di Annatina Franzese
Era l’agosto del 2020, quando, grazie ad un lento ed impegnativo lavoro corale, alle favorevoli condizioni pedoclimatiche ed all’impegno dei produttori del territorio, la rucola della Piana del Sele ha ottenuto il prestigioso marchio IGP. Da allora, nonostante sia trascorso poco più di un anno dalla successiva costituzione del Consorzio di Tutela della Rucola della Piana del Sele IGP, il cui compito è quello di tutelare e di valorizzare in maniera efficace ed incisiva un prodotto di eccellenza del territorio pronto ad entrare nella top five nazionale dei prodotti a marchio, tante cose sono accadute, tanto che oggi, la Rucola IGP della Piana del Sele è considerata l’oro verde della sua zona di produzione.
Foglie croccanti dal colore verde intenso, forma inconfondibile, aroma speziato e piccante, sono le caratteristiche identificative della Rucola Igp della Piana del Sele, una materia prima dalle caratteristiche nutrizionali frutto di metodi di coltivazione all’avanguardia, ma rispettosi della tradizione. Grazie alle innumerevoli proprietà nutritive, antinfiammatorie e antiossidanti, la rucola IGP della Piana del Sele, rappresenta un vero fenomeno sul mercato e negli stili alimentari sulle tavole di tutto il mondo, configurandosi come una materia prima da considerare nella sua assolutezza e non nella sua collateralità.
“Abbiamo seguito il percorso di costituzione del Consorzio, avvenuto nel marzo 2021, sin dall’inizio, essendo dello stesso parte integrante, perché crediamo molto nella valorizzazione del territorio. Le nostre aziende da sempre raccontano la nostra terra e la rucola è il fiore all’occhiello delle nostre produzioni – racconta Alfonso Altamura di Altamura OP, membro del CDA del Consorzio – ad oggi stiamo lavorando per fare ottenere la certificazione IGP a tutte le nostre aziende e produzioni”.
“E’ stato un importante lavoro di gruppo, un traguardo storico importante, raggiunto con sacrificio e grazie a tutto l’intero comitato promotore. Il marchio IGP esiste, il Consorzio pure, ma ad oggi sono solo punti di partenza – precisa Altamura, presidente diAltamura OP – il ruolo di Altamura OP è quello di lavorare al fianco degli chef e del mondo della ristorazione per valorizzare il riconoscimento che la rucola, come materia prima, ha ottenuto”.
Spiega Vito Busillo, presidente del Consorzio di tutela: “In questo momento le aziende produttrici associate rappresentano il 60% del totale, con 2.200 ettari coinvolti. Già all’avvio del Consorzio il valore della produzione certificato dall’ente DQA era 16,5 milioni di euro, ovvero il 5% del totale”.
“Il consorzio ha una triplice valenza: economica, culturale e sociale. Quest’ultima è forse la più importante. La differenza fondamentale di un prodotto a marchio, infatti – sottolinea il presidente Busillo, già presidente di Coldiretti Salerno – è l’adozione di un rigoroso disciplinare che mette al centro i processi di sostenibilità, garantendo un percorso di assoluta trasparenza nelle produzioni ed accaparrandosi, così, la fiducia dei consumatori”.
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