di Enrico Malgi
Il corrente anno 2021 sta riservando meritate e gratificanti sorprese alla minuscola azienda biologica e biodinamica cilentana Casebianche dei simpatici coniugi Pasquale Mitrano e Betty Iuorio, curata dal bravo enologo irpino Fortunato Sebastiano. Azienda che è assurta agli onori della cronaca nel 2011 per avere prodotto con grande successo il primo spumante metodo ancestrale integrale del Cilento, La Matta.
Dicevamo del 2021 che è stato un anno particolarmente fortunato per le sorti aziendali e foriero di copiosi premi e riconoscimenti, soprattutto per un’etichetta in particolare: Cupersito Aglianico Cilento Dop. Ebbene il millesimo 2016 è stato capace di occupare la prima posizione assoluta a Radici del Sud a giugno 2021 nella sua categoria di appartenenza, così come sancito da entrambe le giurie dei Giornalisti Italiani ed Internazionali. Di tutti i vini in concorso soltanto il Fiano di Avellino 2019 di Tenuta del Meriggio è riuscito ad eguagliare simile impresa.
E non basta, perché l’annata 2017 del Cupersito ha vinto il prestigioso premio al recente Festival di Pioppi come “Vino della Dieta Mediterranea”, risultando di fatto la migliore etichetta in concorso.
In questi giorni ho riassaggiato entrambi i millesimi e li ho trovati davvero eccellenti. Ma adesso mi voglio soffermare sull’annata 2016 vincitrice a Radici del Sud.
Aglianico in purezza lavorato in acciaio e legno e poi il vino viene affinato in vetro per sei mesi. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale intorno ai 20,00 euro.
Livrea colorata da un rosso rubino vividamente sfavillante. Il profilo olfattivo è depositario di un articolato e privilegiato corollario di profumi che si materializzano in primis con effluvi di ciliegia, prugna, mirtilli, ribes, mora e violetta. Subito dopo si esaltano schegge infiltranti di carruba, balsamo, pepe, zenzero, noce moscata, corteccia di eucalipto ed erbe officinali, insieme a proposizioni prettamente terziarie. In bocca esordisce un sorso avvolgente, etereo, austero, fiero, voluminoso, centrato, asciutto, pervasivo e scalpitante di energia. Tessitura bene strutturata, complessa, materica, tonica, terrosa e polposa. Percezione palatale fresca, gradevole, illuminante, sapida, reattiva e, soprattutto, connotata da un’aggraziata morbidezza quasi inaspettata per un Aglianico di appena cinque anni di vita. E tutto questo è subito confermato da una trama tannica totalmente remissiva ed affusolata e da una sensazione tattile armonica ed ottimamente equilibrata. Su questo standard durerà sicuramente almeno altri cinque-sei anni. Allungo molto persistente e che lascia la bocca totalmente appagata. Da preferire su una grigliata di carne e formaggi stagionati. Un grande vino davvero.
Scheda del 14.05.2019
Cromatismo segnato da un bel colore rosso rubino carico. Profilo aromatico delineato da un caratteriale registro, in cui il naso aspira gradevoli profumi, che ricordano in primis l’amarena, i mirtilli, il ribes, la violetta ed i petali di rosa. Venature sapide, minerali e/o vegetali. Coté balsamico e mentolato. Briciole speziate. Sorso sanguigno, viscerale, terroso e carnoso, ma anche elegante, armonico ed equilibrato. Sviluppo palatale materico, vibrante, reattivo e rotondo. Trama tannica già evoluta. Retroaroma persistente. Può durare ancora per molti anni. Carne arrosto e formaggi semistagionati.
Sede a Torchiara (Sa) – Via Case Bianche, 8
Tel. 0974 843244 – Fax 0974 841491
info@casebianche.eu – www.casebianche.eu
Enologo: Fortunato Sebastiano
Ettari vitati: 5,5 – Bottiglie prodotte: 30.000
Vitigni: Aglianico, Barbera, Piedirosso, Fiano, Trebbiano e Malvasia.
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