17 agosto 2001
Detto marinaro della Costiera Amalfitana (tradotto direttamente in italiano per evitare inutili leziosità): «quando piove o tira il vento si vede il Cilento». E dalla dirimpettaia Agropoli piove tanto Fiano sui migliori ristoranti della Terre delle Sirene. Sicché i produttori irpini che hanno tirato troppo sui prezzi non hanno più bisogno di attendere l’invasione si-global di californiani e cileni nel mercato campano perché ormai c’è la concorrenza, sui costi e sulla qualità, delle aziende cilentane. Abbiamo parlato già del Valentina di Rotolo (Rutino, telefono 0974 830050), stavolta tocca al Vigna Perella di Bruno De Conciliis (Prignano Cilento, località Querce. Telefono 0974 831090) che si è imposto, dopo uno sbarco tormentato dal Maestrale, alla celebre Acquapazza di Cetara di Gennaro & Gennaro (089 261606) in un duro confronto con uno Chardonnay friulano. Tra le polpette di alici, lo spaghetto agli scuncigli, il merluzzo fresco coperto da patate e bottarga di tonno e tanto altro ancora, preparati dalle due mascotte di Davide Paolini per l’occasione vestiti da pirati, il bianco di Bruno si è imposto per potenza, equilibrio nell’uso della barrique, profumi e soprattutto, si passi il termine non tecnico ma l’emozione della mente, tanta esuberanza giovanile. Il modello dei produttori cilentani è chiaramente costituito dai vini del Nuovo Mondo più che da quelli europei. Bruno, il produttore con la testa a chicco d’uva, insieme a Luigi Maffini, è il motore di questa rinascita della parte meridionale della regione. Il suo segreto? Molto semplice: fare squadra, tenere la cantina sempre aperta ai colleghi produttori e andare a visitarli per dispensare consigli, pensando al territorio nel suo complesso e non alle bottiglie vendute dal vicino. La grettezza dell’animo si avverte nei bicchieri stanchi e subito dimenticati, la voglia di cambiare il mondo resta invece per sempre dopo aver vuotato la bottiglia.