Cucine da incubo con Antonino Cannavacciuolo: primo attacco a Masterchef

Pubblicato in: Visti In Tv

di Giulia De Dionigi

Uno chef pluristellato, 350 ristoranti visti in tutta Italia, 500 ore di riprese e due litri di lacrime: sono questi gli ingredienti di «Cucine da Incubo» versione italiana, il nuovo programma di Fox Life realizzato da Endemol, che andrà in onda per la prima volta il 15 maggio alle ore 21.55 (Sky canale 114).

Protagonista, prima ancora dei ristoranti e prima ancora del cibo e dei piatti, è lo chef Antonino Cannavacciulo, campano doc e piemontese d’adozione, che per tre mesi ha lasciato le cucine di Villa Crespi, sul lago d’Orta, per salvare i ristoranti peggiori d’Italia e diventare il nuovo Gordon Ramsay, lo chef di ‘Cucine da Incubò versione americana.

Cattivo e ironico quanto basta – «q.b» si direbbe tra i fornelli – Cannavacciulo è stato scelto tra oltre trenta chef stellati del Paese: «Abbiamo puntato su di lui – spiega Sara D’Amico, direttore Fox Channels Italia – perchè oltre a essere un eccellente cuoco, è prima di tutto un imprenditore. Antonino sa quanto spende al mese di detersivi, sa gestire le proprie materie prime, così come i clienti».

Orgoglioso del nuovo prodotto anche Alberto Rossini, vice presidente Fox Channels Italia, che non nasconde i dubbi iniziali: «Sono un fan del format americano – ha ammesso nel corso della conferenza stampa di presentazione – e temevo che non trovassimo ristoranti italiani pronti ad aprirci le porte. Complice forse la crisi, invece, molti cuochi hanno deciso di affidarsi a noi e credo che per la prossima serie riceveremo tantissime richieste, perchè l’intervento di Antonino cambia davvero le sorti dei ristoranti».

In ogni puntata lo chef visiterà un locale con conti in perdita e debiti in aumento: con gestori e staff studierà nuovi menù e darà una nuova luce all’intero ristorante: «Per molti questa è l’ultima spiaggia prima della chiusura – dice Cannavacciulo, che si emoziona nel riguardare insieme alla stampa la puntata pilota -. Non volevo fare il bello davanti alle telecamere, ma essere me stesso. Con molti dei cuochi incontrati mi sento ancora oggi per telefono per dar loro consigli e suggerimenti».

Non manca una stoccata nei confronti di altri programmi tv sulla cucina: «Non tollero chi illude le persone dicendo che in dieci puntate si può diventare uno chef. Essere chef significa sgobbare in cucina ogni giorno».

 


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