Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
I vini di Luigi e Restituta stanno acquisendo grande pulizia olfattiva, la loro semplificazione passa attraverso l’eliminazione di quelle note ruspanti che potevano in un certo senso coinvolgere se incontravano il giusto palato, ma anche essere meno comprensibili ai più. Il giusto equilibrio fra queste due spinte viene secondo me da questa impostazione netta, chiara, decisamente senza fronzoli, che innesta la marcia in più grazie al lavoro impegnato sulla struttura e l’alcol. In tal modo questo cru, così si chiama la collina sul Fusaro dove nasce questa vigna, riesce ad esprimersi sempre meglio anche in vendemmie complesse come la 2006. Ma forse è meglio correggersi, perché così come per troppo tempo si parlava d’Italia pensando alla Toscana, in Campania si fa riferimento piuttosto all’Irpinia e questo è profondamente sbagliato non solo perché siamo in presenza di due climi diversi, ma anche perché si deve parlare di storia delle annate evitando di classificarle ad ogni costo in buone e cattive. Una cosa è certa: l’areale dei Campi Flegrei e di Ischia fanno sempre un po’ da bastian contrario rispetto al senso comune. Avevo già avuto modo di provare il Costa di Cuma 2006 della famiglia Martusciello e adesso anche i Cruna mi conferma la sensazione di trovarmi di fronte ad una grande Falanghina, capace di narrarsi per ancora qualche anno pur senza poter aspirare alla longevità della cugina sannita oltre che del Fiano e del Greco. Il colore è giallo paglierino appena un po’ carico, al naso c’è un bel valzer di sentori ancora floreali e di frutta, pesca ma anche agrumato dolce, in bocca l’attacco è suadente prima di rivelarsi attraverso un carattere marcato, bello tosto, per nulla ruffiano, ma ricco di spunti. L’aspetto dominante, come è giusto che sia, è sicuramente la freschezza che ristora la bocca sui crudi di pesce ma anche sui piatti della tradizione fregrea, non ultimi i frutti di mare. Mi ha impressionato la lunghezza, l’intensità, l’essere insomma un bianco di carattere ricco di spunti davvero molto interessanti. Vedo in questi vini un connubio perfetto tra l’enologo e i viticoltori, la cantina e la terra, un rapporto continuo di ansie, di scambi di opinione, di prove e tentativi nella ricerca ossessiva di fare un grande vino rispettando lo straordinario terroir in ebolizzione continua. Un buon segnale verso Falanghina Felix perché se lo è questo bianco, anche la Campania è Felix.r
Sede a Bacoli, via Torre di Cappella 13. Tel e fax 081.8688778. www.sibillavini.it Ettari: 6 di cui uno di proprietà. Enologo: Roberto Cipresso. Bottiglie prodotte: 60.000. Vitigni: piedirosso, falanghina.
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