Non è facile avere trent’anni, e venti, oggi in Italia. Non ci sono i binari su cui noi abbiamo potuto viaggiare faticosamente ma tranquilli. Sono le generazioni che più mi fanno incazzare ma che amo di più.
Daniele Berti l’ho conosciuto pochissimo, qualche battuta, una inquadratura veloce durante la Strade della Mozzarella. Ma ho fatto tanta politica da ragazzo e ho tanto mestiere nella vita: mi servono pochi secondi per scannerizzare una persona. Mi apparve dolce, educato, determinato, colto. Quando Giancarlo Maffi mi disse che aveva voglia di replicare ad un pezzo di Marco Contursi ne fui lieto. Per me è un piacere e un dovere pubblicare opinioni contrapposte o lontane dalle mie. Un atteggiamento poco compreso in giro. Di Daniele mi ha parlato tanto Leo Ciomei e quando ieri ho visto il post di Aldo Fiordelli che annunciava la sconfitta contro una malattia di cui non sapevo nulla, gli ho chiesto un ricordo. Ricordare un ragazzo bravo, curioso, sapiente. Una morte di un giovane che ho toccato per pochi secondi ma che mi ha colpito e immalinconito. Ciao Daniele.
l.pigna.
di Leo Ciomei
Ieri sera mi chiama Luciano, è incredulo: “Ma come è successo?” Gli spiego in tre parole la situazione e mi chiede gentilmente se mi sento di scrivere due righe. Non lo so. Non sono portato a scrivere ricordi e necrologi per gli amici. Mi sento più a mio agio quando la conoscenza è solo indiretta. Ci penso, gli dico. E fra me e me penso che dovrebbe essere un altro comune amico a scriverlo…
Stamani, sveglio nel letto, penso a quanto ingiusta sia spesso la vita: il capo indiscusso della mafia muore a 87 anni, rimpianto da pochissimi checchè se ne dica, e Daniele, giovane, onesto, pieno di vita ci lascia soli a 34 anni.
Credo di non aver mai conosciuto un ragazzo così ottimista e attivo come lui. Sarà stata la malattia incombente forse a renderlo così animato verso nuove iniziative e traguardi, chissà? Io so che lui il bicchiere non lo vedeva mezzo pieno: lo vedeva proprio pieno! Un entusiasmo contagioso verso la sua professione, la passione per le carni più strane e ricercate, quella per i vini e champagne sempre più presenti nella cantina del suo locale del centro di Massa. E mai un pensiero negativo per i suoi malanni… due parole e poi via! verso nuove avventure!
Permettetemi qualche ricordo personale, ricordi felici perchè la vita è fatta di ricordi belli: la sua felicità nell’essere inserito (unica hamburgheria in Italia) nella Guida Espresso già da qualche anno, i suoi accalorati commenti sul blog per i post di Contursi sul fast-food, io che lo prendo in giro per i pantaloni “da giovane” stretti in fondo e da alluvionato, il suo amore infinito per Paola, la donna della sua vita, la sua faccia quando in un ristorante di quelli top assaggiava un piatto non eccezionale e ti guardava sgranando gli occhi…
Contento da matti per la cena in cantina con gli amici Igles Corelli e Romano Franceschini, suoi idoli in cucina e in sala, mentre si abbevera al sapere dello chef che fa il risotto. E felice sicuramente, anche se io non c’ero, per le serate dedicate ai vini con il sommelier Samuele Del Carlo e ai cocktail con l’esperto Daniele Lencioni.
Le nostre gite a Paestum a LSDM, a Parigi dove, cercando negozietti di cibo strano ci siamo quasi persi in un quartiere dove eravamo i soli bianchi, e, ultimo l’anno scorso, lo splendido viaggio in Sicilia con tanti amici a divertirsi e mangiare e bere come non ci fosse un domani.
Dovevamo andare a pranzo da Camanini al Lido 84 di Gardone, gita rimandata più volte proprio per i suoi motivi di salute. Andremo ugualmente, Daniele, e berremo alla tua salute, ridendo e scherzando, come avresti voluto tu.
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Qui il pezzo di Daniele Berti su questo blog
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Il tweet di Fabrizio Scarpato
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