Da Ceko il pescatore Lecco, su quel ramo del lago di Como, l’onda modaiola s’infrange su un mestiere essenziale e primordiale

Da Ceko il pescatore, l'insegna

di Marco Galetti

 

Ceko il pescatore. “Prendi il largo e calate le reti per la pesca… Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla ma sulla tua parola getterò le reti…e presero una quantità enorme di pesci”

Strano e affascinante al tempo stesso, poter parlare in rete 2.0 di reti e di pescatori di uomini, avvalora il concetto che siamo pescatori da sempre, come Ceko, pescatore da diverse generazioni che ha iniziato a calare le reti da bambino a sette anni, a Pescarenico, nel ramo di lago più famoso d’Italia, questo rione di pescatori è l’unico luogo di Lecco citato da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, da questo paesino si allontanerà in barca Lucia per fuggire dalle mire di Don Rodrigo.

«È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare.» (Alessandro Manzoni, I promessi sposi, cap. 4)

Nel secolo XVII agli abitanti di questo luogo era concesso il diritto di pesca nel tratto fluviale prospiciente il paese e i pescatori dopo il lavoro, tiravano a secco le barche proprio nell’approdo vicino a piazza Era dove, al civico otto, ha sede la pescheria di Ceko.

Il ramo a Pescarenico, non quello in primo piano, quello manzoniano

Un’antica casa in Piazza Era a Pescarenico, il quartiere di Lecco meglio conservato dal punto di vista storico, il lavoro e il sostegno di tante famiglie nel toponimo

I monti dietro la piazza, che non sovrastano ma proteggono

Pescarenico in notturna, by Mino Martignano

Locomozione lacustre

Smesso l’abbigliamento invernale brumoso e umido, il lago ha indossato l’abito luccicante e primaverile, le acque si presentano in versione intimista, onde ipnotiche di poche parole dalla metrica intoccabile, l’eventuale onda modaiola superstite s’infrange su un mestiere essenziale e primordiale.

L’identità col luogo si riscontra sulla lavagna delle vivande di Ceko, affermazione e concetto a metà strada tra la superficie e la profondità del lago, Massimiliano, il figlio di Ceko è indissolubilmente legato al lago, per passione, per tradizione, per fedeltà alla generazione che l’ha preceduto che gli ha trasmesso l’amore per questo mestiere antico e affascinante, si intravedono e si lasciano immaginare tra le righe e nei riflessi del lago, le umide, fredde e scure notti lombarde, passate sull’acqua a ritirare le reti, reti da posare nuovamente per le notti successive nel mezzo le poche ore di sonno di uomini tutti d’un pezzo, quasi d’altri tempi.

Ceko è anche una pescheria con piccola gastronomia con una saletta e un piccolo dehors a pochi passi dal fiume che diventa lago, in pieno e manzoniano ramo, la gestione è di Massimiliano, e della moglie Chiara; i Ghislanzoni, che da sempre conoscono ogni anfratto ed ogni movimento del lago e nel lago, possono permettersi di avere una disponibilità pressoché quotidiana di pesce di lago freschissimo che rende questo luogo, già di per sé magico, meta irrinunciabile ed imperdibile e sosta senza divieto, tutt’altro.

Da Ceko il pescatore, il dehors

Il dipinto a sinistra, subito dopo l’ingresso

Da Ceko il pescatore, la lavagna con i prezzi correttamente esposti di lavarelli, persici, cavedani, fritto misto lacustre, fritto di mare e gli imperdibili missoltini

Da Ceko il pescatore, la saletta

Da Ceko il pescatore, vecchie foto alle pareti

Da Ceko il pescatore, pesci di lago in carpione

Da Ceko il pescatore, frittura di lago

Da Ceko il pescatore, palombo gratinato

Da Ceko il pescatore, spiedino di pesce sciabola

Da Ceko il pescatore, carbonara di mare

Da Ceko il pescatore, frittura di mare

Da Ceko il pescatore, due coni bollenti, nessuno gelato, scelte obbligate che valgono il viaggio, imperdibile questa versione lacustre del fish&chips d’oltre Manica, sia sotto l’aspetto del costo, sette euro per i due coni piccoli, che per quel che riguarda la qualità che risente positivamente della significativa distanza acqua-piatto: miglia lacustri zero.

Proprio in quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno è altamente consigliato presentarsi a mezzogiorno, sia la piccola saletta che il dehors di questo locale di Pescarenico sono letteralmente presi d’assalto, senza baionetta, bastano le mani (precedentemente lavate nell’ampio è pulitissimo bagno) per godere appieno di questi cartocci di pesce e patatine.

Spero di aver colto almeno un po’ e di essere riuscito almeno parzialmente a trasmettere, quel profumo di cui ha parlato proprio recentemente ELLEPI, la cultura di un argomento, che non si misura e che ha un odore che solo una persona colta può avvertire, il valore aggiunto di quando si scrive, così lontano dal concetto di vita “che non si sofferma” degli smanettatori due punto zero.

Questo mestiere antico invita ad una riflessione un po’ meno superficiale, la superficie delle acque che celano e donano, invitano i navigatori del web a soffermarsi almeno un po’ col pensiero su quei navigatori silenziosi che lavorano nell’ombra che diventa buio e che salpano speranze e reti più o meno cariche di pesci, augh.

Da Ceko il pescatore, le catture di un mestiere che cattura questa famiglia da generazioni

Da Ceko il pescatore
Piazza Era 8
Lecco LC
https://www.cekoilpescatore.it/


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