E per fortuna che la giornalista non ha avuto modo di leggere le esternazioni di Bressan sulla Kyenge. Ce ne avrebbe di materiale da trattare. A voi, come al solito, la traduzione integrale dell'articolo sulla ennesima “italianata” dell'era berlusconiana.
Colloredo di Prato — Vini Lunardelli non è un'azienda estranea alle polemiche. Sembra che ogni anno, di solito durante l'estate, un turista si imbatte nei suoi vini con etichette bizzarre e fa gran rumore, la qual cosa è poi riportata dai mass media locali e a volte nazionali e internazionali.
Il Simon Wiesenthal Center è stato l'ultimo a porre delle obiezioni alle etichette dei Vini Lunardelli. Quest'anno, la questione ha sollevato qualche polemica in più quando è stata posta dal Simon Wiesenthal Center.
Infuriata per delle etichette che raffigurano Hitler e diversi membri della gerarchia nazista, il gruppo per i diritti umani degli ebrei che si trova a Los Angeles questo mese ha invitato i distributori a fermare la commercializzazione dei vini di Lunardelli.
Sebbene Lunardelli abbia venduto vini a tema nazista per venti anni, la peculiare strategia di marketing è persino più intollerabile in questi giorni, ha detto l'impiegato del centro, con la crescente incidenza dell'antisemitismo in Europa.
“Qual è la condizione della vita degli ebrei in Europa: sta migliorando o peggiorando? Sta peggiorando molto”, ha detto il rabbino Marvin Hier, e fondatore del Wiesenthal center, e ha citato recenti episodi allarmanti in Francia, Grecia, Ungheria, Europa Orientale e Spagna dove questa settimana è comparso uno striscione a un corrida con lo slogan “Adolf Hitler aveva ragione”.
“Questo non è il tempo in cui possiamo dire che abbiamo sconfitto l'antisemitismo, siamo stati marginalizzati”, ha detto il rabbino Hier. “Questo non è il tempo di bere vino con l'immagine di Hitler. E' un insulto e una profanazione della memoria dell'Olocausto”.
Ma I produttori di vino ritengono di non fare nulla di sbagliato.
“E' storia, non è propaganda”, ha insistito Andrea Lunardelli durante un'intervista in una calda mattina di Agosto nella cantina della sua famiglia dove un impiegato solitario era indaffarato ad attaccare etichette – Hitler che faceva il saluto nazista, un ritratto di Hitler con il suo autografo, un altro ritratto con il motto “Ein Volk, ein Reich, ein Führer” (un popolo, una nazione, un leader) – su bottiglie che attendevano di essere confezionate e spedite.
Non è solo Hitler. L'azienda propone circa 30 etichette a tema nazista incluse immagini che esaltano Himmler, Göring, Eva Braun e altri.
Bottiglie con etichette che il signor Lunardelli, il figlio del proprietario, Alessandro Lunardelli, descrive come “la linea storica dei prodotti” occupavano uno scaffale sul muro. Il giudizioso compratore può scegliere tra Mussolini, Lenin e Stalin, cosa che indica che quando si tratta di despoti i vini di Lunardelli offrono un merchandiser basato sulle pari opportunità.
“E' alquanto assurdo poiché Hitler era astemio”, ha detto il signor Lunardelli, che sembra sinceramente dispiaciuto del fatto che la gente possa essere turbata dai suoi vini ma è tuttavia impenitente.
Questi prodotti “sono un modo per non dimenticare la storia e i mostri che ha prodotto, assicurando che questi non ritorneranno mai”, ha detto. Almeno il passato ha avuto tiranni identificabili, ha aggiunto. “I mostri di oggi sono le multinazionali senza volto”.
Inoltre il signor Lunardelli ha detto che la maggior parte delle persone compra le bottiglie come uno scherzo”.
Ma le etichette non sono una questione da ridere come il rabbino Hier fa notare con preoccupazione. “Chi pensa che siano i suoi clienti, persone che si divertono?” ha chiesto in una intervista telefonica dal suo ufficio di Los Angeles. “Le persone amano bere il vino perché è in sintonia con i loro sentimenti sugli ebrei”.
L'antisemitismo cresce, ha detto il rabbino Hier, e “ovunque si trovano persone che si muovono per abbattere le barriere contro il nazismo”. Questi vini sono tuttavia un altro esempio di questa cosa. “Per me è sorprendente come possa farla franca”.
Per mitigare le critiche di promozione del fascismo o nazismo, nel corso degli anni, Lunardelli ha sviluppato una gamma storica e artistica di prodotti di successo come Sissi, l'Imperatrice Elisabetta di Austria e la Mona Lisa e molti fiaschi come Churchill, Napoleone e persino il Sangue di Dracula che “hanno venduto pochissime bottiglie”, ha detto il signor Lunardelli.
Solo Che Guevara ha fatto saltare i tappi quando sono passati ai personaggi di sinistra. Ma il signor Lunardelli è stato costretto a fermare la produzione dopo che la vedova di Alberto Korda, il fotografo che ha scattato la ben conosciuta immagine del Che che indossa un basco nero, ha chiesto 20.000 euro (circa 27.000 dollari) e il 15 percento su ogni bottiglia venduta. “Così le abbiamo mandato tutte le etichette non utilizzate”, ha detto il signor Lunardelli, un po' malinconicamente.
Le bottiglie naziste, lo ha riconosciuto, sono tra le più vendute dell'azienda. “L'ottanta per cento delle vendite sono quelle di Hitler”, ha detto, sulle 20.000 bottiglie all'anno, circa un quarto della produzione complessiva di Lunardelli che consiste per la maggior parte di vini da tavola ottenuti da varietà locali.
Per Fabio Bogo, che ha iniziato a produrre una linea simile di vini storici a casa sua vicino a Belluno in Veneto 13 anni fa, le percentuali sono persino più alte. “Novantacinque bottiglie su 100 sono di Adolf”, ha detto, sebbene una linea delle vette delle Dolomiti sia anche gradita.
Dice che i suoi affari stanno andando incontro a un boom negli anni recenti. “Forse la crisi fa pensare alla gente che le cose erano migliori quando erano peggiori”, ha detto il signor Bogo, “ma ho il sospetto che non queste persone non hanno vissuto o non ricordano il passato”.
Nonostante anni di lamentele per le sue etichette, il signor Lunardelli ha messo in evidenza come la legge sia dalla sua parte. Parecchie cause e indagini non sono riuscite a dimostrare che i vini sono apologia del fascismo o nazismo che in Italia è contro la legge.
La legislazione nazionale impedisce anche a Lunardelli di vendere i vini con le etichette naziste in Austria e Germania, ha detto, sebbene crede che la maggior parte della gente che compra questi vini proviene dai quei Paesi come anche dall'Europa Orientale.
Sospetta che ci sia un vivo mercato nero con camionisti che fanno passare cartoni di vino oltre i confini del nord Italia, “ma nessuno lo ammette”, ha detto.
Questi vini hanno qualcosa di buono? A circa 10 o 11 dollari, più spedizione e commercializzazione, non sono degli affari e il signor Lunardelli è orgoglioso dei vini storici che produce a partire da uve locali.
Il signor Lunardelli, che dichiara di essere apolitico, ha detto che non intende offendere nessuno e cerca di rispondere a ogni e-mail di lamentela che riceve. Ma per ogni messaggio di critica, ha detto, “ricevo 100 richieste su dove comprarli”, persino dagli Stati Uniti. “Questi vini vendono bene”.
Al centro di Udine un negozio di dolci e chincaglierie ha in mostra nella sua vetrina le bottiglie di Hitler ma anche di Papa Giovanni XXIII e Papa Paolo Giovanni II. “Vediamo che la maggior parte della gente le compra come uno scherzo”, ha detto il proprietario Giuseppe Folegatto. “Nessuno vuole esaltare queste figure. E' solo un business”.
Traduzione di Novella Talamo
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