Scrajo a Vico Equense
Via Luigi Serio SS145, 10
Tel. 081 801 5731
www.scrajoterme.it
Danilo Di Vuolo allo Scrajo: c’è stato un momento magico della cucina della Penisola Sorrentina, ben lontano da quello barocco, pomposo, noioso e soprattutto lontano dalla realtà che si è diffuso negli ultimi anni grazie al pericoloso incrocio tra l’idea di cucina post Arrighi alla Michelin e i clamorosi danni di Masterchef che portano ad una conclusione che desertifica i ristoranti anche se magari fa tanti like: famolo strano, di quello che esprime il territorio non ci importa nulla perché va colonizzato con prodotti e stili imposti dalle multinazionali e dai grandi commercianti del lusso di nicchia. Che poi magari di scarrozzano gratis in giro per il Mondo o ti piazzano al congresso di cui sono sponsor. Visibilità, visibilità, visibilità: pure ‘o pappavallo l’adda pruvà.
Fermarsi da Danilo Di Vuolo nel ristorante bomboniera dello Scrajo, lungo la Penisola Sorrentina poco prima di Vico significa tornare a quel momento magico scattato nella seconda metà degli anni ’90 quando una serie di cuochi, sull’esempio del Don Alfonso e di Gennaro Esposito, iniziarono a giocare a rimpiattino con la tradizione esaltando al massimo il mare, l’orto e l’olio d’oliva. Freschezza assoluta dei prodotti, spesa al mercato e in pescheria, una tecnica che non va esibita ma subordinata al progetto di piatto.
Danilo, oggi quarantenne, è stato uno dei giovani protagonisti della nascita di questo stile che finché ha creduto in se stesso è riuscito a dilagare e ad imporsi. Dieci anni a Capo Lagala dove ha conquistato la stella, poi la rottura con la proprietà e, da tre anni, una piccola scommessa personale che in questa stagione pare abbia una proprietà convinta negli investimenti e nel rilancio di una delle strutture più belle della Penisola. Venire qui significa il ritorno alla semplicità, alla freschezza dei prodotti, alla essenzialità dello stile marinaro come dimostra questa batteria di piatti.
Tra i primi un discorso che facciamo spesso: l’idea di riso e cozze può esssere buona perché richiama un po’ il riso alla pescatora o la ricetta di Bari. Purtroppo però, come spesso succede al Sud, la cottura è un po’ avanti.
Diverso il risultato invece per quanto riguarda lo spaghetto, un vero e proprio capolavoro di equilibrio, freschezza, bontà.
E allora la domanda è sempre questa: perché affrontare il campionato con punti di penalizzazione e non di vantaggio?
Impeccabili i secondi di pesce e di carne che confermano la padronanza tecnica ormai raggiunta.
CONCLUSIONI
Danilo Di Vuolo è nella sua piena maturità. Se la sua cucina si manterrà leggera, fresca, centrata sui prodotti e sulle idee semplici, qui non potrà che fare molto bene perché lo scenario è incantevole. Come un monaco che conserva la cultura classica, lui è il testimone di uno stile moderno territoriale. Forse non universale e globale come altre cucina di ricerca, ma sicuramente una espressione di neoclassicismo territoriale (e che territorio, tra i più belli e frequentati del Mondo) ben impostata.
Venite la sera qui e farete sicuramente una esperienza che vorrete ripetere perché si sta troppo bene.
Danilo Di Vuolo Lo Scrajo a Vico Equense
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