Da Sapri a Parigi, la storia del maestro gelatiere Enzo Crivella

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Crivella - Il gelato al miele

di Valerio Calabrese

A Parigi è il giorno di Enzo Crivella. Il gelatiere di Sapri, da tutti conosciuto come “il leone”, per via della sua folta capigliatura e della contagiosa vitalità, rappresenterà in questi giorni l’Italia  presso la sede dell’UNESCO a Parigi, dove si terrà la 31^ sessione del Consiglio di coordinamento internazionale del Programma MAB Uomo e Biosfera.

Il maestro gelatiere – da più parti considerato tra i migliori a livello internazionale nel suo settore e nominato nel 2018 ambasciatore della Dieta Mediterranea nel mondo – farà parte insieme allo chef Massimo Spigaroli e l’affinatore di formaggi Renato Brancaleoni della delegazione che accompagnerà il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nell’importante meeting.
Il MAB è uno dei cinque programmi dell’UNESCO nel quadro delle scienze esatte e naturali: formalmente istituito nel 1971, mira a creare una base scientifica per promuovere un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile a livello globale.
Crivella è stato selezionato grazie alla sua straordinaria capacità di coniugare territorio e qualità in un prodotto semplice ed antichissimo, icona della gastronomia italiana: il gelato artigianale. Nel suo viaggio a Parigi, non a caso, è accompagnato da chi da tempo fornisce il latte di bufala e la ricotta per i suoi gelati, Silvia Chirico del Caseificio Chirico di Ascea, un’altra straordinaria eccellenza cilentana.

La gelateria Crivella sul lungomare di Sapri da oltre un decennio è La Mecca del gelato italiano. Non si contano i turisti e gli appassionati che si sobbarcano centinaia di chilometri solo per gustare le sue creazioni.
“Crivella non è una persona, è uno stile. Una poesia del nuovo Cilento”, ebbe a scrivere anni fa Luciano Pignataro. Ed in effetti è così. In lui è racchiusa da un lato quella profonda conoscenza popolare radicata nei geni dei cilentani e dall’altra quella nota di autentica indolenza sorniona ma simpatica tipica di questo popolo. L’umiltà e la semplicità lo accompagnano in ogni sua esternazione: “Io resto sorpreso ogni volta che si usano paroloni nei miei confronti, – tiene spesso a dire – io faccio solo dei semplici gelati, cercando di farli bene, tutto qua.” Ma non sono solo semplici gelati, quelli che fa. Sono un’esplosione di gusto che emoziona ogni volta come se fosse la prima.

Vulcano di idee e animatore culturale, Enzo Crivella con Vito Puglia è stato il protagonista dell’arrivo di Slow Food in Cilento, quando negli anni ’80 l’associazione di Carlo Petrini si chiamava ancora ArciGola ed era frequentata da pochi alternativi capelloni reduci del ’77 appassionati più di cibo che di lotta di classe.

La sua storia viene da lontano, come la sua gelateria. Negli anni ’50 il papà Eugenio apre sul lungomare di Sapri quella che in breve diventerà la migliore gelateria del Cilento. Siamo ai primordi di un’arte che subirà fenomeni di industrializzazione e massificazione che però i Crivella tengono sempre lontani da Sapri.

La filosofia, anzi, è tutt’altra. Portare il territorio nei gelati, e grazie a questi farlo conoscere al mondo. Nasce così il gelato al fico bianco del Cilento, al corbezzolo, perfino alle erbe spontanee, come la lavanda o l’iperico, miscelati al latte delle mucche podoliche del monte Gelbison dell’azienda Le Starze di Mario Di Bartolomeo e poi al grande cacao sudamericano, ai limoni della Costiera, al pistacchio siciliano.
La sperimentazione e l’attenzione ai contadini sono il suo tratto distintivo. Da questo punto di vista Enzo Crivella rappresenta una sorta di chef gelatiere, perchè è capace di ricercare e trasformare quei prodotti tipici, locali che raccontano la biodiversità di un territorio Patrimonio Unesco.

Non potevano scegliere dunque rappresentante migliore come testimonial del modo italiano, tanto apprezzato all’estero, di trasformare in gusto un territorio.

 


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