Crub Seafood
Corso Umberto I, 123/125 Cava dei Tirreni
Aperto a pranzo e a cena. Chiuso il martedi
tel 089 344715
Capitiamo nel cuore piacevole di Cava de’Tirreni, tra due porticati che ti accompagnano fino alla piazza centrale con bei localini e tanti negozi che resistono. Venire qui è decisamente più vantaggioso che a Napoli o Salerno perchè i parcheggi comunali sono a misura d’uomo sia perchè si trova posto sia per il costo, la metà dlle due città citate: la categoria dei commercianti è ancora molto forte e si fa sentire- Ed è qui, a due passi dalla piazza San Francesco, che da quattro anni questo locale continua a proporre cucina di mare riscuotendo un ottimo successo.
I dettagli li potete leggere nelle schede che abbiamo lasciato del bravo Ugo Marchionne, rampante avvocato in quel di Miano dedito ai crudi di pesce e ai ristoranti giapponesi come pochi in Italia. Noi ci limitiamo ad una conferma di benessere generale che deriva da una cucina gestita dal 2019 da Gioacchino Attianese, cuoco esperto di buon mestiere, anche grazie alla lunga gavetta tra Pino Lavarra a Palazzo Sasso e Andrea Aprea, Nino Di Costanzo e Oliver Glowig. Una cucina solida in una bella cornice costituita da una sala appassionata e attenta.
Splittiamo le due entrate che non ci hanno convinto: il mare è mare, va salvaguardato nella sua totale freschezza, soprattutto all’inizio del pasto è sempre un errore iniziare con una frittura o un gambero affodato nel formaggio. Bisogna far salivare, non addomesticare le papille.
Il resto della cena è però andato alla grande, ci è piaciuto il modo di affrontare il tonno senza mediazioni sia con la polpetta in un ottimo sughetto di pomodoro sia come tataki, un filetto di carne in pratica.
Ci hanno poi convinti i crudi, qui non si esina sulla qualità ed è la prima chiave del successo di un locale di mare, e la cevice di spigola con la salsa che non copre il pesce ma lo esalta. Terragno il polpo con i carciofi, cotto a puntino, deliziosa la pezzogna all’acquapazza, buona l’idea di servire le cozze alla brace, capace didare sapore a quelle atlantiche e dunque sarà necessario i ritorno fra un mesetto per provare le nostre, ricche di sapore e di sapidità. Infine, devo dire fantastici i due dolci, il tortino di mele e il tiramisu, entrambi non stucchevoli.
Insomma, Crub è un posto collaudato, di ottima materia prima, una cucina senza troppi fronzoli e grilli per la testa, ma efficace e diretta, non a caso il pubblico accore numeroso anche per il buon rapporto fra qualità e prezzo. Difficilmente si supera la soglia dei 60-70 euro in un rapporto qualità prezzo decisamente a favore della clientela perchè altrove è difficile scendere sotto i cento con questa qualità. Buona la carta dei vini, che merita però un ampliamento e un approfondimento sui bianchi e sugli Champagne. Ma anche un aggiornamento su referenze ancora presenti ma andate esaurite.
4 ottobre 2019
di Ugo Marchionne
Aggiornamento Autunno 2019
Negare il primato ed i meriti di Francesco Palumbo è veramente difficile, la creazione di Crub a Cava de’ Tirreni ha apportato un nuovo concetto di ristorazione fino quel momento inedito per la città. Crudi di grandissima qualità, un’ottima cucina a base di pescato e tanta semplicità nel presentare un prodotto di valore assoluto. Gli ultimi mesi hanno visto un po’ di cambiamenti, via lo chef Gabriele Martinelli e dentro lo chef Gioacchino Attianese, un po’ di chef-mercato che secondo il patron Francesco era necessario per rendere la cucina maggiormente intellegibile, più semplice e meno articolata. Solo un trionfo di una grande materia prima, attualizzato in una batteria di crudi e di cotti in cui dovrebbe essere la materia prima più di ogni altra cosa a venir fuori.
Senza essere inutilmente celebrativi si può senza alcun dubbio asserire come Crub sia ascrivibile alla categoria dei migliori ristoranti di crudo all’italiana in Campania, senza contare che rappresenta un unicum per la zona. Un contatto con la materia prima assolutamente totalizzante, fortemente voluto da Francesco Palumbo, imprenditore e professionista serissimo, di primissimo rilievo in Campania, che come nel suo lavoro ha cercato di coniugare etica, qualità e rispetto ad un format, quello di Crub perfettamente integrato nella realtà locale, fatta di “struscio”, piacere della tavola e clientela variegata.
Dai crudi al Baccalà mantecato, passando per i primi fino ai cotti, la mano del nuovo chef più trattenuta permette alla materia prima forse di esprimersi con maggior coraggio. Radicalmente mutato il grano di taglio di tartare e carpacci. Più consistente, più doppio, marcatamente nipponico. Un grande plus da non trascurare, soprattutto quando si sceglie questo ristorante per la proposta di crudo e cantina. Da sempre depositario di una grande cultura enologica, per volontà di Francesco la cantina opera ad ampio spettro, dai grandi champagne alle proposte più semplici, ma tutte di grandissima qualità.
Conclusioni
La cucina del CRUB unisce un’ottima sensibilità sul crudo un buon uso di materie prime e anche tanta voglia di fare. La cucina del club è una cucina che fonde un rispetto maniacale per la materia prima, un buon utilizzo di ciò che il mare ad offrire stagionalmente, e secondo stagionalità una serie di proposte dagli antipasti ai primi ai secondi cucinati o crudi che possono soddisfare le esigenze di una clientela varia che ha voglia di stare bene ma soprattutto di divertirsi in un ambiente che sia confortevole appagante e coccolato da questo stile liberty che caratterizza la struttura. Ciò che mi piaciuta da sempre di questo ristorante è stata per l’appunto la parità della proposta una varietà che veleggia fra ingredienti ricercati e semplicità tradizionali fra costume e buona cucina. Un ristorante davvero bello esteticamente, che coniuga la compiutezza visiva alla concretezza dei piatti. Davvero un investimento ambizioso fatto da professionisti del mondo del lavoro con la precisa intenzione di divertire e di attrarre un nutrito pubblico di appassionati del genere. Non la solita sterile e malinconica nonché standardizzata proposta di crudo & champagne, ma complessivamente innovativa e giovane nel suo essere così duttile sul cotto/crudo. Fare un ristorante del genere non è assolutamente cosa da poco. La grande idea imprenditoriale di Francesco Palumbo e della sua società ristorativa sta proprio nell’offrire un prodotto sicuramente non originale nella sua basicità, non si può inventare il mare, ma sicuramente innovativo dal punto di vista della sua elaborazione primale e primaria.
aggiornamento maggio 2019
Un ristorante davvero bello esteticamente, che coniuga la compiutezza visiva alla concretezza dei piatti. Davvero un investimento ambizioso fatto da professionisti del mondo del lavoro con la precisa intenzione di divertire e di attrarre un nutrito pubblico di appassionati del genere. Non la solita sterile e malinconica nonchè standardizzata proposta di crudo & champagne, ma complessivamente innovativa e giovane nel suo essere così duttile sul cotto/crudo.
Una piccola pasticceria da urlo, una sala elegante, un ricco cestino del pane, servito caldo, con taralli e grissini buonissimi e un servizio attento ma discreto. Gli ingredienti per una bella cena ci sono tutti, e poi c’è sempre Cava dei tirreni con la magia dei suoi portici. Bravo Francesco, questa è la sana imprenditoria che fa bene al sud.
Così competentemente Marco Contursi chiosava la sua precedente visita del 15/10/2018, ed io non posso che aggiungere che Francesco Palumbo è un imprenditore che è riuscito a creare qualcosa di veramente unico e di gran qualità. Carta dei vini buona con una grande varietà di proposte per ogni fascia di prezzo.
scheda del 15 ottobre 2018
di Marco Contursi
Francesco Palumbo è un giovane imprenditore, che da qualche anno ha deciso di investire nel food. Francesco Palumbo è un ragazzo di una simpatia immediata, per nulla altezzoso, nonostante ricopra la carica di numero uno in una delle associazioni di industriali più importanti della Campania.
Originario di Nocera Inferiore, e appassionato di buona cucina, dopo una felice esperienza toscana, ha deciso di aprire un ristorante vicino casa. Ha scelto i portici medievali, della bellissima Cava dei Tirreni ed ecco, da pochi mesi, nascere Crub.
La brigata di cucina giovane e motivata, è guidata con mano sicura dallo chef Mattia Pernice, che seppur appena 25enne vanta un curriculum di tutto rispetto, mentre Salvatore Alfano dirige con garbo e professionalità il servizio in sala.
Pesce vivo, ma nel senso letterale del termine, frutti di mare da tutto il mondo (grande selezione di ostriche) e ricca carta dei vini, soprattutto bollicine, sia italiane che francesi. Come si evince, un locale di fascia medio alta, per offerta e servizio, con un costo medio di circa 40-60 euro, vini esclusi. Non sono pochi ma rapportati all’offerta, veramente difficile da trovare di questa varietà e freschezza, rendono questo locale meritevole di essere visitato dagli amanti della cucina di mare, del crudo in primis.
Ho cenato qui e sono rimasto contento, abbinando i piatti con alcuni vini delle cantine Verrone e Lunarossa, bravissimi vignaioli salernitani ( il vigna giropoggio rosato e il quartara, i miei preferiti stasera). Si parte con uno sfizioso aperitivo di cozze pelose gratinate, crostino burro e alici di Cetara, polpette e panzarotti e degli ottimi gamberi in tempura. Qui la bollicina è d’obbligo. La carta ne è davvero ricca, sia italiane che francesi, per tutte le tasche e per tutti i palati.
La mousse di patata e polvere di olive nere, ha un cuore gustoso di calamaro mentre la tartarre di gamberi è eccellente e se la maionese di accompagnamento fosse stata al lime (un tocco di acidità) , il piatto sarebbe stato perfetto. La qualità della materia prima non si discute, è il top.
Ma il piatto che fa scattare l’applauso e che non sfigurerebbe su tavole tristellate, è il risotto “della vigilia”. Riso carnaroli, cavolfiore, peperoni sott’aceto, polpettine croccanti di baccalà. Cottura millimetrica del riso, come mai in Campania ho trovato, acidità, equilibrio, variazione delle consistenze, cremosità: Perfetto. Il piatto del viaggio.
Buono sicuramente ma senza acuti il calamaro imbottito che sconta un’eccessiva pesantezza del piatto, complice anche la maionese, ma soprattutto il confronto col risotto precedente di rara perfezione.
Si ritorna a volare alto col predessert (ganache al cioccolato bianco con sorbetto al campari e cantalupo), servito scenograficamente in un’ostrica e col dessert, che vede sposarsi meravigliosamente il cioccolato bianco e quello fondente, col caramello e le noccioline.
Qui è possibile assaggiare anche la rara magnosa, detta anche cicala grande di mare, crostaceo tra i più carnosi e saporiti. Se la trovate, non lasciatevela sfuggire e mi ringrazierete.
Aggiungete una piccola pasticceria da urlo, una sala elegante, un ricco cestino del pane, servito caldo, con taralli e grissini buonissimi e un servizio attento ma discreto. Gli ingredienti per una bella cena ci sono tutti, e poi c’è sempre Cava dei tirreni con la magia dei suoi portici. Bravo Francesco, questa è la sana imprenditoria che fa bene al sud.
Crub
Corso Umberto I, 123/125 Cava dei Tirreni
chiuso il martedi
tel 089 344715
costo medio 40-60 vini esclusi
Dai un'occhiata anche a:
- L’officina del Gusto a San Leucio del Sannio (BN)
- Villetta Jenne, nel Parco dei Monti Simbruini
- Il Vicolo della Neve a Salerno, la prima recensione del nuovo corso
- I love Tartare Fish Bar, Pescato d’Amare
- Lido Scrajo a Mare: una sosta da non perdere a Vico Equense
- Trattoria Terra Mia ad Avellino
- Trattoria Il Vecchio Mulino ad Agropoli
- N’Ata Cosa: la trattoria della domenica a Mergellina