di Antonio Di Spirito
Il capostipite di questa azienda fu Giuseppe Borgogno: nel 1890 iniziò a produrre vini, vinificando le uve coltivate sulle proprie terre.
Giacomo Damilano, per la seconda generazione, costruì la cantina, iniziò il lungo percorso, tuttora in atto, di innovazioni e miglioramenti e, di fatto, fondò l’azienda “Cantina Damilano”.
Dal 1997 l’azienda è nelle mani della quarta generazione: Guido, Mario e Paolo Damilano.
L’azienda oggi possiede oltre 40 ettari di vigneti nelle zone più vocate delle Langhe: Barolo, Monforte, Grinzane Cavour, Novello, La Morra e Casorzo per produrre dieci etichette di vini.
I crus più importanti dell’azienda sono: Cannubi, Riserva Cannubi “1752”, Brunate, Cerequio e Liste, ognuno proveniente dalle rispettive sottozone.
Abbiamo fatto un brevissimo percorso dei vini aziendali presso il ristorante Imago dove la “brigata” di Francesco Apreda ha abbinato alcuni suoi piatti alle etichette presentate.
Una ricca e gustosa selezione di canapès, viatico al pranzo, fa da “supporto” all’assaggio di un Brut Metodo Classico Millesimato 2014
Pinot nero e chardonnay fermentati parzialmente in legno; la rifermentazione in bottiglia dura 36 mesi. Bella tonalità di giallo paglierino, ottimo il perlage; ha profumi delicati di biancospino e melone bianco; al palato porta una sferzata di freschezza; è sapido e pervasivo; non ha sapori intensi, ma ampi e delicati; chiude con una speziatura finissima.
Una “bruschetta” nera e croccante con pomodoro cuore di bue, ortaggi sottaceti e mozzarella di Aversa servita a 38° C con un filo d’olio EVO è un azzeccato piatto per esaltare al meglio il primo vino.
Chardonnay 2016 Langhe DOC
Molto ricco al naso con note di tostatura, vaniglia, confetti, crema di nocciole ed una leggera nota fumé; il sorso ha una componente fruttata molto elevata e l’acidità è di pari livello; sapidità e speziatura fanno appena in tempo a presentarsi quando l’alcool chiude molto asciutto.
Ora è la volta di un candido risotto, cotto al punto giusto, “sporcato” da cacio, 5 diversi pepi e 5 diversi sesami; dire che sia buonissimo è scontato: s’intrecciano sapori intensi alternati a forti note minerali e di pietra focaia. Con questo piatto così complesso è stato abbinato un ottimo vino:
Barolo DOCG Cannubi 2014
Ciliegie, ribes, melograno, rose e viole inebriano il naso, c’è anche una passeggera e leggerissima nota ematica ed una piacevole foglia di lauro; per certi versi il sorso è austero, ma il tannino è setoso, anche se imponente; poi, però, si distende, diventa giovane, dinamico, fresco, saporito, sapido e speziato: è interminabile!
Per l’ultimo vino lo chef si è superato preparando un piatto della cucina romana complesso, affogato in tanti sapori ben bilanciati, molto elaborato e con tempi lunghi per la preparazione: il “Pollo ai peperoni”: Per una Riserva ci voleva!
Barolo DOCG Riserva Cannubi “1752” 2011
Sette anni di invecchiamento lo hanno reso austero e chiuso; dal calice “scappa” giusto qualche refolo di frutta rossa alternato a sbuffi di viola; il sorso è caratterizzato da freschezza e piacevolezza, è sapido ed equilibrato ed ha tannini finissimi; è scorrevole, ha sapori nitidi ed una sottile speziatura chiude un elegante sorso.
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