di Marina Betto
Se c’è un vino noto a tutti questo è il Prosecco, vino spumante simbolo di italianità. Se ne parla tantissimo, non sempre in modo positivo e mai in modo circostanziato. Lo Champagne con 300 milioni di bottiglie fattura quattro miliardi e mezzo di euro; il Prosecco con cinquecento milioni di bottiglie, di cui l’80% è DOC e solo novanta milioni di bottiglie sono DOCG, fattura un miliardo e mezzo di euro.
La base della produzione non lancia un messaggio positivo perché si è perso il concetto fondamentale di creare e produrre valore; la DOC si è allargata a dismisura mentre la quota della DOCG è rimasta sostanzialmente uguale. Del Prosecco non tutti sanno dove e come si produce, le caratteristiche qualitative di questo vino fresco, leggero, dal profumo delicato di fiori e frutta che si beve giovane. Ancora meno sono coloro che hanno potuto assaggiare vecchie annate di uno stesso Prosecco, in verticale, perché non è un vino da invecchiamento il Prosecco che con il tempo non può che perdere in profumo e struttura.
Fatte queste premesse eccovi la sorprendente degustazione verticale della Cuvée del Fondatore Graziano Merotto Valdobbiadene Prosecco Superiore. Siamo a Farra di Soligo – Col San Martino nella DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e precisamente l’azienda si trova ai piedi del Vigneto Castél alto e ripido( la sua pendenza supera il 45%), tutta roccia, dove le viti devono scavare in cerca di acqua e nutrimento ed è quindi la natura stessa che limita la produzione dell’uva e il grado zuccherino. Da questo vigneto nasce il Castél Valdobbiadene Presecco Superiore DOCG Extra Dry Millesimato un’ elegante espressione di prosecco in versione Extra Dry. Gli altri vigneti sono ubicati nelle zone più vocate dell’area DOCG Conegliano Valdobbiadene, Farra di Soligo e Collalto poco lontano dal cru più noto della denominazione cioè Cartizze. Graziano Merotto è molto legato a questi vigneti forse perchè esprimono con la loro pendenza quanto sia difficile il percorso che porta ad un vino di alta qualità. Graziano Merotto è un profondo conoscitore della sua terra, ha intuito ed è un uomo molto concreto che ama il suo lavoro, questo dicono di lui e questa è la sensazione che vi darà se andate a stringergli la mano.
E’ in vigna dal 1972 quando fonda la sua cantina dopo aver concluso gli studi alla scuola di Enologia di Conegliano e comincia subito a produrre vini sur lie da uve Glera. Produce spumanti Metodo Classico con uve pinot nero e bianco per poi dedicarsi al metodo charmat- Martinotti. Tra i vini dell’azienda tutti diversi spicca la Primavera di Barbara Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Dry Millesimato nato nei primi anni “90 ( dedicato a sua figlia), un Prosecco che da subito vuole rappresentare l’eccellenza ottenuta con una severa selezione in vigna, un residuo zuccherino importante per dare al vino morbidezza e tessuto vellutato ma mai stucchevole. Tra le colline scoscese di Farra di Soligo nascono vini delicati, profumati e gracili di corpo, mentre procedendo verso Conegliano i vini si fanno ancora più fruttati e più solidi, ma dotati di minore grazia. Tramontata l’idea di un Prosecco da bere in fretta si è voluto testare per la prima volta annate diverse, andando indietro nel tempo alla ricerca dell’essenza del Prosecco che è fatta di fiori di primavera, mele e quella punta di minerale che ne disegna i contorni come la tempera i profili di un gouache.
La Cuvée del Fondatore Graziano Merotto è un brut con le caratteristiche peculiari del Prosecco. Fare un vino senza residuo zuccherino in questa zona non è facile come sarebbe nel coneglianese e la difficoltà sta nel cercare di produrre da vigneti capaci di tirare fuori gli zuccheri nella giusta maniera. Le uve delle Rive di Col San Martino Particella 86 ( nome del vigneto) a 230 metri s.l.m. subiscono la DMR cioè doppia maturazione ragionata. Con questa tecnica si decide di recidere alcuni tralci i cui grappoli restano sulla pianta, che in questo modo appassiscono, concentrando gli zuccheri e mantenendo l’acidità, mentre i restanti grappoli si lasciano crescere normalmente. Le uve portate in cantina dopo la vendemmia, vengono pressate in maniera soffice e il mosto subirà una rifermentazione molto lunga ( oltre sei mesi) in autoclave. Questo metodo è simile al metodo Classico ed è per questo motivo che la Cuvée del Fondatore Graziano Merotto ha una struttura che gli dona anche la capacità di invecchiare. L’ alta qualità delle uve dell’azienda, spiega Mark Merotto, permette di ridurre drasticamente l’uso dei solfiti, ciò fa si che i lieviti possano lavorare meglio a tutto vantaggio della salute del consumatore finale.
Affrontare una verticale per un metodo charmat è difficile ma si è voluto dimostrare attraverso la degustazione di otto annate l’anima pregiata del Prosecco Superiore dove i vignaioli operano come artigiani di alta sartoria e non fanno vini pret a porter.
Graziano Merotto Cuvée del Fondatore Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut Millesimato Rive Di Col San Martino è 100% Glera.
L’ annata 2009 è la prima di produzione per questo vino, fu poco piovosa e calda. Il profilo olfattivo è minerale, fresco, pieno con perfetta corrispondenza gustativa. Ha un profilo giovane e profumato che sorprende considerando la tipologia di vino e i tanti anni che sono trascorsi.
L’ annata 2010 più regolare ma con inusuali sbalzi termici. Il vino di questo millesimo è fresco e floreale con accenti minerali che fanno venire in mente la ghiaia. In bocca ha riverberi ricchi e ancora croccanti, un’espressione di eleganza e completezza unica.
L’annata 2011 fu caldissima e questo si traduce nel vino con sentori più maturi che però sono di grande impatto. Bello corposo, lievemente seduto su una nota fruttata questo Prosecco è dotato di agilità e sapidità che ne fanno una buona espressione.
L’annata 2012 permise una vendemmia regolare. Il vino è agrumato con ricordi di nocciola e miele scuro, macchia mediterranea, elicriso e carciofo. La bocca è cremosa sempre minerale e dall’acidità ben presente.
L’annata 2013 altalenante permise però la conclusione regolare della vendemmia. Al naso arrivano sensazioni di gomma pane, iodate e di canna di fucile, poi viene il fruttato classico del Prosecco in cui si riconosce la mela e la pera. Il sorso è nocciolato, morbido e sapido a lungo.
La vendemmia 2014 irregolare fino a d agosto ha avuto poi un miglioramento in settembre con escursioni termiche . Naso un po’ introverso che si apre gradatamente con ricordi fruttati. Gustativamente risulta un po’ duro, dall’ossatura retta, stretta tra mineralità e sapidità.
La vendemmia 2015 fu calda e il Prosecco è ricco di profumo fruttato, di mela renetta, pesca e pera. Un sorso di primavera ricco, corposo che in bocca sa di mandorla e nocciola. Fresco, rotondo è nel pieno della sua maturità forse dimostra un filo in meno di eleganza.
L’annata 2016 fresca e piovosa ha generato un Prosecco fiorito e freschissimo, sembra un gelato di neve. Giallo paglierino con riflessi verdi dona queste sensazioni verdi anche in bocca. Sapido con acidità molto ben integrata è un sorso suadente e cremoso.
Il Prosecco Superiore è un sorso elegante e raffinato, impalpabile nel suo incedere gustativo che dimostra anche di saper invecchiare magnificamente quando è stato fatto bene, con grande passione da mani che conoscono il vitigno Glera e il suo territorio di elezione come quelle di Graziano Merotto.
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