Devo dire che la 2000 interpretata nello Champagne non finisce di stupirmi, in sostanza la capacità degli chef de cave di prendere tutti i vantaggi di un'annata calda riuscendo ad esaltare ancora di più la freschezza.
Ieri l'ennesima dimostrazione al Palagio del Four Seasons di Firenze nel light lunch organizzato dapo la presentazione della Guida Ristoranti Espresso per festeggiare il piatto dell'anno. L'anno scorso fu la volta dei cavatelli cacio e pepe con gamberetti di Vito Mollica, bravo executive chef dell'Hotel, stavolta l'incredibile Nuvola di Caprese di Pino Cuttaia presentato anche ad aprile alle Strade della Mozzarella sulla cui genialità non c'è più nulla da aggiungere.
Certo, per capire con chi sei finito a letto la sera prima devi guardarlo il mattino dopo. Anche un piatto che ti colpisce va assaggiato dopo qualche tempo, quando il tuo patrimonio sensoriale si è ulteriormente arricchito. E devo dire che questa Nuvola ieri mi ha colpito ancora di più della prima volta per la purezza dei sapori davvero intensi e l'equilibrio tra dolcezza e acidità.
Ancora una volta Pommery ha sostenuto il premio speciale e l'occasione è stata utilizzata per bere rosé, la massima espressione umana di quello che si può fare con l'uva.
Prima Apanage Rosé, ottenute da uve della Cote des Blancs, 42 mesi sui lieviti, di grande spinta, minerale, decisamente efficace sul menu proposto.
Poi la chiusura con la Cuvée Louise Rosé 2000, l'ultima messa in commercio, dal color cipolla tenue, apena ambrato, con un naso speciato e ricco di frutti di bosco. In bocca ha una energia incredibile, uno Champagne tagliente, minerale, che richiama alla idea della purezza assoluta come il bianco senza offrire spunti di maturazione eccessiva piuttosto che rimandi ossidativi o di pasticceria. Si tratta di un Champagne di incredibile persistenza, assolutamente secco e salato, con una chiusura pulita, quasi amarognola con un rimando appena accennato di frutta secca.
Perfetto sul riso preparato da Mollica
Menu perfetto per due rosée perfetti, il lavoro fatto da Mimma Posca in Italia è davvero esemplare per come in poco tempo la Pommery è riuscita a riposizionarsi nella percezione del senso comune degli appassionati.
A tavola non poteva mancare, ovviamente, la mozzarella di Barlotti, per indicare l'inizio del percorso fatto dalla materia nella testa di Pino Cuttaia. E la conferma di come mozzarella e Champagne stiano maledettamente bene insieme:-)
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