di Enrico Malgi
Ambiente chic, romantico e raffinato, che fa da sfondo ad un incantevole gioiello architettonico in stile barocco risalente al 1700 incastonato nella florida campagna salentina di Sannicola che, nonostante gli anni, ha mantenuto intatto tutto il suo grande fascino. Si tratta della Tenuta Mosé, un’antica e signorile dimora riportata ai fasti del passato per merito di Maria Luisa De Guidi. Sei suites dotate di tutti i migliori e moderni comfort e con piscina privata in camera e poi la Spa, il bagno turco, la cromoterapia e la jacuzzi. Ampio ed elegante il giardino, con aranceto ed uliveto, il vigneto e la grande piscina per godere davvero di un soggiorno indimenticabile, dove la cura dei dettagli, bellezza e gusto si fondono insieme in questo piccolo angolo di paradiso.
In tutto questo non poteva certo mancare un ristorante adeguato alla prestigiosa location: Il Petrosino, gestito dallo Chef amalfitano Alessandro Cretella, in collaborazione con la Pastry Chef romana Carlotta Ricciardelli. Cucina d’autore quindi, frutto di eccellenti materie prime locali, in parte derivanti dall’orto interno ed espressione diretta della creatività e fantasia dei due interpreti. Nell’occasione ho degustato piatti originali e parzialmente rivisitati, connotati anche da precise contaminazioni internazionali. Il ristorante, aperto anche agli esterni, è ospitato in una luminosa e panoramica sala a vetro che dà direttamente sul giardino ed è ottimamente arredato in stile classico. Atmosfera rilassante e molto intima.
Aperitivo in giardino, accompagnato da una bottiglia di Fiano Jancu, le cui uve provengono dal vigneto di famiglia.
In tavola grissini e pane al pomodoro, al nero di seppia e al latte.
Sotto con l’amuse bouche: Nigiri di cous cous con colatura di alici e ricciola flambata. Al posto del riso del nigiri classico giapponese qui lo chef ha preferito utilizzare il cous cous, mentre la ricciola viene flambata direttamente al tavolo. Ne esce fuori un piatto delizioso, delicato, originale e molto gustoso.
Per antipasto è stato servito prima il Mediterraneo fumé, fatto con sgombro affumicato, genovese di porri e ricotta di bufala aromatizzata alla menta. Piatto fresco, aromatico e con gradevole sentore fumé che completa così l’ottima composizione.
Il secondo antipasto è formato da Palamita marinata agli agrumi e poi scottata, crosta di grissini, parmentier affumicata allo zafferano, con verdure cotte, crude e marinate. Eterogenei sapori che si rincorrono sulle note del perfetto gusto. Ottima la cottura del pesce. Brillante l’idea di dare al piatto croccantezza attraverso i grissini sbriciolati. Ed anche le verdure, di varie consistenze, contribuiscono ad elevare la qualità della presentazione. Il tutto poi è sublimato dalla delicata e vellutata potage di patate, frutto di un’inventiva ricetta del noto farmacista francese Antoine Parmentier.
Insuperabile il primo chiamato Amalfi, reminiscenze del giovane chef. Linguina con pesto di limone sfusato amalfitano, acciughe di Anoia, crema di basilico e nocciole tostate. Certo la fantasia non manca ad Alessandro, che con questo piatto si supera davvero, preferendo giocare di consistenza e di acidità. Piatto sapido, sontuoso e molto gradevole al palato.
Ancora un primo che attira tutta la mia attenzione: Risotto con clorofilla di prezzemolo, mantecato con burro all’aglio, gambero rosso di Mazara del Vallo e yogurt alla colatura di alici. Eccellenti ingredienti ottimamente assemblati. Sempre tanta freschezza e sapori ben definiti.
Notevole anche il secondo: Tonno al cubo in crosta di erbette e caponatina di primavera. Cottura perfetta, con carni rosa, delicate e morbide. Gradevoli gli ortaggi locali.
Adesso entra finalmente in campo la giovane pastry chef Carlotta Ricciardelli, con trascorsi al Baglioni Hotel Regina di Roma e la frequentazione della Scuola di Alta Formazione di Andy Luotto insieme con Alessandro, che prepara in successione due ottimi dolci.
La Rosa, semifreddo alla rosa, con confettura di rose, crema inglese alla menta e croccante alle nocciole. Dolce visivamente coreografico, ma soprattutto buonissimo, accattivante e gustoso.
Ecco poi la Pina colada. Semifreddo all’ananas, con crumble al cocco e cubi di ananas caramellati al rum. Interpretazione leggera e sublime.
E per finire ottime coccole finali.
In abbinamento a tutta la cena è stato servito il Lepus Pinot Bianco 2015 di Franz Hass e sui dolci poi il Moscato Salento di Valle dell’Asso.
In conclusione devo fare i meritati complimenti ad Alessandro e Carlotta. Sono davvero due giovani in gamba, che ci sanno fare. Il ventiseienne chef amalfitano ha frequentato la Scuola Alberghiera a Maiori, apprendendo i primi rudimenti per poi fare esperienza in grandi ristoranti della Divina Costiera, tra cui quello dei Cappuccini del Grand Hotel Convento di Amalfi. Molto precisa la sua mano, che manovra in modo perfetto per l’elaborazione di piatti di alta scuola. Cucina fantasiosa, estrosa e creativa la sua, ma anche concreta, solida, equilibrata e professionale. L’unico consiglio che mi sento di dargli è quello di evitare una certa tendenza a stupire per forza il commensale con troppi ghirigori nel piatto. Ma questo è un piccolo difetto che sparirà appena avrà acquisito più esperienza e consapevolezza. Le potenzialità di crescita sono comunque enormi e pertanto faccio ad entrambi i miei auguri di fare molta strada nella ristorazione d’élite.
Impeccabile il servizio al tavolo curato dal maitre-sommelier Matteo Fraboni. Accoglienza calorosa e premurosa da parte della proprietà.
Ristorante Il Petrosino di Tenuta Mosé
Strada Provinciale Sannicola-Alezio (Le)
Cell. 388 8972159
info@tenutamose.it – www.tenutamose.it
Coperti all’interno: 20, più il giardino all’aperto
Menù alla carta e menù degustazione a 70,00 euro con 6 portate escluse le bevande.
Abbastanza ampia la carta dei vini
E’ sempre bene prenotare prima.
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