
Massimo Orione, piemontese di Piverone, provincia di Torino, patron e pizzaiolo di Massimo’s Pizza Club a Città del Capo, è una persona sempre in viaggio. Che il movimento implichi uno spostamento geografico o un cambiamento personale non fa molta differenza.
E, probabilmente il Sudafrica con la sua storia di apartheid e meticciato, di contrasti sociali che ancora demarcano nettamente povertà e ricchezze, di incantevoli bellezze naturalistiche è il posto giusto per accogliere questa personalità sfaccettata e la continua ricerca di novità che caratterizzano tutta la sua traettoria professionale.
La sua è una storia fatta di molti capitoli, tanti lavori e diverse scommesse imprenditoriali (non sempre vinte) che nel 2009 segna un punto fermo con Massimo’s Pizza Club, locale che è stato appena premiato da 50 Top Pizza come Migliore Pizzeria del continente africano.
Massimo’s Pizza Club si trova a Hout Bay, di fronte alla Table Montain, a 15 km a sud di Cape Town, in una suggestiva insenatura sull’oceano dove d’estate si ammirano le balene. Qui si sfornano pizze e si preparano piatti dai sapori piemontesi.
Massimo Orione con la moglie Tracy, di origine inglese che condivide con lui la vita di coppia e le avventure lavorative, nei primi anni duemila è in Dordogna dove gestisce un agriturismo con un forno per le pizze che sono apprezzatissime.
Nel 2003 fanno una vacanza in Sudafrica e si innamorano del paese, sei anni dopo decidono di trasferirsi e portando con loro il successo francese della formula-pizza, piatto capace di unire persone, culture e gusti. Cominciano loro due aiutati da 4 persone fra sala e cucina. La servono in condivisione, con la formula (in grande anticipo sui tempi) del social table: un unico tavolo cui siedono clienti diversi e degustano le varie pizze tagliate a spicchi.
Oggi, a dieci anni di distanza, lo staff conta 20 persone, il locale è aperto 7 giorni su 7 a pranzo e a cena; i pizzaioli sono tutti africani: arrivano dello Zimbabwe, del Congo e Sudafrica e fanno un impasto diretto usando farina di grani locali macinati a pietra. Da Massimo è un punto di riferimento per i sapori italiani autentici: Davide, pugliese di Ostuni fa il formaggio e in dispensa non mancano mai prosciutti cotti e crudi, fiordilatte e burrata.
La clientela che alterna famiglie e business people è molto meltingpot e vede a tavola olandesi, inglesi, tedeschi, italiani, nativi sudafricani che scelgono sia le classiche margherita e marinara sia le versioni vegane in cui gli ingredienti di origine animale sono sostituiti con anacardi, noci macadamie, avocado. Fra le italian flovours molto gettonate la Bianca con prosciutto cotto, burrata e crema di tartufo, la Bra con petto d’anatra, tartufo e funghi, la Greca e quella al gusto tutto sudafricano con Boerewors, carne di manzo speziata.
In menu anche tanti piatti piemontesi: dalla pasta fresca ripiena alla bagna caoda, dal vitello tonnato al dolce bonet.
Così Massimo Orione, ex dipendente dell’Olivetti di Ivrea, che nel 2013 ha combattuto e vinto una malattia del sangue, ha scelto di portare nella sua valigia dall’altro Capo del mondo i sapori delle sue origini.
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