevoli docg, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, ma anche alla produzione dei rosati che occupano sempre più spazio nelle carte dei vini dei ristoranti. In questo modo Milena ha voluto sottolineare l'importanza di fare squadra in un territorio di notevole importanza enologica, capace di produrre grandi vini che suscitano sempre ampio consenso tra gli appassionati del settore. Sabato 17 si chiude la kermesse con la degustazione dei Taurasi condotta da me e da Milena Pepe insieme ai produttori Salvatore Molettieri, Marcella Russo (Cantine Russo), Carmine Aliasi di Manimurci e Antonio Lo Priore di Borgodangelo.
Il Taurasi Macchia dei Goti 2009 di Antonio Caggiano dà il via agli assaggi della batteria. Ricordiamo l'importanza di questa azienda posta proprio nel paese di Taurasi essendo stata una delle prime ad accendere l'attenzione sulla produzione. Nasce nel 1999 con la collaborazione di Luigi Moio che ,forte della grande esperienza vissuta in Francia, porta nell'areale taurasino una serie di novità determinanti. Tra queste l'importanza di individuare le singole vigne che sappiano caratterizzare in maniera decisa il vino – la ben nota idea francese di crù. Così nascono i Taurasi Macchia dei Goti e Salae Domini. Il vino in degustazione conferma l'idea di un Taurasi classica, pur avvalendosi di tecnologie assolutamente al passo con i tempi. Il vino esprime i profumi tipici dell'aglianico di questi luoghi, con frutto di ciliegia in prevalenza e spezia discreta di pepe, accompagnate da piccoli accenti iodati. Il sorso è austero, segnato dalla verve giovane del vino, con tannini decisi e acidità ben espressa.
Introduce la propria azienda, Borgodangelo, Antonio Lo Priore, giovanissimo produttore. La piccola cantina a conduzione familiare è situata a Sant'Angelo all'Esca. In degustazione il Taurasi 2008, semplice e di facile approccio sia al naso che al palato. I profumi sono puliti e lineari, con le note fruttate di ciliegia ben definite, in bocca è pieno e deciso.
Di grande eleganza il Taurasi Opera Mia 2007 di Tenuta Cavalier Pepe. Siamo sempre a Sant'Angelo all'Esca, a 400 metri di altitudine e poco distanti da Taurasi. Naso sottile e armonioso con sentori ancora giovani di buccia di arancia, poi ciliegia e pepe e rabarbaro. Il sorso è agile e scattante sulla buona spinta dell'acidità, con tannini decisi, ma non invadenti, lungo e appena sapido.
Dopo Milena è un'altra donna a raccontarsi, Marcella Russo entrata in azienda in seguito alla scomparsa del padre Ermanno proprio in occasione della nascita del crù Vigna Carazita 2007. L'azienda era già ben nota per l'etichetta Spalatrone, un vino cult nella produzione taurasina. Anche questa cantina è proprio a Taurasi con i suoi 10 ettari ad aglianico tutti nella rinomata Vigna Carazita. Un Taurasi molto classico ed estremamente piacevole. I profumi sono quelli tipici, ciliegioso, pepe nero e sottile tocco di cenere. Bocca succosa e veloce, di buona freschezza, tannini volitivi e lunga chiusura appena amara.
Una ricca chiacchierata con Salvatore Molettieri precede l'assaggio del suo Taurasi Vigna Cinque 2007. E' questa occasione preziosa per sapere di più su questo personaggio così carismatico che ha saputo affermarsi con grande successo sia sul mercato italiano che all'estero. Anche lui rimarca l'assoluta necessità di fare squadra per affrontare i mercati stranieri che poco sanno delle produzioni irpine. L'azienda è a Montemarano, uno dei paesi più in alto della docg: siamo a 600 metri di altitudine e qui l'aglianico, vitigno tardivo, gode a pieno del freddo e delle forti escursioni termiche giorno notte. Il vino è composto da una materia importante ed esce sul mercato con un anno in più rispetto ai tempi indicati dal disciplinare, nella piena consapevolezza di dover attendere tempi lunghi per apprezzare l'aglianico. Esprime una certa ampiezza di profumi che aprono sui sentori di erbe mediterranee, appena fumè, con frutto deciso, sorso austero, di spinta freschezza, tannico e saporito.
Rimanendo tra le altitudini più elevate della zona e precisamente a Paternopol,i a 500 metri,incontriamo l'azienda Manimurci ed a presentarla è Carmine Aliasi. Il Taurasi 2007 presenta un naso un po' chiuso, da inseguire pazientemente, con frutto sui toni cupi del sottobosco seguito dalle spezie di cuoio e cioccolato. Ha spessore al palato e tende alla durezza.
Chiude la degustazione una bella espressione di Taurasi molto classica: Antico Borgo 2006, piccolissima azienda nel centro di Taurasi condotta dall'enologo Raffaele Inglese. Assaggio ben centrato, non ha sbavature di nessun tipo. Appena balsamico, con frutto in prevalenza e spezia ben integrata di pepe e chiodi di garofano. Il sorso esprime energia ancora giovane.
Le degustazioni del Greco e del Fiano tenute da Lello Tornatore le leggete sul sito Slow Wine
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