di Marco Contursi
In due, io ed un amico: antipasto-fusilli-ravioli- grigliata di carne di maiale e pollo con patate e insalata-frutta-dolce.
Tutto locale e/o fatto in casa, (fichi, salumi, uva fragola ecc), tra il sufficiente e l’ottimo. Ho bissato: vino (2 bottiglie)- taralli-dolci-liquori fine pasto.
36 EURO
IN DUE, CIOÈ 18 A PERSONA
Mi sento come se avessi rubato a queste persone che hanno cucinato per me.
Ok, non stiamo in città, producono loro quasi tutto…lavorano loro, ma a sto prezzo, chi mangia sta rubando!!!!!! Mi sono sentito, un po’, un approfittatore.
Cioè con 18 EURO A PERSONA ci pago l’ultima pizza con polvere di cometa e prosciutto di Mammut siberiano trovato intatto nel permafrost della millesima pizzeria di grido….
Qui un pranzo completo, con gente che ha prodotto e cucinato….a partire dalla salsa di pomodoro fatta in casa, come i taralli, le patate fresche, la pasta ecc ecc ecc….
Gattino simpatico e che aiuta, felice, a finire la carne, compreso nel prezzo.
Perché non dico dove? Semplice. Perché non mi va. Perché ne ho già scritto su questo blog. Perché il prezzo così basso mi serve per fare altre considerazioni. Perchè già immagino i commenti…..”non pagano le tasse”…..”non hanno in regola il personale”…..”chissà che hai mangiato”….
Tutto potenzialmente giusto, in teoria, ma se la bottiglia di Lete, in vetro, la vendi a 1 euro, e non a 1,5-2, (ma la trovi anche a 3), bè, credo ci sia una filosofia di vita, dietro, diversa. DIVERSA.
La stessa che trovi in un agriturismo beneventano, dove mangi per 30 euro, salumi e carni di suino razza casertana, di assoluta eccellenza, e che varrebbero il doppio del prezzo (visto che da quando nasce il maiale al salume finito passano, almeno 3 anni) e il titolare non ha una auto, ma un vecchio fiorino, tanto “non mi serve, sto sempre qua”. Esempio classico di filosofia diversa.
Ma non è chiara a tutti questa differenza di pensiero, soprattutto a chi, da ristoratore, critica e poi mette foto mentre beve champagne o sta in vacanza in posti da sogno. O a chi vuole avere il locale al centro di una città e poi mette uno gnocco al pomodoro a 18 euro, e magari fa pure pena. Lecitissimo farlo, lecitissimo se c’è chi ci va, lecitissimo per me non andarci.
Non che sia sbagliato togliersi degli sfizi costosi, ma non credo che le signore del posto da 18 euro, siano mai andate a Tahiti, o sappiano cosa è un Krug Clos d’Ambonnay…. E quindi non vanno criticate. Come non va criticata la zia di Torre Orsaia che allo stesso prezzo ti fa mangiare e cucina ancora lei, ormai quasi 80enne.
E’ sicuramente troppo poco il prezzo per quello che viene dato ma permette a chi vuole portare a pranzo fuori la famiglia di andare, non tutti possono spendere 200 euro in 4.
Si prendono solo 18 euro, sicuramente troppo pochi, perciò io un po’ approfittatore mi sento, e mi compro, sempre, biscotti, confetture e salsiccia. Allegerisco la coscienza e appesantisco la dispensa. Meglio di così…..
p.s. il discorso su alcuni prezzi lievitati dopo la pandemia, a fronte di un NON aumento della qualità, credo vada un attimo fatto. Questa estate ho raccolto decine di testimonianze in tal senso e quindi chi scrive di cibo non può tacerne. Come non ho mai taciuto dei problemi dei ristoratori. Sarebbe utile un confronto sereno.
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