di Tom Hyland
Sono appena ritornato dalla Campania dove sono stato in giro peri vigneti nella provincia di Avellino, dove ci sono le DOCG di due bianchi, il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino. La provincia è più comunemente chiamata Irpinia, il suo nome antico, da produttori e scrittori di vino.
L’Irpinia è anche la terra di un famoso rosso DOCG – il Taurasi, prodotto dall’Aglianico – tuttavia molti credono che questa provincia sia più adatta alle varietà di bianco. Ciò è per lo più dovuto al fatto che la pioggia modera le temperature e così fornisce acidità e struttura ai vini. Il clima fresco fa anche bene alle uve, assicurando una lunga stagione di maturazione che a sua volta determina una aromaticità più complessa.
Sono nove i centri che rientrano nel disciplinare per la produzione di Greco di Tufo tra cui Tufo, Santa Paolina e Montefusco. Il nome del paese di Tufo deriva dal suolo tufaceo che è una argilla giallastra che si sbriciola facilmente. Sotto c’è una foto della vigna Cutizzi di Feudi di San Gregorio, collocata a San Paolo, una frazione di Tufo. Si può facilmente vedere la composizione del suolo di tufo in questa vigna, una delle più belle in zona.
Come per il Fiano di Avellino, ci sono 26 paesi in cui i vigneti sono inclusi nel disciplinare per la produzione di questo particolare bianco, tuttavia l’area complessiva è minore di quella dei nove paesi del Greco di Tufo. I principali paesi del Fiano di Avellino sono Montefalcione, Lapio, Sorbo Serpico e Santo Stefano del Sole.
Facendo un raffronto tra i vini il Greco tende a essere un po’ più leggero al palato con note di mandorla mentre il Fiano tende a offrire note di miele nella struttura aromatica o nel finale. Entrambi i vini, specialmente le selezioni o quelli ottenuti da un singolo vigneto (cru) possono invecchiare bene, a volte anche per 10-15 anni. Perfino in vendemmie medie entrambi i vini dei migliori produttori invecchiano per 3-5 anni; generalmente il Fiano di Avellino invecchia più a lungo del Greco di Tufo, sebbene questa non sia sempre la norma.
C’è una sottile differenza tra i vini e dove sono coltivate le uve. Per il Greco il paese di Montefusco a 707 metri sul livello del mare è il punto più alto della zona. Le uve maturano più tardi qui grazie alle temperature più fresche e i vini hanno un’acidità molto alta. In un’area come Tufo, che si trova a un livello più basso, i vini hanno una qualità minerale più definita. Il Greco Cutizzi di Feudi di San Gregorio è il principale esempio di questo stile mentre il Greco Nova Serra di Mastroberardino è un vino più profumato ed elegante nello stile Montefusco.
Anche per il Fiano ci sono delle differenze dovute all’origine. Vicino a Sorbo Serpico o Santo Stefano del Sole i vini sono abbastanza aromatici con una buona struttura mentre nei paesi di Montefalcione e Lapio i vini offrono più note minerali. Il primo stile è rappresentato da Pietracalda di Feudi di San Gregorio e Radici di Mastroberardino mentre il secondo stile si manifesta in vini come quelli di Colli di Lapio, Joaquin, San Paolo (Montefredane), Vadiaperti (Aiperti) e Villa Diamante (Vigna della Congregazione).
Come è utile girare per questi vigneti e poi assaggiare questi vini è il senso del terroir. Pochi produttori usano molta quercia per questi vini, così la varietà è il punto focale, il che significa che il terroir locale ha l’opportunità di emergere. Non pensiamo spesso al terroir per troppi vini bianchi ma vi assicuro che provare i migliori esempi di Greco di Tufo e Fiano di Avellino sarà un’esperienza educativa e gratificante e anche quella più piacevole!
Traduzione di Novella Talamo
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