Basta tv, basta premi, insorge la Federazione Italiana Cuochi attraverso le parole del suo presidente. Chi ha davvero diffuso il verbo della cucina italiana? Chi rappresenta il nostro Paese all’estero? Perché le guide ignorano la realtà. A sparare a zero contro il sistema non è il solito pinco pallo anonimo-non premiato che prolifica tra ottobre e novembre. Ma è Paolo Caldana, presidente della Federazione Italiana Cuochi.
«Chi in Italia ha sempre difeso e portato avanti negli anni la cucina che è espressione dell’identità nazionale? Chi, nel tempo, ha saputo e voluto utilizzare i prodotti che caratterizzano le diverse regioni? Forse i pochi chef blasonati? O quelli diventati star del teleschermo?». In una lettera aperta Paolo Caldana, presidente della Federazione italiana cuochi (Fic), rivendica il ruolo dei tanti cuochi italiani e della federazione che li rappresenta e non dei «soliti noti». «Tra loro viene anche celebrato – prosegue Caldana – chi, dopo anni di dedizione all’eccellenza culinaria, ha una caduta di stile e si occupa di fast food.
Quanto alle guide dei ristoranti – prosegue Caldana – reputo che, pur essendo un valido punto di riferimento per i consumatori, siano incomplete: nelle pagine stilate dai critici enogastronomici, non trovano posto, in quanto ignorati, molti chef che meriterebbero di essere apprezzati per la loro cucina gustosa e sobria, magari tradizionale, ma mai banale. Per questo e altri motivi – aggiunge Caldana -, permettetemi di dire chiaro e forte, senza timore di smentita, che noi della Federazione rappresentiamo l’Italia della cucina, una cucina assolutamente al passo con i tempi». «In conclusione – afferma Caldana – desidero ribadire che la Federazione Italiana Cuochi ha il diritto nonchè il dovere di essere interpellata sulle varie problematiche del settore e di esprimere il proprio autorevole parere. È l’unica riconosciuta a livello ufficiale governativo ed è ancora l’unica ad essere inserita nella Wacs-Società mondiale delle Associazioni dei cuochi, come rappresentante dell’Italia».
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